Nonostante il religioso silenzio di queste giornate post keynote, sui siti internet mondiali dedicati al mondo della mela sono apparse alcune notizie riguardo il nuovo iPhone 5 che ci permettono meglio di capire la portata delle innovazioni che Apple ha progettato e realizzato. Iniziamo assieme, dunque, questo viaggio alla scoperta di un telefono che è molto più rivoluzionario rispetto a quanto possa sembrare.

La scocca

Per quanto il nuovo iPhone sia visivamente simile al 4 e al 4S, la scocca è stata totalmente riprogettata: il guscio è realizzato da un unico blocco di alluminio anodizzato, lo stesso utilizzato per i MacBook, l’iPad e il primo iPhone, con inserti in zaffiro per la lente della fotocamera e di vetroceramica per la parte superiore ed inferiore del retro del telefono, in modo da permettere una maggiore permeabilità del segnale per le antenne, che sono posizionate in alto e in basso e non più lateralmente, in modo da evitare nuovi casi di antenna gate.


Attenzione però: molto probabilmente lo zaffiro usato è quello sintetico, utilizzato anche per i quadranti degli orologi, e non quello ricavato dalla lavorazione del minerale, che avrebbe portato il costo di produzione di iPhone a livelli ben più alti. Per evitare che gli inserti non combacino con la scocca (e siamo nell’ordine di micron…) ogni scocca è analizzata attraverso due obiettivi molto potenti: le foto scattate vengono analizzate da uno speciale macchinario che provvede a selezionare il taglio migliore dei vetri fra 725 possibili tagli. Il vetro zaffiro, inoltre, permette di far entrare una maggiore quantità di luce nell’obiettivo della fotocamera, permettendoci così di ottenere foto dai colori più vividi.
Infine, come non apprezzare le finiture lucide (quasi a specchio) del bordo della scocca, realizzate con cura da una smerigliatrice con punta di diamante e il colore nero opaco del bordo dell’iPhone 5 per il modello nero ardesia o i separatori bianchi fra le antenne e i bordi di quello bianco argento?
La cura maniacale di Apple per i dettagli emerge fin dalla scocca, di certo molto più resistente, leggera e nobile rispetto alla plastichetta degli altri concorrenti.

L’interno: il processore, la ram e la batteria

Le prime news battute da Anandtech.com descrivevano il processore A6 come il primo sul mercato ad essere realizzato in base alla architettura ARM Cortex A15, ma oggi il sito smentisce e riporta che l’A6 è un A7V personalizzato da Apple, risultando così il primo chip ARM progettato dall’azienda californiana. A mio avviso, è un’ottima soluzione: creare da sé il processore permette di gestire al meglio la potenza da erogare al dispositivo e il risparmio energetico, vero punto debole di tutti gli smartphone (e del 4S in primis).


La ram equipaggiata dovrebbe essere di 1 GB con frequenza di clock da 1066 mhz: il numero K3PE7E700F-XGC2 riportato sul chip A6 si riferisce, secondo la 2012 Product Solutions Guide di Samsung (produttore del SoC) alla famiglia di memorie da 8 gigabit che, convertiti, sono equivalenti a 1 gigabyte.


La nuova batteria, da 1440 mAh, dovrebbe promettere miracoli: 225 ore in standby, 8 ore di conversazione in 3G, 10 ore di video, 40 di audio e l’utilizzo di internet dovrebbe raggiungere le 8 ore in 3G e 10 in wifi. Calcolando la dimensione maggiore del pacco di alimentazione, potrebbero essere valori quasi corrispondenti alla realtà e che ci permetteranno di evitare la ricarica ogni mezza giornata.

Il display

Come ben sappiamo, il cavallo di battaglia di iPhone 5 è il display di dimensioni maggiori rispetto ai precedenti modelli.


A mio avviso è stata una scelta di mercato più che di effettiva utilità: la guerra, dovuta ad una concorrenza sempre più forte, si è spostata dall’innovazione all’implementare display sempre più grandi e di difficile utilizzo con una sola mano. Apple, ha accolto le richieste allungando il display retina di poco, portandolo da un rapporto di 3:2 a 16:9 e ad una risoluzione di 1136 x 640 pixel a 326 ppi, rendendo così possibile l’utilizzo del terminale con una sola mano.
Per la prima volta in sei anni di iPhone, i sensori touch sono stati eliminati ed integrati direttamente nel display, permettendo così di risparmiare sullo spessore di iPhone, rendendolo il 18% più sottile rispetto al 4S. Inoltre è stato sostituito il sensore che gestisce la luminosità automatica, rendendolo più reattivo e preciso, in modo da evitare lo spiacevole problema riscontrato da molti utenti nelle precedenti generazioni, che causava una incorretta impostazione automatica della luminosità ideale quando si passava da ambienti molto luminosi a quelli poco luminosi.

Il connettore Lighting e gli accessori

Il nuovo connettore dock, chiamato Lighting, è una delle vere innovazioni di questo iPhone: passando da 30 a 9 pin, riduce notevolmente le sue dimensioni, guadagna la possibilità di accogliere lo spinotto del cavo indipendentemente dal verso in cui viene inserito e mantiene tutte le funzionalità del suo predecessore, come, ad esempio, l’iPod Out, che permette alle autoradio che supportano questo standard, di riprodurre sul proprio display l’interfaccia grafica di iPhone/iPod: alcuni esempi di questa tecnologia li potete sperimentare con le autoradio RealVNC o quelle installate nelle BMW.


Lighting, inoltre, supporta l’USB host su iPhone e iPod, permettendo non solo il supporto del Camera Connection Kit, che potrebbe non essere più ad esclusivo appannaggio di iPad, ma anche, in linea teorica, di collegare accessori USB al nostro iPhone, come tastiere, memorie esterne o supporti hardware per app specifiche. Non sappiamo se Apple liberalizzerà mai questa possibilità (del resto, pensiamo a quanto sia ancora volutamente limitato il bluetooth con iOS), ma gli scenari possibili possono essere interessanti.
Non condivido la scelta di lasciare la compatibilità solo con USB 2.0 per il trasferimento dati, ma del resto… come potranno giustificare la “S” del prossimo minor upgrade di iPhone? Con “speed”, riferito alla velocità di trasferimento dati di USB 3.0 e di Thunderbolt.
La scelta del cambio del connettore ha scatenato il solito vespaio di polemiche: sia perché, senza utilizzare l’adattatore apposito, tutti gli accessori prodotti da terze parti negli ultimi 9 anni non possono funzionare con iPhone 5, sia perché, soprattutto, Apple non ha scelto di supportare nativamente lo standard mini USB come gli altri produttori, ma producendo un adattatore disponibile solo per il mercato europeo.
Questa scelta non è andata contro la direttiva europea, che si limita ad obbligare i produttori a supportare lo standard, ma non ad integrare nei propri terminali una porta mini USB, e porta un enorme vantaggio in termini di tempo di ricarica della batteria, supportando alimentatori che erogano potenza fino a 10W (come quello di iPad) e non fino a 5W come il mini usb.
Stranamente, per la prima volta dal lancio di iPod, non è disponibile un dock da tavolo per i nuovi dispositivi presentati lo scorso 12 settembre. Non sappiamo se non verrà mai realizzato o se Apple lo renderà disponibile più avanti, mentre i cavi Lighting/HDMI e Lighting/VGA sono in arrivo (i vecchi cavetti non funzionano nemmeno con l’adattatore Lighting/Dock).
Infine, niente bumper all’orizzonte: anche in questo caso, potrebbero essere annunciati più in là nel tempo oppure, semplicemente, Apple ne ha interrotto la produzione, confermando implicitamente di averli commercializzati per ridurre il problema della scarsa ricezione di iPhone 4.

Fotocamera e altre caratteristiche

Il comporto fotografico è stato rinnovato, pur mantenendo un sensore da 8 mpx come il 4S, ne è stato ridotto lo spessore ed è stato migliorato il sensore per poter realizzare scatti in condizioni di scarsa luce.
iPhone 5, inoltre, è dotato di 3 microfoni, uno inferiore dedicato alla cattura dell’audio, uno superiore e uno posteriore dedicati alla riduzione del rumore ambientale e al rilevamento della provenienza del suono della nostra voce in caso di chiamate in viva voce.
L’altoparlante è stato migliorato e dovrebbe rendere il suono più forte e pulito, per quanto, purtroppo, non è stato implementato il suono stereo.
È supportato l’AirPlay mirroring fino a 720p, mentre la riproduzione di video via AirPlay può arrivare sino al FullHD da 1080p.
Il bluetooth supporta lo standard 4.0 e il wifi, finalmente, supporta lo standard N su banda da 5 ghz.

Dopo essermi documentato per questa analisi, mi sono convinto che l’innovazione c’è ed è sotto il cofano. Non posso che invitare chi sostiene che Apple abbia realizzato un iPhone identico al 4S basandosi sulla similitudine di form factor a leggere attentamente tutte le specifiche tecniche elencate sulla pagina ufficiale di iPhone sul sito Apple per cambiare idea.
Del resto, se ci pensate un attimo, il form factor dei MacBook non cambia da anni, così come quello dell’iMac (se non per piccole modifiche estetiche) eppure la componentistica fa la differenza fra una generazione e l’altra.
Se vediamo gli smartphone come dei piccoli computer (o, meglio, i più piccoli dispositivi dell’era post-pc), questo potrebbe essere l’approccio ideale per seguirne l’evoluzione che, come la storia di Apple, non può essere estetica ad ogni generazione di prodotto.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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