Recensione: Logitech Keyboard for iPad, compagna ideale per la scrittura

I tablet consumer sono nati scimmiottando i PC: teoricamente capaci di far tutto ma praticamente inutili, senza una propria identità. La scommessa che Apple ha fatto con l’iPad non è stata così banale come potrebbe sembrare oggi, scegliendo di preferire un OS da “smartphone” – peraltro più chiuso di tutti gli altri concorrenti del tempo – su di un dispositivo che, fino al giorno prima, era inteso sostanzialmente come un “computer completo senza tastiera ma con il touch”. Pur arrivando con un vasto parco di app ereditate già compatibili (quelle per iPhone, utilizzabili in modalità x2) le vere potenzialità dell’iPad sono state più chiare solo dopo qualche tempo, man mano che nascevano le app a lui dedicate, tra cui anche iWork, Pages e Numbers – che Apple ha reso disponibili solo ad aprile del 2010, 4 mesi dopo il lancio del primo tablet di questo nuovo corso.

Un sistema operativo mobile che si affida ad un’interfaccia così semplificata, come quella di iOS, ed uno strumento di input talmente banale, come le dita, deve faticar molto per riuscire ad eguagliare la flessibilità e la complessità delle applicazioni desktop. Fortunatamente Apple – o forse dovremmo dire Steve Jobs – ha fin da subito stabilito dei paletti e delle linee guida molto chiare, evitando che venissero realizzate delle app-clone di quelle per Mac e PC, creando un nuovo modo di concepire non solo la fruizione dei contenuti – già radicalmente innovata con il primo iPhone – ma anche la loro creazione. Malgrado quest’evoluzione sia ancora in corso, non del tutto maturata, la maggior parte degli utenti riesce ad evitare la tastiera fisica. Probabilmente può essere considerato come un successo per Apple e personalmente l’ho sempre rigettata a livello concettuale, non tanto per la bontà di quella virtuale (efficace, ma sempre limitata), piuttosto perché ne consegue un approccio molto lontano dal Post-PC e più simile al classico: scrivania, tastiera, schermo.

Tuttavia le app destinate alla creazione continuano a migliorare ed unendo il loro richiamo, fatto di stile e semplicità, alle potenze di calcolo in costante crescita delle soluzioni ARM, viene spontaneo chiedersi se un iPad non possa ormai sopperire a molte esigenze che consideravamo “troppo evolute”. Ho letto con interesse le testimonianze dei tanti che riescono a far tutto ciò che gli serve con un iPad, ma ho sempre saputo di non poter rientrare in questa categoria. Negli ultimi mesi ho maturato la voglia di sfruttarlo maggiormente ed ho iniziato ad apprezzare alcuni editor minimal come Byword (su cui arrivo largamente in ritardo) che ora uso su Mac, iPad, iPhone. La tastiera virtuale di iOS è la migliore che io abbia mai utilizzato, per forma, ergonomia, estetica e reattività, ma se si intende scrivere con maggior rapidità e scioltezza, allora continuo a preferire ampiamente il feedback di una tastiera fisica (e non sono l’unico immagino). Per non parlare delle difficoltà lavorando con programmazione e scripting, dove l’uso della punteggiatura e dei simboli diventa molto frequente e c’è da impazzire.

Ascoltando una recente puntata di EasyApple, ho sentito parole molto positive da parte di Luca e Federico sulla Logitech Keyboard per iPad e non ho potuto fare a meno di chiedermi se potesse rispondere anche alle mie esigenze.

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La tastiera è larga più o meno come la Wireless Keyboard Apple, 1cm scarso in più, ed è dotata di una custodia rigida in plastica che è poi l’elemento più interessante. Sembra un normale astuccio, dal quale si estrae la tastiera sfilandola dall’alto, ma si può anche aprire ed è tenuto insieme soltando da due (forti) magneti laterali:

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Il morbido tessuto azzurro di cui è rivestito l’interno tiene al sicuro la tastiera ed è molto piacevole alla vista ed al tatto. Sul retro si trova un supporto che si può incastrare al bordo della custodia creando un cavalletto molto stabile:

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Potremo poggiare l’Pad in orizzontale e verticale, risultando molto ben visibile ed utile nella scrittura. Una delle cose immediatamente apprezzabili con la tastiera esterna è proprio il maggiore spazio che rimane disponibile per i contenuti, dal momento che quella virtuale copre uno spazio considerevole (specie in orizzontale). Per quanto riguarda il paring via Bluetooth, si esegue in un attimo: viene richiesto di digitare dei numeri per confermare e siamo già pronti ad usarla in pochi istanti. I tasti ad isola sono ben formati ed hanno una corsa della giusta profondità, davvero molto simile alle tastiere Apple.

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Si può abbinare ed usare anche sul Mac ma la consiglierei solo per un uso sporadico dal momento che possiede i vari ctrl/cmd/alt/invio/frecce ma non ha tutta la fila superiore con i tasti funzione. La qualità costruttiva è accettabile anche se non all’altezza di quella Apple in alluminio, mentre è apprezzabile la presenza di un più chiaro selettore on/off con led di stato e carica residua. Le batterie richieste sono due normali stilo AA, inseribili nell’alloggiamento posto sul retro. Durano abbastanza, in base all’uso, ma è sempre meglio ricorrere alle ricaricabili per ridurre i costi.

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Da sottolineare anche che il supporto possiede una piccola prolunga sulla base, che si estende a slitta e consente di ottenere un’inclinazione maggiore qualora risultasse necessario o più confortevole.

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3,5Conclusioni / Costi
Adoro l’iPad, per mille ragioni, ma se penso a quanto costa un modello con 64GB e ci aggiungo anche le 50/60€ della Logitech Keyboard for iPad – per ottenere, poi, una sorta di mini-laptop da scrivania – mi vien da pensare che siamo vicini al territorio del MacBook Air 11″ base, magari ricondizionato o usato. Certo non voglio insinuare che siano soluzioni equivalenti, ma le differenze tra ecosistema desktop e tablet sono così pronunciate nell’ambiente Apple (a differenza di quanto propone Microsoft con Windows 8) che il messaggio che dovrebbe arrivare è: ogni dispositivo va utilizzato in modo consono alla propria natura. Mettendo da parte tutte le valutazioni di forma, la tastiera proposta da Logitech si presenta come un’ottima compagna per chi possiede un iPad e si trova spesso a dover digitare, magari per prendere appunti in università o per scrivere con un ambiente davvero miniale e compatto, sia a casa che in mobilità. C’è da considerare che la Wireless Keyboard Apple costa poco di più ed è strutturalmente migliore, oltre che più indicata ad essere usata anche con il Mac. I punti di forza della soluzione Logitech sono da ricercare principalmente nella custodia/supporto, molto pratica su un piano d’appoggio ma sostanzialmente inutile sulle ginocchia. L’aspetto è complessivamente buono e la digitazione confortevole, inoltre ci sono alcuni tasti specificatamente progettati per iOS, come ricerca (che apre Spotlight) ed home (che mantiene anche le altre funzionalità come il doppio click). Tuttavia il sistema operativo rende impossibile l’uso dell’intera interfaccia con la sola tastiera e si dovrà ricorrere molto spesso al touch. Per la pura scrittura è molto comodo ma quando ci si trova divisi tra tasti e pressioni sullo schermo, senza un mouse o trackpad, non ci si sente decisamente a proprio agio (sensazione che immaginiamo possa dilagare a breve tra gli utenti MS). Il voto complessivo è un meritato 3,5 stelle, probabilmente più interessante, seppur maggiormente costosa, sembra essere il modello Ultrathin che funge al contempo anche da custodia, risultando più agevole da trasportare rispetto il modello provato.

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PRO
+ Pratica custodia/supporto
+ Digitazione confortevole
+ Tasti specifici per iOS
+ Chiaro selettore on/off

CONTRO
- Il supporto è utile esclusivamente con superfici di appoggio stabili
- Trasportare tastiera e iPad non è molto comodo anche per via del diverso form factor
- Costruzione e finitura solo sufficienti (e il nero tende a sporcarsi molto)

DA CONSIDERARE
| iOS limita molto l’uso delle tastiere esterne (si dovrà ricorrere spesso anche al touch)

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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