Recensione: MacBook Pro 13″ 2012, parola d’ordine: possibilità

È facile rimanere ammaliati dalla leggerezza del MacBook Air o dal display del MacBook Pro 13″ Retina, onestamente ritenevo che il primo avesse ormai scalzato il Pro 13″ tradizionale dal podio di portatile Apple più venduto. E invece la viva voce di Tim Cook, nel keynote del 23 ottobre, ha sentenziato chiaramente che, proprio quel notebook “vecchio stampo” con un design che risale al 2008, SuperDrive e display dalla modesta risoluzione, è ancor oggi il più apprezzato dagli utenti.

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Pur senza le mirabili doti di Patrick Jane si noterà l’incompatibilità tra la direzione di sviluppo hardware intrapresa da Apple ed i gusti dei propri acquirenti. Portatili sottili come lame e leggeri come un block notes, schermi dalla risoluzione indicibile, dischi super veloci, abbandono dei vetusti supporti ottici e, alla fine, vende di più il vecchio MacBook Pro.

In tutta sincerità non credo che Apple stia davvero sbagliando direzione ma che, più semplicemente, abbia iniziato a muoversi con largo anticipo. I primi laptop, ad esempio, erano incredibilmente lenti, pesanti e costosi, preferibili solo da una ristrettissima fascia di utenti, per i quali la mobilità era semplicemente necessaria. Molto spesso risultava più conveniente avere due o anche tre computer fissi, uno in ogni postazione di lavoro, piuttosto che un portatile. Il rapporto di convenienza, inteso come prezzo/prestazioni, continua ad assere a vantaggio dei desktop ancora oggi, ma gli equilibri di mercato si sono completamente invertiti. Si vendono molti più portatili, specie per chi intende possedere un solo computer, e sempre più spesso gli si associano dispositivi anche più compatti, come i tablet, o addirittura tascabili (smarpthone), per poi demandare la fruizione di contenuti multimediali verso le Smart TV (o anche TV tradizionali con media player).

La prima evoluzione del portatile si è già conclusa. I chipmakers la hanno sostenuta, indirizzando lo sviluppo verso le piattaforme mobile ed a basso consumo, ed anche se le prestazioni dei computer fissi continueranno ad essere più elevate per ovvie ragioni – derivanti dall’alimentazione e dalla possibilità di lavorare su pesi e dimensioni differenti – i computer portatili hanno colmato larga parte del gap, raggiungendo capacità di calcolo più che sufficienti, anche per impieghi di calibro professionale.

I dischi allo stato solido fanno parte dell’attuale evoluzione, quella che, per certi versi, deriva dall’esperienza iPad. Gli SSD esistono da lungo tempo ma, come spesso accade per le tecnologie innovative, erano inizialmente destinati al settore enterprise, anche per via di costi elevati. L’iPad è stato il dispositivo più vicino ai computer in grado di mostrare i vantaggi dello storage su memoria flash anche a livello consumer. Entro la fine dello stesso anno Apple presentò il primo Mac esclusivamente basato su SSD (Air 11 e 13 di fine 2010) e ricordo bene che sottolineò l’effetto “instant-on” equiparandolo a quello dell’iPad. Abbiamo praticamente vissuto tutti questi passaggi step-by-step, seppure spesso non ci si faccia caso.

È facile che il MacBook Pro 13″ sfiguri di fianco ad un Air o ad un modello con display Retina, ma se vende ancora così tanto un motivo ci sarà e non è neanche così difficile da capire. Se si bada al sodo e non ci si lascia ammaliare dal profilo di un Air o dalla risoluzione Retina, allora si noterà che nell’offerta di portatili Apple da 13″ il buon vecchio Pro è quello che offre di più.

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Io ho deciso che non mi serve il SuperDrive (integrato), che posso fare a meno dell’Ethernet (quasi sempre), che posso sostituire i dischi esterni Firewire 800 in altrettanti USB 3.0/Thunderbolt (spendendo altri soldi) e che mi farò bastare i pochi GB del mio SSD (per i dati primari). Insomma ho scelto di provare a seguire il percorso tracciato da Apple. C’è però da sottolineare che uso il computer come mezzo primario nel mio lavoro e che, di conseguenza, posso investire cifre considerevoli in questo ambito. Così com’è utile evidenziare che, infine, mi sono trovato ad acquistare un masterizzatore esterno (anche se BluRay), un adattatore Thunderbolt>Firewire ed uno Thunderbolt>Ethernet, nonché un paio di nuovi hard disk esterni, un LaCie P’9220 1TB portatile USB 3.0 (recensione) ed un WD Thunderbolt Duo 4TB per lo studio (recensione). In sostanza quel che intendo sottolineare è che ogni scelta porta a delle rinunce e richiede dei compromessi, si tratta solo di definire le proprie priorità.

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Supponiamo per un attimo che la risoluzione di 1280 x 800 pixel sia per noi sufficiente e che non ci spaventino i 2kg di peso, tutto il resto saranno esclusivamente pregi. Il prezzo di ingresso di 1,279€ (solo per oggi ancora più basso) con la CPU i5 2,5GHz è il più basso per un 13″ Apple, equiparato solo dall’Air di pari dimensione modello base che con l’i7 1,8GHz è però più lento. Per superare le prestazioni del Pro base, da me testato su Geekbench 2, si dovrà optare per l’Air top di gamma ed aggiungere a questo anche la CPU opzionale i7 2GHz (+150€).

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La GPU è la medesima Intel HD Graphics 4000 e non si avranno miglioramenti scegliendo il Pro rispetto l’Air ma se andiamo a vedere la RAM le cose cambiano. Entrambi partono da 4GB ma sull’Air per averne otto si deve necessariamente deciderlo all’origine, essendo saldata, e si pagherà anche a caro prezzo (+99€). Sul Pro si usano le normali SO-DIMM e si potrà risparmiare inizialmente e installare l’upgrade in seguito, senza invalidare la garanzia. Si potranno raggiungere facilmente 8GB ma ci sono già i kit da 16GB (2x8GB) che costano circa 100€ e, in futuro, potrebbero anche fare moduli da 16GB per raggiungere addirittura 32GB (che il sistema dovrebbe tranquillamente supportare).

Di base l’Air ha un SSD da 128GB, unità veloce e senza dubbio valida, seppur poco capiente. Il Pro ha un discaccio da 500GB a 5400rpm, un elemento pessimo se usato singolarmente. Anche in questo caso il suo vantaggio è nell’espandibilità, sia perché si potrà installare qualsiasi SSD si voglia al posto dell’HDD, potendo risparmiare cifre considerevoli dal momento che si usano unità 2,5″ standard, sia perché si potrà decidere di aggiornarlo più volte con altrettanta semplicità, magari dopo un anno o due, con modelli più performanti o più capienti. Ma non finisce qui perché con il MacBook Pro si può sfruttare l’alloggiamento del SuperDrive per installare l’SSD mantenendo il disco meccanico al suo posto ed ottenendo così velocità per avvio ed applicazioni senza ridurre la capacità di base di 500GB, anzi, aumentandola. E cosa possiamo fare con un SSD+HDD nello stesso Mac? Esatto, avete capito bene, si può anche attivare Fusion Drive e sfruttare questa nuova funzionalità di Core Storage, ufficialmente disponibile solo sui più recenti iMac e Mac mini (recensione).

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Altri vantaggi del Pro 13″ sono la presenta del ricevitore IrDA per l’Apple Remote, i LED con indicazione della carica e quello di stato, la porta Firewire 800 e quella Gigabit Ethernet integrate, lo slot per il cavo di sicurezza Kensington e, globalmente, la possibilità di espansione e riparazione praticamente assente sugli Air o Pro Retina.

voto 4Conclusioni / Costi
Seppur consapevole di tutte le oggettive osservazioni fin qui riportate, preferisco comunque portatili più leggeri e sottili, specie perché ho anche altre postazioni fisse disponibili all’occorrenza. E se devo consigliare un portatile Apple, di solito inizio suggerendo proprio il MacBook Air (in particolare questo), perché offre un pacchetto “pre-confezionato” godibile nella maggior parte delle condizioni e per larga parte delle esigenze. Al tempo stesso riconosco le qualità del MacBook Pro 13″ tradizionale, senza dubbio la migliore scelta per chi voglia acquistare un computer oggi e mantenerlo aggiornato ed al passo coi tempi anche tra 4-5 anni, facendo crescere la sua efficienza con upgrade successivi. È economicamente il più valido se la si guarda sotto questa prospettiva ed è anche il computer migliore per chi si vuol divertire a testare le ultime novità con due canali SATA interni e memorie SO-DIMM standard. Come ho detto qualche riga fa, il futuro dei portatili è quasi sicuramente nei super-sottili, così come interpretati da Apple. Oggi però, per chi bada al sodo, vuole risparmiare senza perdere in potenza e non è assolutamente pronto ad allontanarsi da concetti come espandibilità e riparabilità, allora il MacBook Pro 13″ è la scelta vincente. Ed Apple lo sa, per questo non si è permessa di toccarli anche se schiacciati dalle “novità” Air e Pro Retina. Ma la cosa più strana è che questo computer ottiene oggi molti punti aggiuntivi per un aspetto che in passato consideravamo normale: l’espandibilità. Per questo molti dei pro di seguito elencati iniziano con “possibilità“.

PRO
+ Prestazioni valide già nel modello base
+ Possibilità di installare facilmente un SSD standard 2,5″ a prezzi economici
+ Possibilità di portare la RAM a 16GB con piccola spesa
+ Possibilità di installare un SSD al posto del SuperDrive ed usare Fusion Drive
+ Connettività completa: USB 3, Firewire 800, Thunderbolt, Gigabit Ethernet
+ Supporto per Apple Remote
+ Presenza del lettore/masterizzatore DVD
+ Rapporto prezzo/prestazioni conveniente rispetto gli altri portatili Apple

CONTRO
- Spesso e relativamente pesante
- Schermo con risoluzione bassa
- Nessuna opzione per GPU discreta

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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