Recensione: Mac mini 2012, tanta potenza ma un po’ controversa

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Il Mac mini non è così semplice da catalogare. È un computer desktop, ovviamente, ma viene impiegato per i più disparati usi, tra cui anche server, media center e car computer. Per lungo tempo è stato considerato come il *Mac per gli switcher*, adatto a chi voleva mettere un piede nel mondo Apple limitando il rischio – cioè la spesa – riutilizzando i propri monitor, mouse e tastiera. Ad un certo punto della sua “vita” si è quasi temuto potesse essere dismesso, salvo poi ritornare, in grande spolvero, con la sua nuova livrea unibody a metà del 2010.

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Il modello aggiornato in questa fine 2012 non presenta novità esternamente evidenti e il tutto potrebbe essere riassumibile con un incremento delle prestazioni. In realtà vi sono alcuni aspetti particolarmente importanti che hanno destato la nostra attenzione. Come per tutti gli altri Mac passati ad Ivy Bridge, oltre alle CPU più veloci, vi è un comparto grafico estremamente migliorato con la Intel HD Graphics 4000, porte USB 3.0 e RAM a 1600MHz. Alcune di queste migliorie possono essere determinanti anche prese singolarmente, pensiamo ad esempio alla rapidità ed economicità dei dischi USB 3.0, i quali modificano radicalmente il rapporto con le unità esterne.

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Altra caratteristica che contraddistingue il nuovo modello top di gamma, è la possibilità di installare un Fusion Drive aggiungendo 250€. Si tratta ancora di una novità, sulla quale ritorneremo a parlare più avanti, ma è sicuramente interessante. Con l’aggiunta di un SSD da 128GB oltre al già presente HDD da 1TB, viene creato un unico volume che sfrutta la rapidità del disco allo stato solido in modo automatico, senza che l’utente debba far nulla. Il prezzo dell’operazione è considerevole se si pensa che un Samsung 830 da 128GB costa 90€ e che per creare un Fusion Drive bastano poche righe di terminale, tuttavia l’apertura del mini non è propriamente semplice e servono anche dei kit specifici come evidenziato nel nostro video how-to (mediamente 90€). Alla fine il costo complessivo sale e, a meno di non trovare kit più economici, finisce che le 250€ richieste da Apple risultino comunque sopportabili per avere tutto pronto e senza invalidare la garanzia.

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Il modello base del Mac mini 2012 possiede una CPU i5-3210M da 2,5GHz (dual core). A dispetto della precedente generazione, il modello top di gamma monta la medesima CPU della variante server, un i7-3615QM da 2,3GHz (quad core), e questo comporta un salto di prestazioni davvero molto pronunciato. L’ulteriore step riguardo la CPU è rappresentato dall’i7-3720QM da 2,6GHz (quad core), il quale richiede un’aggiunta esigua di 99,99€, così come esigue sono le differenze di prestazioni. Sulla base dei risultati a 64 bit presenti sul Geekbench Browser, abbiamo confrontato le tre varianti di Mac mini rispetto gli altri Mac del 2012, escludendo ovviamente gli iMac non ancora in distribuzione (ci scusiamo se la lista è un po’ lunga).

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Da questa tabella si evincono almeno due importanti elementi di novità per il piccolo desktop di casa Apple: il primo è che la CPU del modello top di gamma offre prestazioni superiori per oltre il 60% rispetto il modello base (mentre tra questo e l’ulteriore update ottenibile con le personalizzazioni in fase d’ordine il miglioramento è limitato al 10%), il secondo è che ora il mini può camminare davvero a testa alta fra gli altri Mac.

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Nessuna delle varianti può però montare una GPU dedicata e tutte si affidano alla Intel HD Graphics 4000. Rispetto la generazione precedente (HD 3000) le prestazioni sono nettamente superiori ed è probabilmente per questo che Apple ha pensato di poterne fare a meno anche nel top di gamma, dotandolo però di una CPU quad core (che era solo in opzione per i modelli 2011). Il modello da noi testato è quello con la CPU più rapida ed 8GB di RAM, di cui 768MB vengono gestiti dalla scheda grafica.

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Lavorando con applicazioni corpose come Final Cut Pro X, Motion o Aperture, abbiamo notato un’ottima reattività del Mac mini che non ci ha fatto particolarmente rimpiangere la GPU integrata. Ripescati progetti particolarmente pesanti, il rendering è sempre stato rapidissimo e lavorare con fotografie in RAW da 100 MB praticamente una passeggiata. Non è un Mac che nasce per compiti professionali, tuttavia monta delle CPU Quad Core con prestazioni eccellenti e coadiuvato da un disco allo stato solido ci ha offerto un’esperienza d’uso al di là delle nostre aspettative. In effetti non vi era il Fusion Drive nel modello da noi provato – lo testeremo più avanti insieme agli iMac – ma un SSD Samsung da 256GB:

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Le prestazioni del disco solido, misurate con Disk Speed Test, hanno confermato le buone prestazioni velocistiche di queste unità SATA 3, sulle quali Apple abilita nativamente il TRIM. Il test su Cinebench sottolinea alcuni limiti della Intel HD 4000 con OpenGL nonché l’efficienza della CPU.

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Tutte le connessioni del Mac mini sono poste sul retro, dove si trovano, da sinistra a destra, l’alimentazione, la porta Gigabit Ethernet, Firewire 800, uscita HDMI, porta Thunderbolt, 4 USB 3.0, lettore SD/SDXC, ingresso ed uscita audio. All’interno troviamo il modulo Wi-Fi n con Bluetooth 4.0 e frontalmente il ricevitore infrarossi (compatibile con Apple Remote).

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Il fondo del case possiede l’ormai nota apertura semplificata, che consente di accedere alla RAM senza dover utilizzare neanche un cacciavite, rendendo l’upgrade della memoria molto semplice e spesso più conveniente se realizzato successivamente all’ordine. In particolare i 16GB che da Apple costano 300€ aggiuntive, su MacShop si possono trovare a 99€.

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Per quanto riguarda il collegamento del display, la Thunderbolt si comporta esattamente come una Mini DisplayPort con l’unico appunto che, avendone una soltanto, collegando un monitor con questa porta si perderà la possibilità di sfruttare altri dispositivi Thunderbolt – succede ad esempio con il Led Cinema Display. Nella confezione si trova anche un adattatore HDMI / DVI per avere maggiore flessibilità, ma una seconda porta Thunderbolt sarebbe stata gradita.

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4Conclusioni / Costi
Il Mac mini 2012 è indubbiamente una macchina controversa che unisce vantaggi unici a spiacevoli svantaggi. Il modello base ed il top di gamma sono molto distanti per prestazioni e necessitano di una valutazione totalmente separata. Si parte con una CPU i5 dual core da 2,5GHz che supera in velocità la più potente disponibile sul modello di precedente generazione e costa 649€. Tutto bello se non fosse che ci si trova con un hard disk meccanico: una nota dolente per chiunque conosca i vantaggi degli SSD. La scelta di dotare tutto il parco macchine che non appartiene alla categoria dei superleggeri (Air e Pro Retina) di dischi tradizionali, non è propriamente condivisibile, specie quando si tratta di unità a 5400 rpm. Probabilmente la maggior parte degli utenti “meno geek” storcerebbe il naso di fronte a “soli” 128GB di capacità e, per assurdo, preferirebbe i 500GB, seppur lenti come una lumaca (magari ignorando la differenza). Tuttavia crediamo che il periodo in cui si parlava di SSD ad una platea che non sapeva cosa fossero, è ormai piuttosto distante, anche grazie ad Apple ed alla massiccia adozione e promozione sugli Air. Per questo la scelta ci appare poco indovinata, anche se decisamente più accettabile rispetto l’impossibilità di montare un disco allo stato solido (o Fusion Drive) nel modello base, opzione presente solo in quello top di gamma e nella variante server. Sono quelle classiche limitazioni “da Apple” che deludono e innervosiscono allo stesso tempo. Tuttavia se ci si accontenta di sostituire l’HDD con un SSD, il fai-da-te non è costoso, poiché non richiede kit aggiuntivi, e neanche troppo complesso (si raggiunge il disco a 3’43” del nostro video). Il Mac mini base è un po’ un coltellino svizzero, può stare sotto la TV o su una scrivania, si trasporta facilmente e c’è anche chi lo installa nelle auto. Come desktop è sicuramente valido per compiti generali ma non è il caso di accoppiarlo ad un Apple Thunderbolt Display perché a quel punto si compra un iMac e si ottiene anche una GPU dedicata, mouse e tastiera wireless. A meno di non possedere già tutte le periferiche, va considerata come una soluzione in budget a cui affiancare un monitor dall’ottimo rapporto qualità/prezzo come il Samsung LED S22B150N 21,5″ da 99€.

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Le 200€ aggiuntive richieste per il top di gamma – che costa 849€ – vengono assorbite dal disco più capiente (1 TB) e dalla CPU. In modo particolare è quest’ultima a fare la differenza, essendo un i7 Quad Core che comporta uno scatto di prestazioni molto pronunciato: da 7294 a 11687 punti su Geekbench 2. Praticamente si trovano su due scale di valori così distanti che di norma riscontriamo solo tra generazioni differenti. Se il modello base è valido per tutto-un-po’, con il top di gamma non spaventano neanche i compiti più importanti. Su questa macchina la scelta del Fusion Drive sembra quasi obbligatoria e si raggiungono così 1,100€ sonanti. Si otterrà un computer davvero valido, velocissimo ed adatto anche ad applicazioni professionali ma ancora una volta senza monitor, mouse e tastiera. Il più grande problema di questo Mac mini si chiama iMac perché sarà davvero difficile non sentire il richiamo del nuovo modello da 21,5″ che, nella versione base, offre una soluzione completamente integrata, 8GB di RAM, una GPU NVIDIA GeForce GT 640M con 512MB di memoria ed un i5 quad-core da 2,7GHz (che dovrebbe attestarsi poco sotto l’i7 da 2,3GHz del mini top di gamma). Ed oltre ad avere un monitor LED FullHD da 21,5″, comprende anche mouse e tastiera wireless che, da soli, costerebbero oltre 100€. Il prezzo base sarebbe quindi più conveniente con i suoi 1.379€, se non fosse che Apple ha pensato bene di limitare anche qui la possibilità di installazione di un SSD o Fusion Drive. Per cui, escludendo i casi in cui si voglia proprio l’HDD o si intenda procedere in fai-da-te (e sul nuovo iMac dobbiamo ancora scoprire quanto sarà complicato), allora si dovrà necessariamente passare al modello top di gamma da 1,579€ e gli equilibri potrebbero tornare a favore del Mac mini, specie considerando le 250€ aggiuntive per il Fusion Drive.

Insomma, non è certo una scelta semplice, ed Apple ce la mette tutta per complicarci la vita anche quando sembrerebbe applicare delle semplificazioni. Ciò non toglie che il nuovo Mac mini con quad core risulti un computer davvero sorprendente che potrebbe essere la soluzione ottimale in molti casi, specie negli ambienti dove sia richiesta una buona capacità di calcolo e si preferiscono monitor più professionali rispetto quelli Apple, sia per evitare la finitura lucida che per dotarsi di pannelli migliori (Eizo, Nec, LaCie, ecc..). Per queste finalità, prevalentemente legate alla fotografia o alla grafica, la GPU integrata ha dimostrato di reggere tranquillamente e la CPU i7 Quad Core darà il massimo.

Senza dubbio il modello più consigliato è il top di gamma a cui aggiungere esclusivamente il Fusion Drive (o l’SSD, a vostra scelta). Il prezzo sarà di 1,099€ e potrete effettuare più avanti l’upgrade della RAM fai-da-te con una spesa irrisoria.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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