Samsung fa pagare di più le sue CPU ARM ed Apple pensa di produrle da sé

Mentre Apple continua la guerra legale contro Samsung, si è da poco accordata con HTC stabilendo un compenso di $6/$8 che andrà a finire nelle casse di Cupertino per ogni smartphone venduto dalla taiwanese. Ci si è sempre interrogati sulle possibili ripercussioni di queste schermaglie sulle forniture di componenti Samsung destinati ai dispositivi Apple ma, fino ad oggi, non era accaduto nulla di rilevante. Molti computer ed idevice sono basati sui chip costruiti dalla coreana, mentre sui pannelli la fornitura è sempre stata diversificata, con la compartecipazione di altri brand come LG o Sharp. Samsung è semplicemente un colosso in termini produttivi ed Apple non può, ad oggi, fare a meno di lei. Questo rapporto di interesse non ha mai influito sulle vicende legali, come se le necessità produttive e le logiche industriali avessero la meglio su qualsiasi rapporto formale/commerciale, incapace di evitare aspri e plateali scontri fra le due aziende.

Qualcosa però sta cambiando e lo si evince dalla decisione di Samsung di aumentare del 20% il costo delle CPU ARM che produce. L’azienda di Cupertino ha accettato senza alcuna riserva apparente il rincaro, semplicemente perché oggi non può fare a meno della capacità produttiva della coreana se vuole soddisfare i ritmi di vendita di iPhone ed iPad. Tuttavia sembra aver già pianificato una soluzione alternativa o, quanto meno, ne sta valutando la fattibilità. Nella quarta puntata del SaggioPodcast ci interrogavamo sugli obiettivi del reparto “tecnologie” appena creato e capitanato dal riacquistato Mansfield, ipotizzando che potessero valutare l’adozione di soluzioni ARM per i Mac. Alla luce dell’ultima mossa di Samsung, sembrerebbe più realistica l’ipotesi che si stia considerando la produzione self-made dei SoC alla base degli iDevice, i quali sono attualmente progettati da Apple ma realizzati da Samsung. A quanto pare, a forza di tirare, la corda si sta strappando ed i contendenti stanno mettendo in atto le rispettive misure di salvaguardia dei propri interessi, economici e strategici.

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In questa fine del 2012 stiamo assistendo ad una lunga serie di colpi di scena tra le alte sfere dei big tecnologici ed è molto probabile che questo sia solo l’inizio di una più estesa partita, giocata su un terreno sempre più importante ed economicamente appetibile.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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