Fotografia for Dummies 5: l’istogramma nelle immagini

L’istogramma di un’immagine è una rappresentazione grafica che consente di verificare con precisione alcuni aspetti fondamentali, come l’esposizione o la gamma tonale. Se non lo si conosce può risultare incomprensibile e per questo ignorato. Oggi cercheremo di evidenziare le sue principali caratteristiche.

A cosa serve leggere l’istogramma?
Leggere l’istogramma delle immagini è utile già al momento dello scatto ma si rivela fondamentale in post produzione, dove la sua comprensione consente di utilizzare al meglio i potenti strumenti che la Camera Bianca ci offre. Tutte le reflex e le mirrorless, nonché le migliori compatte prosumer, consentono di visualizzare l’istogramma al momento dello scatto o nella riproduzione dell’immagine appena catturata. Questo ci aiuta in modo semplice e preciso per capire se abbiamo “tagliato” fuori alcune informazioni, perché troppo scure o troppo chiare. Scattando in formato RAW e lavorando in post-produzione, si può recuperare molto ma non si possono fare miracoli, per questo motivo è fondamentale esporre correttamente una fotografia già al momento dello scatto.

Gamma (tonale e dinamica)
Con Gamma Tonale (Tonal Range) ci si riferisce all’ampiezza di sfumature di colore presenti all’interno di una fotografia, mentre con Gamma Dinamica (Dynamic range) si intendono i livelli di luminosità riprodotti dal sensore della fotocamera. Generalmente, ma non è una regola, si tende a massimizzare il valore di gamma, andando ad ottenere immagini con tono ampio dal nero profondo al bianco (evitando il bianco assoluto). L’immagine con poca gamma tonale risulta sostanzialmente piatta, con poco contrasto tra aree chiare e scure. Passate con il mouse sopra l’immagine seguente per verificare il cambiamento.

Rollover_g_01

Sia la gamma dinamica che la gamma tonale possono essere suddivise in zone, cosi da riferirsi ad una specifica area della fotografia. Per riferirsi a queste suddivisioni si utilizzano i termini ombremezzi toni e alte luci. È facilmente intuibile che le zone scure saranno le ombre, quelle chiare le alte luci e tutto il resto verrà confinato nei mezzi toni. Proprio per questo i Mezzi toni sono soliti avere la maggior gamma tonale, contendo il maggior numero di informazioni della nostra fotografia.

Sempre riferendoci al bianco e nero (in onore della semplificazione) per massimizzare la gamma dovremmo andare a rendere i neri “più pieni” e le alte luci più “brillanti”. Chi ha dimestichezza con software come Photoshop, avrà probabilmente notato che un effetto simile si può ottenere con i pennelli brucia (per scurire) e scherma (per schiarire).

Sottoesposizione o Sovraesposizione?
La funzione principale dell’istogramma è fornirci una lettura esatta sull’esposizione della fotografia. Esso rappresenta, tramite una distribuzione statistica, la luminosità della foto o, meglio, il numero di pixel relativi ad ogni valore tonale.

La comprensione di questo strumento è molto semplice. Lungo l’asse orizzontale troviamo i valori relativi alle ombre, ai mezzi toni ed alle alte luci (da sinistra a destra). All’estrema sinistra troveremo il valore del nero perfetto (RGB 0,0,0), all’estrema destra invece il bianco perfetto (RGB 255,255,255). Se la parte più alta del grafico sarà all’interno della zona delle luci avremo una fotografia molto luminosa, e viceversa. Ecco un esempio di istogramma relativo ad una foto correttamente esposta:

IST_STD

Come ogni istogramma, il grafico è costruito con una serie di colonne ravvicinate, ognuna delle quali rappresenta un preciso valore di gamma tonale. All’estremità si trovano il nero ed il bianco assoluti ed è importante che le rispettive colonne siano ridotte al minimo poiché altrimenti vorrà dire che vi saranno delle aree bruciate, piatte e prive di dettaglio. Vi sono dei casi particolari in cui si mira proprio a questo risultato ma, in linea generale, nelle fotografie non dovrebbero esserci ombre chiuse o luci bruciate.

IST_ERR_2

Questi fenomeni prendono il nome di Clipping, ossia quando in un istogramma vi è qualche pixel che risiede nella colonna 0 (nero) o 255 (bianco)

Nelle foto sottoesposte la curva dell’istogramma punta verso sinistra, indicando una densità maggiore di toni scuri, in quelle sovraesposte, al contrario, tutto è spostato verso destra.

IST_ERR

Tipologie di Istogramma
Per ogni immagine si possono creare diversi tipo istogrammi, così come il valore cromatico di un pixel può essere misurato in diversi modi.

  • Istogramma RGB: È il classico istogramma che viene visualizzato dalla maggior parte dei programmi di post-produzione. Non è alto che l’istogramma che si viene a formare dalla sovrapposizione dei ganali Rosso, Verde e Blu
  • Istogramma della luminosità: Rappresenta la luminosità percepita e anche se si basa sui tre colori RGB essi sono calcolati con una media ponderata (non hanno quindi lo stesso peso). Questo tipo di istogramma è quello che solitamente ci restituisce la nostra macchina fotografica. Precisamente viene associato un peso del 59% al verde, un 30% al rosso e infine 11% al blu.
  • Istogramma dei colori: Mostra la rappresentazione dei colori primari (RGB) e dei secondari (sovrapposizione di due o più primari). L’insieme di tutti i colori è rappresentato dalla zona grigia. Questo particolare istogramma è utilizzato anche da Lightroom.
IST_COLOR

Lightroom & Clipping
Su Adobe Lightroom è presente un istogramma molto evoluto che ci offre la possibilità di evidenziare le zone soggette al clipping per le singole componenti cromatiche.

IST_CLIP

Come è possibile notare dall’immagine sovrastante, l’istogramma presenta due triangolini posizionati agli estremi del grafico. Come è intuibile, il triangolo di sinistra è relativo al clipping sulle ombre, mentre quello di destra è relativo alle alte luci. Lightroom non si ferma qui, ci viene in contro indicandoci anche il colore relativo al clipping, in questo caso il ciano, ottenuto dalla somma di luce verde (G) e blu (B) nella sintesi additiva del colore (il metodo RGB).

LIGHT_CLIP

Istogrammi in Photoshop
Gli istogrammi sono degli ottimi indicatori della bontà della fotografia e per questo andrebbero sempre tenuti sotto controllo durante l’elaborazione in Camera Bianca. In Photoshop la visualizzazione degli istogrammi durante la fase di fotoritocco avviene nella palette dei livelli e nella palette curve

  • Istogramma Livelli: La potente funzione livelli di Photoshop ci permetterà di modificare l’intensità delle ombre o della alte luci della nostra immagine spostando semplicemente i cursori. Nel caso volessimo accentuare le ombre della nostra foto non dovremmo fare altro che andare a prendere il cursore estremo sinistro e portarlo leggermente verso destra.

PS_CURV

  • Istogramma Curve: Questo altro strumento assolve la medesima funzione, ossia modificare il bilanciamento dei toni e del contrasto all’interno della nostra immagine. Il concetto chiave delle curve è che non si può aggiungere contrasto ad un passaggio tonale senza diminuirlo in un altro, richiama un po’ la conservazione della massa di Lavoisier, in fisica. Lo strumento curva, quindi, andrà solamente a ridistribuire il contrasto come noi decideremo. È uno strumento molto potente con il quale si può modificare radicalmente l’aspetto di un’immagine disegnando una curva che ne altera la luminosità in modo selettivo.

Conclusione
Gli istogrammi non vanno considerati come degli strumenti oggettivi. Essi ci mostrano delle informazioni ma queste vanno interpretate secondo la nostra sensibilità artistica in relazione al risultato che vogliamo ottenere con una fotografia.

Un esempio di istogramma oggettivamente errato ma soggettivamente corretto è il seguente:

Sebbene il grafico evidenzi una sottoesposizione lo scatto risulta naturalmente illuminato. È tendenzialmente scuro, come era realmente, ma non possiede ombre chiuse. Un risultato analogo può verificarsi anche nel caso di un istogramma tendente alla sovraesposizione ma che risulta corretto secondo il fotografo.

In sostanza, leggendo l’istogramma di un immagine possiamo identificare degli errori, ma non esiste un metro unico per valutarli così come non vi è una forma ideale e sempre corretta da ottenere.

Una casistica estrema di questo concetto riguarda le foto HighKey e LowKey, ma non vi anticipo troppo dato che ne parleremo nel prossimo articolo della collana Fotografia for Dummies

Gianmarco Meroni

Ingegnere per dovere, fotografo e viaggiatore per passione. Prediligo andare alla scoperta di posti insoliti e non convenzionali per conoscere i luoghi più remoti del pianeta attraverso gli occhi e i sorrisi della sua gente. La foto migliore è quella che non ho ancora scattato, il viaggio più bello il prossimo! Tutto il resto é su Ethnologies.it.

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