iPhone ed abbonamenti, l’unica strada percorribile?

Io sono allergico agli abbonamenti. Preferisco pagare qualcosa in più per tenermi stretta la libertà di cambiare e cambiare ancora. Mi conosco, non per altro, e so bene che quando si tratta di tecnologia e servizi, i tempi di update per un geek non sono mai superiori ai 30 mesi. La questione crisi, spread, governo piedi in aria, mummie che ritornano e l’opinabile futilità della tecnologia, mi lasciano del tutto indifferente. Ho sempre avuto un ordine di priorità ben preciso, ma se ritengo che un prodotto o un servizio mi sia d’aiuto nella vita o nel lavoro – e posso permettermelo – non mi faccio troppi scrupoli nell’acquistarlo. Quest’anno però non credo proprio che avrei preso l’iPhone 5 senza la possibilità dell’abbonamento.

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Come smartphone mi ha lasciato entusiasta, molto più di quanto i numeri e le immagini mi avevano fatto immaginare. Ho volutamente provato anche un Galaxy Note II ed un S III per cercare di evidenziare i limiti di questo iOS, così bistrattato nelle pubblicità della concorrenza, con il risultato di ritornare ancor più convinto sull’iPhone. È d’obbligo sottolineare che è una questione di gusti, abitudini, usi e quellochesivuole, ma ad oggi mi trovo troppo addentro il semplice universo iOS per apprezzare le infinite, a volte inutili a tratti incoerenti, possibilità di Android. Nella mia recensione ho assegnato 4,5 stelle e, a distanza di un paio di mesi, non cambierei nulla in quella valutazione. Ma il prezzo, beh, quello merita riflessioni.

729€ sono tanti, sono davvero tanti. Inutile che vi elenchi cosa ci si può fare con quella cifra, molti giovani non ci arrivano neanche in un mese di sudato lavoro. Per quelli che hanno la fortuna di avercelo. Non che il precedente costasse poco, anzi, proprio perché erano già alte le 659€ del 4S l’ulteriore innalzamento ha fatto una certa impressione.

Oggi notiamo che l’iPhone 5 è finalmente in pronta consegna sull’Apple Store, con un ritardo davvero importante rispetto il momento del lancio. Tuttavia mi – e vi – chiedo: ha ancora senso comprare uno smartphone che costa nella versione media – da 32GB – 839€? Si è sempre speso molto per la tecnologia, ricordo cellulari grandi come valigette che richiedevano svariati milioni di lire, così come cellulari evoluti da quasi un milione con schermi monocromatici. Non si vuole far retorica ma non è neanche detto che uno smartphone debba costare cifre simili. Ben capisco chi ripiega su soluzioni android economiche (e riesce a farsele piacere) un po’ meno chi spende somme analoghe per il Galaxy di turno che, dopo 4 mesi, costa la metà. Questione economica in questo caso, non tanto di gusti.

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Mettendo da parte SaggiaMente e le implicazioni che questo comporta (anche volendo non potrei saltare un iDevice) avrei preso comunque questo nuovo iPhone 5 perché, pur dopo aver provato altri terminali contemporanei, continuo a preferirlo. Tuttavia ho l’impressione che ormai questi dispositivi vadano pensati quasi esclusivamente insieme ad un abbonamento: per chi fa un discreto numero di telefonate e sfrutta la connessione dati, il terminale può avere un peso aggiuntivo davvero ridotto rispetto la rata tradizionale. Non mi piace finire un post con una domanda ma trattandosi più che altro di una riflessione, per altro nient’affatto originale, vi chiedo come la pensate: gli smartphone vanno pensati come semplice commodity del piano telefonico?

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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