Ecco cosa sarà in grado di fare la USB 3.0

Lo standard Universal Serial Bus è nato per creare una porta di connessione universale ed economica, non certo pregiata. Le specifiche delle varie versioni di USB sono state sempre inferiori rispetto le altre porte contemporanee, vuoi per rapidità ma anche per efficienza e funzionalità. La prima evoluzione importante si è avuta nel 2000, grazie ad un deciso incremento della velocità nominale della USB 2.0 rispetto la precedente 1.1, passando da 12 Mb/s a 480 Mb/s. Insieme a questo notevole passo in avanti, reso necessario per contrastare l’avanzare della Firewire 400 Mb/s, si è anche ottenuto un aumento della capacità di alimentazione, ora sufficiente a gestire i dischi da 2,5″ senza la necessità di adoperare due porte e senza collegamento alla corrente. Grazie a tali specifiche, la USB 2.0 ha ottenuto una diffusione planetaria e rapidissima, regnando sovrana nel mercato mainstream negli ultimi 10 anni. Per i professionisti si sono parallelamente sviluppate altre tecnologie, come la Firewire 800 (particolarmente cara agli utenti Apple) o la eSATA. Quest’ultima deve il suo principale successo, seppur limitato alla fascia alta del mercato, alla possibilità di equiparare in tutto e per tutto sui dischi esterni la velocità e l’efficienza di quelli installati internamente sul controller SATA. Thunderbolt si è posizionato decisamente al di sopra di tutto questo, con una banda massima e specifiche tecniche così flessibili che gli consentono di emulare ognuna di queste connessioni precedenti. In sostanza una USB non può emulare una Firewire, così come una eSATA non può simulare una Thunderbolt, mentre con quest’ultima si può creare un HUB che le gestisca tutte partendo da una sola porta. Si potrebbe sicuramente definire un game changer della connettività.

L’USB Implementers Forum ha però deciso di raccogliere la sfida e dopo un lunghissimo periodo di letargo ha ripreso a lavorare a tambur battente fino alla presentazione delle specifiche USB 3.0. La nuova porta, definita SuperSpeedUSB, ha già vinto sul mercato grazie alla rapida diffusione, retrocompatibilità e prezzi praticamente invariati ma, viste le potenzialità di Thunderbolt, si sta già lavorando ad un nuovo miglioramento della USB 3.0 che la porterà a 10 Gbit/s. Abbiamo già accennato a questa novità presentata al CES 2013 ma oggi, grazie ad un articolo di Anandtech scopriamo qualcosa in più.

È confermato che l’estetica dei cavi sarà la medesima ma ci sarà un programma di certificazione per poter supportare i 10 Gbit/s i quali sono, prevalentemente, ottenuti con una migliore programmazione e gestione energetica. Secondo gli sviluppatori la maggior parte degli attuali cavi è già pronto a supportare la nuova velocità. Una delle novità più importanti sulle quali si sta lavorando è denominata USB Power Delilvery (PD1.0), grazie alla quale le periferiche potranno riuscire ad inoltrare la propria alimentazione in cascata. L’esempio visto al CES è un po’ complesso ma rende l’idea delle possibilità.

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Si è preso un vecchio notebook Lenoxo X300 e lo si è opportunamente modificato con una scheda per supportare le specifiche PD1.0. Questo è stato collegato ad un monitor Dell al quale è stato aggiunto un componente per inviare la propria alimentazione al portatile via USB. In pratica il computer rimane acceso solo tramite la corrente che gli arriva dal display nero, che vedete al centro, sulla porta USB 3.0.

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Non solo, a questo monitor se ne è collegato un secondo, sempre tramite USB 3.0, ed a questo una pen drive. Seguendo regolarmente tutta la catena, il portatile è stato in grado di alimentarsi tramite il display PD1.0, gestire entrambi i display in uscita video e leggere il contenuto della chiavetta USB.

Si tratta di primi tentativi ed ancora un po’ rudimentali, eppure sembra che la porta non si accontenti più di recitare la parte del brutto anatroccolo e gli sforzi dell’USB Implementers Forum mirano a recuperare il gap rispetto le connessioni più prestigiose.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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