MobileMe: non c’è dubbio che non sia stato uno dei prodotti più fortunati di Apple. Lanciato nel 2008 in sostituzione del predecessore .Mac, non ha mai scaldato il cuore degli utenti e né tantomeno si è fatto notare per un’elevata affidabilità, senza contare il fatto che nell’ultimo periodo ha dovuto fronteggiare i servizi alternativi di Google e Microsoft gratuiti e per molti versi anche migliori. Sia dai vari aneddoti succedutisi nel corso del tempo sia nella biografia ufficiale di Steve Jobs, la colpa è stata attribuita interamente al team di sviluppatori, risultato incapace di gestire adeguatamente la creazione e il lancio del pacchetto dei servizi. Ma è andata davvero così?

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Dall’altra parte della storia, riportata anche su Cult Of Mac, troviamo proprio un membro della squadra che si occupò di MobileMe, Erin Canton. All’interno di una più generale riflessione rivolta ai CEO di startup in cui invita a gestire il ruolo in maniera meno “Jobsiana”, racconta vari dettagli del pre e post-lancio (ci scusiamo per eventuali imperfezioni di traduzione):

Ho lavorato nel team di MobileMe come Engineering Product Manager, e abbiamo avuto un famoso pessimo lancio quando abbiamo rimarchiato e creato un nuovo fantastico prodotto sulla base di .Mac. C’erano tre o quattro capi tra me e Steve, e continuavamo a dire loro che non ci saremmo sentiti sicuri sulla data di lancio ancora per un lungo periodo. Furono dati suggerimenti su come fare un lancio meno pretenzioso ma che avrebbe funzionato. Più in alto nella catena di comando, però, venne deciso che lanciare qualcosa senza fare fuochi d’artificio non era da Apple. Protestammo invano: “Ma è il web!” Abbiamo avuto i nostri ordini di marcia e proseguito verso il disastro comune.

Venne la notte del lancio. Tutti (…) lavorarono fino all’ultimo per sistemare il prodotto. Dormito sotto le scrivanie, fatto la spola tra l’ufficio e gli hotel vicini, passato il testimone allo sviluppatore successivo per il suo turno, finché non fosse tutto pronto.

Una volta che il servizio fu attivo, ricevemmo (almeno un centinaio di noi) una chiamata per una riunione con Steve Jobs. Camminammo per tutto l’edificio come se fossimo diretti alla ghigliottina. Si pose di fronte a noi e ci gridò, dicendo che dovevamo essere arrabbiati l’uno con l’altro, che avremmo potuto fare un lancio meglio organizzato, lamentandosi del fatto che non avevamo tentato di fare tutte le cose che noi (…) avevamo pregato di poter fare. Fu il miglior discorso de-motivazionale del mondo.

Ora, al di là che nessuno disse a lui ciò che fu da noi detto ai nostri capi, o non fu abbastanza coraggioso da consigliargli che avremmo potuto fare una cosa non da Apple – questo era il sistema che creò Steve. Fece di sé una persona così paurosa e terribile che un intero gruppo di gente fantastica, di talento e diligente finì per sentirsi gridare contro ingiustamente. Fu colpa sua, non nostra, se il lancio di MobileMe andò così male.

Posto che l’imputato non può rispondere per motivi non dipendenti dalla sua volontà, non si riesce a faticare a credere in certi tratti della storia. Il carattere di Jobs emerso dalla biografia di Isaacson è impulsivo e testardo, pronto a ignorare i consigli degli altri ma a farli dopo suoi e prendersene merito in caso di successo, o incolparli scorrettamente di non averli dati in caso di fallimento. Si tratta comunque di due verdetti (quello del fu iCEO e quello della Canton) tra loro stridenti sulla storia della cattiva stella che ha accompagnato la nascita di MobileMe. Forse, alla fine, la verità del tutto sta un po’ nel mezzo. Ma ciò non lo potremo mai sapere con certezza.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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