Recensione: 7 porte USB 3.0 con l’HUB ad alta capacità di Orico

Una cosa è certa: dopo aver provato la USB 3.0 non si torna più indietro.

Bella la Thunderbolt, anzi bellissima, specie se ci attacchi in cascata un Belkin Thunderbolt Express Dock, un paio di WD Thunderbolt Duo ed un Apple Thunderbolt Display (il totale della spesa, però, fatelo voi che a me vien da piangere). Dico questo perché i vantaggi di questa tecnologia si notano prevalentemente a questi livelli, perché è inutile collegare un disco via Thunderbolt quando i 480Mb/s della porta USB 3.0 si dimostrano spesso sovra-abbondanti.

Sul mio MacBook Pro 15″ Retina in postazione casalinga, ho due porte USB 3.0, una destinata all’HUB USB 2.0 del monitor – per le periferiche statiche per cui è sufficiente. come il microfono) – e l’altra la tengo libera per collegare alternativamente Hard Disk, PenDrive o l’instancabile Lexar Card Reader. Inutile sottolineare quanto sia noioso non poter fare una copia tra due dischi USB 3.0, almeno non senza scollegare altre cose di cui ho costantemente bisogno. Ecco perché ero alla ricerca di un HUB USB 3.0 da associare al Mac, prodotto che ho finalmente trovato dopo innumerevoli ricerche.

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Il brand Orico, lo ammetto, mi era assolutamente sconosciuto. Tuttavia l’acquisto non è stato impulsivo ma ben ponderato, sulla base di numerose ricerche online. Il primo problema di questi HUB è che molti non reggono il carico di due o più unità disco autoalimentate, il secondo è che non essendoci ancora prodotti pensare “per il Mac” è facile trovarsi di fronte a degli scatolotti sgraziati. Alla fine ho scelto il prodotto meno vistoso possibile e che ha dato meno problemi agli acquirenti, ovvero l’HUB Orico 7 porte USB 3.0.

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L’estetica non è certo il suo forte, ma è robusto è poco appariscente. Sul retro si trova la porta USB principale per il collegamento al computer e quella per l’alimentatore. Le 7 porte frontali sono ben distanziata ed ognuna di esse ha un proprio led di stato di colore azzurro. Appena arrivato ho fatto subito un po’ di prove intensive e devo dire che mi ha colpito positivamente. In sostanza ho finito i dischi autoalimentati prima di metterlo in crisi, collegandone 4 contemporaneamente senza alcun problema di riconoscimento e scambio file.

Per realizzare una prova d’uso più realistico ho invece collegato:

  1. Pen Drive USB 3.0
  2. Lettore di schede Lexar con una SD ed una CF all’interno
  3. Hard Disk 2,5″ USB 3.0 autoalimentato
  4. SSD 2,5″ USB 3.0 autoalimentato
  5. iPhone 5
  6. Pen Drive USB 2.0
  7. Hard Disk 3,5″ USB con alimentazione propria

Anche in questo caso, nessun problema: tutte le periferiche riconosciute e funzionanti.

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Avrebbero potuto pensare ad un paio di fori per appenderlo in verticale, in modo da farlo sparire dietro la scrivania, ma avendo le superfici lisce ho risolto con un po’ di buon nastro biadesivo. In questo modo vedo solo le porte a filo di scrivania (please don’t rry this at home).

voto 4Conclusioni

Aggettivi positivi riguardo l’estetica non ne prendo proprio in considerazione, però vi garantisco che c’è di molto peggio in giro. HUB che farebbero impallidire anche l’impassibile Spock, roba con forme strane, porte in posizioni inusabili e capacità così ridotte da non reggere nemmeno due hard disk. L’HUB di Orico, per lo meno, non è tutto questo. Ha una forma regolare, tutte le porte sono ben distanziate e raggiungibili e regge veramente di tutto. Il prezzo da pagare su Amazon è di 47,99€, una cifra ragionevolissima e che include anche la spesa di spedizione. Consigliato.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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