Da CS a CC: il Creative Cloud di Adobe si evolve ancora

In questi giorni a San Francisco si sta tenendo l’Adobe MAX, e l’azienda si è prodigata nel fornire alle sue applicazioni una considerevole quantità di nuove features, nell’ottica di un futuro sempre più cloud. Anche il marchio va a riflettere l’importante cambiamento che si sta verificando, sia nello sviluppo del software sia nella sua fruizione da parte degli utenti: il marchio Creative Suite, da anni utilizzato per la maggior parte dei prodotti Adobe, lascia definitivamente spazio a Creative Cloud, donando così a Photoshop e alle altre il suffisso CC in luogo del precedente CS. E proprio la soluzione di fotoritocco ha ricevuto alcuni dei miglioramenti più succosi.

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Smart Sharpen, mostrata in azione nello screenshot qui sopra, aumenta il contrasto localmente e in modo automatico, definito “intelligente”. Intelligent Upsampling consente invece di ingrandire le immagini ricreando nel modo migliore possibile (da leggersi: non perfetto, com’è lecito aspettarsi da soluzioni del genere) i pixel mancanti. Nella nuova versione di Camera RAW, la 8, saranno supportati i livelli con implicazioni considerevoli nelle possibilità creative dello sviluppo dei file grezzi. Queste funzionalità si sommano alle altre non meno rilevanti introdotte nell’aggiornamento, come le Azioni Condizionali che consentono all’utente di creare regole per velocizzare una determinata operazione o l’altra a seconda delle condizioni presenti (il concetto alla base è il tipico “if/then” dei linguaggi di programmazione), la possibilità di ridimensionare e modificare forme in qualunque momento e la riduzione dell’effetto mosso nelle immagini. Le modifiche, inoltre, sono ora non distruttive e possono essere annullate anche a file già salvato grazie ai nuovi Smart Objects.

Seppur in modo meno “pesante” di Photoshop, il video editing di Premiere non è stato lasciato scoperto. Nuova timeline, il track targeting (similmente alla timeline magnetica di Final Cut Pro X, gli elementi che fanno riferimento ad altri si spostano insieme in modo intelligente, in opposto all’attuale selezione manuale), nuovi indicatori ed etichette si aggiungono al già nutrito parco funzioni offerto dal software, così come il Link & Locate per la ricerca di file sottoposti a spostamenti o altre operazioni, un mixer per clip audio e il supporto ai sottotitoli per non udenti. L’uso di Adobe Anywhere consente di operare su progetti posti su cartelle condivise. After Effects guadagna il supporto Cinema 4D, uno strumento di Miglioramento Bordo e il Warp Stabilizer VFX con punti personalizzabili di stabilizzazione. Per Audition, invece, editing multitraccia e anteprime delle modifiche migliorati.

Tornando verso il comparto grafico, degni di nota sono gli aggiornamenti a Illustrator e InDesign. Il primo include uno strumento Touch Type per modifiche specifiche su singoli caratteri, il supporto a dispositivi e stilo multitouch, nonché l’Estrazione CSS che genera del codice pronto per l’inserimento nel proprio sito Web. InDesign è stato rivisto soprattutto nel “dietro le quinte”, invece, col passaggio ai 64-bit e l’introduzione della modalità Hi-DPI, con un generatore di QR code tra le novità più visibili lato utente. Adobe Ideas per iOS e Android, infine, a breve dovrebbe abbandonare l’attuale prezzo di 8,99 € per diventare totalmente gratuito, con nuovi temi di colori, selezione di pennelli “preferiti” e condivisione dei propri lavori sui social network. Per lo sviluppo Internet/mobile, a fare la parte dei leoni troviamo Dreamweaver e Flash Professional. Il popolare editor Web introduce un nuovo editor CSS e soprattutto il supporto PhoneGap per la realizzazione di applicazioni destinate ai sistemi operativi di Apple e Google. Per Flash si segnalano 64-bit, interfaccia grafica rivista ed esportazione HD. La lista di features per singola applicazione, incluse anche quelle come Prelude, InCopy ed Edge Reflow che per motivi di spazio non sono state qui trattate, è sensibilmente più lunga e sarà soggetta ad approfondimenti nel corso del tempo. In comune per tutte le applicazioni Creative Cloud è la sincronizzazione di impostazioni e font utilizzati tra tutti i computer dell’utente su cui vengono installate.

Non solo software, ma anche hardware all’interno del gigantesco keynote Adobe. Tra i prodotti mostrati troviamo Project Mighty e Napoleon, rispettivamente una stilo Bluetooth LE e un righello digitale destinati a cooperare all’interno del grande schema Creative Cloud previsto dal team di San Jose.

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L’uso di nomi di progetto indica come siano ancora in fase di sviluppo, come confermato da Adobe stessa, la quale ha anche affermato che è previsto per essi un futuro commerciale. Più concreto invece il discorso relativo alle applicazioni di Creative Cloud, che hanno già un listino prezzi ben definito. Il canone base, simile all’attuale, è di 49,99 $ al mese, applicato ai nuovi clienti. A coloro che utilizzano le suite CS6 e CS3-5 per il primo anno viene offerto un consistente sconto in fase di passaggio, col costo che scende rispettivamente a 19,99 e 29,99 $ al mese; terminati i 12 mesi si torna a prezzo pieno. Il rilascio inizierà dal 17 giugno, sancendo così anche la parola fine a soluzioni non in abbonamento per ciò che riguarda i prodotti di punta (è sottintesa l’esclusione della serie Elements e Lightroom da questo discorso, almeno al momento). Nel primo periodo le copie singole della Creative Suite 6 continueranno ad essere vendute, ma non ricevendo più aggiornamenti l’acquisto ne diventerà caldamente sconsigliato salvo esigenze particolari.

La nuova strategia di Adobe darà i suoi frutti? Considerato che il mercato sembra virare sempre più su questa tipologia di offerte, la situazione potrebbe esserle positiva. Tuttavia bisogna vedere se, oltre alle aziende, anche i consumatori sono pronti a un cambiamento così radicale, che lega la licenza non più a un pagamento una tantum con uso praticamente senza limiti, ma a una vera e propria sottoscrizione mensile o annuale (quest’ultimo è il formato prediletto di Office 365 di Microsoft, ad esempio) il cui annullamento comporta la cessazione dell’operatività dei prodotti. Una formula che ha convinto molti, ma non entusiasma altrettanti altri. Ci vorrà tempo, quindi, per capire se la Creative Cloud possa essere tra gli apripista di una profonda rivoluzione nella vendita di contenuti di qualsiasi tipo o un tentativo poco riuscito.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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