Tanto tuonò che piovve: il tanto vociferato Google Babel è arrivato. Certo, per scelte di marketing hanno preferito affibbiargli un nome già conosciuto dal pubblico come "Hangouts", ma Google si appresta a entrare nel settore (a mio parere abbastanza saturo) delle app di messaggistica istantanea.
Dopo il tentativo fallito di acquisire di Whatsapp, Big G ha lanciato la sua nuova app, disponibile per tutte le piattaforme: nativamente per Android e iOS (in formato universal), via Chrome per Mac e Windows, allineandosi così al concorrente Viber che per primo ha introdotto la messaggistica multipiattaforma.
Hangouts mutua le funzionalità dell'omonima sezione dell'app di Google+ (che, tra l'altro, è stata appena aggiornata, ma sull'App Store italiano è presente ancora la vecchia 3.0), dell'app Google Talk e Google+ Messenger, unificandole tutte in un'unica app: infatti è possibile sia inviare a tutti i contatti messaggi di testo che condividere le proprie foto, tanto quelle salvate sul proprio cellulare tanto quelle presenti sugli album di Google+, e, ovviamente, attivare l'ormai famosa chat audio/video con i propri amici.
Hangout, dunque, si rivela un ottimo servizio, ma l'impresa di scalzare Whatsapp dalla sua posizione di re incontrastato della messaggistica multipiattaforma è davvero ardua: basti pensare che l'ottimo Viber viene usato dai più solamente per le chiamate VOIP, nonostante sia completamente gratuito e anch'esso presente su qualsiasi piattaforma.
Del resto la storia della tecnologia ci insegna che chi primo arriva meglio alloggia, almeno finchè non viene introdotto un prodotto innovativo sul mercato (come la caduta di Nokia in seguito dell'introduzione del primo iPhone): per quanto interessante, Google Hangouts non sembra percorrere questa direzione.