Quando Apple fa (letteralmente) suoi i consigli altrui: il caso di Locationary

Chi dice che Apple non ascolta mai le opinioni dal mondo esterno? Forse nella vecchia era questa operazione era poco praticata, anche perché il carattere non facilmente gestibile, e soprattutto non del tutto prono ad opinioni diverse, di Jobs ci è ormai noto tra biografia e report aggiuntivi vari su Internet. Nella nuova Apple Inc. di Tim Cook, ascoltare sembra un fatto decisamente più accettato. Chiedere al CEO di Locationary, Grant Ritchie. Poco dopo l’uscita di iOS 6, con la nuova app Mappe e i conseguenti problemi che emersero, fu invitato da TechCrunch a dire quelli che considerava i maggiori sbagli fatti a One Infinite Loop e proporre soluzioni.

locationary

Nell’articolo, Ritchie suggeriva ad Apple di aumentare l’uso di database di terze parti per migliorare l’individuazione di punti di interesse, così come di migliorare la gestione di risultati duplicati nelle ricerche e altro ancora; molti dei punti erano descrittivi della startup canadese di cui era a capo. Locationary, infatti, gestisce un database di punti di interesse, Saturn, il quale si basa su diverse fonti per ottenere i migliori risultati; i dati ottenuti vengono convertiti in un formato standardizzato (ogni servizio può infatti utilizzare diversi formati per pubblicarli) e analizzati al fine di rimuovere doppioni e correggere gli errori, il tutto costantemente aggiornato. Da varie parti è stata definita la Wikipedia dei POI. Cook deve aver accettato con entusiasmo quelle considerazioni, al punto da farsele proprie. E non si intende in senso metaforico o in quello jobsiano, che prevedeva la finta non accettazione dell’idea altrui al fine di riproporla poi come totalmente sua. Nel caso del più calmo Tim, ha optato per acquisire la stessa Locationary, come riporta AllThingsD. L’importo non è dato saperlo, ma di certo Ritchie e il suo team non avranno offerto le loro prestazioni lavorative a poco.

Cosa succederà nel futuro? In quello immediato, poco. In quello a medio-lungo termine, tanto. Il metodo di Locationary promette di restituire al servizio cartografico di Cupertino una qualità più alta nella localizzazione di punti di interesse, in particolare per la ricerca di attività commerciali nelle aree vicine a quelle dell’utente; migliorie presumibilmente più per il Nord America all’inizio, per tutto il mondo a stretto giro di posta. Poiché si tratterebbe di aggiornamenti da implementarsi dietro le quinte, non sarebbe necessario distribuire una nuova versione di Mappe tramite lo Store, con un rilascio più rapido ed efficace delle novità. Non è la panacea a tutti i problemi dell’app, poiché sono le mappe stesse a dover migliorare nel corso del tempo (e forse non lasciar andare Waze nelle mani di Google avrebbe aiutato, ma non possiamo saperlo con certezza), ma di certo rappresenta l’ottenimento di un potenziale punto di forza durante i confronti con le soluzioni concorrenti. Ad ogni modo, ciò è un’altra dimostrazione di una certezza emersa negli ultimi tempi: la nuova Apple è più “aperta” e incline a guardare al di là del suo portone d’ingresso. Chissà che (ovviamente lo diciamo scherzando) magari non decida di acquisire anche noi visti le numerose opinioni e i consigli che le abbiamo dato nel corso degli anni…

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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