L’anima hardware di Apple non si è ritirata; si è solo spostata dietro le quinte

In Rete ci si divide in due fazioni riguardo lo spostamento di Bob Mansfield da Senior Vice President a supervisore di progetti speciali: i pessimisti, che lo vedono già in procinto di andarsene definitivamente dall’azienda e cercano di addurre a presunti errori “alla Forstall” come motivazioni per l’accaduto; gli ottimisti, che semplicemente vedono nel tutto un prosieguo nel percorso di Apple e di Mansfield stesso. Noi ci rivediamo nella seconda categoria. Il buon Bob continua a essere una parte del cuore pulsante dell’azienda di Cupertino, ora più che mai.

bobmansfield

Iniziamo dalla questione di fondo: Mansfield avrebbe lasciato le redini, prima o poi? Cosa nota già dallo scorso anno, dato che il pensionamento era effettivamente in procinto di entrare in vigore, ma alla fine Cook riuscì a convincerlo a rimanere elevandolo a Senior Vice President delle Tecnologie e assistendo in una lunga transizione Dan Riccio, SVP dell’Hardware Engineering ereditato proprio da Mansfield stesso. Internamente, Riccio non era ancora considerato pronto per assumersi tutte le responsabilità della sua posizione, inoltte un salto in graduatoria e in compenso economico possono valer bene il mantenimento di una personalità del calibro di Bob. L’unico ostacolo alla sua permanenza in servizio, Scott Forstall, è stato rimosso nella medesima operazione. Nel corso di questi mesi, Riccio ha acquisito maggior confidenza col team ed è maturato, dando così l’opportunità a Mansfield di riconsiderare la sua posizione in Apple, proseguendo verso il vero pensionamento previsto a fine 2014 come ammesso dallo stesso Tim Cook. Il gruppo Tecnologie è così sparito dalle mansioni dell’Esecutivo, senza apparente successione: l’ex-Adobe Kevin Lynch ha infatti un ruolo minore di Vice Presidente, che non lo fa rientrare nel gotha a cui partecipano Ive, Federighi e altri ancora. In realtà, di successori per le Tecnologie non ce n’è bisogno, perché il designato è già in carica da tempo, ovvero il sopraccitato Dan Riccio. Di fatto, quella divisione era solo il modo trovato da Apple per mostrare il passaggio graduale di consegne nell’Hardware Engineering.

Dissapori interni? Eccetto che con Forstall, Mansfield è considerato un elemento valido e collaborativo da tutti. Errori sul lavoro? Ne avrà commessi come chiunque, ma sono stati nell’ombra e poco influenti, inezie se comparati ai successi cui l’ex-SVP ha contribuito, soprattutto nel settore Mac e durante la delicata transizione a x86. La conferma ufficiale di Apple, inoltre, non lo riporta come semplice “consulente”, ma attivo coordinatore in progetti speciali, che possono riguardare orologi, televisori e altri campi su cui a Cupertino intendono mettere mano. Come riporta John Gruber di Daring Fireball, non si tratta di relegazione, bensì di un’altra promozione, tesa ad aumentarne la presenza dietro le quinte ancor più di oggi e a dare un contributo ancor più prezioso per il futuro dell’azienda. Questo almeno per un anno e mezzo, poi si vedrà. Di certo l’addio di Mansfield, quando accadrà, sarà stato preparato con cura, sostituendolo degnamente (magari proprio da Lynch la cui assunzione era avvenuta per lavorare, guarda caso, a progetti speciali) e avendo nel frattempo Riccio ad occuparsi al meglio dei compiti quotidiani di gestione. Oggi l’anima hardware di Apple pulsa più che mai, e questo in fondo è ciò che conta di più di tutta la vicenda per noi utenti.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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