Su Mavericks il Dock cambia aspetto quando è di lato

Dopo aver lavorato anni con display in formato 4:3, i primi tempi con gli schermi 16:10 non sono stati facilissimi. Estetica a parte, il formato widescreen va bene per i TV, dato che nella maggior parte di casi ci evita le brutte bande nere, ma sui computer lo spazio verticale è decisamente più prezioso. Ancora oggi molti contenuti mantengono uno sviluppo verticale, dal web alle riviste, per cui chiunque, dall’utente base al professionista della grafica, si trova a dover scorrere. E più lo schermo è piccolo più il problema si avverte. Su Mac OS X abbiamo guadagnato da qualche tempo la modalità Full Screen “reale” (intendo non semplicemente la finestra a pieno schermo) che sui portatili come il MacBook Air 11″ aiuta molto, ma nella scrivania normalmente abbiamo barra dei menu e Dock. La prima è, tutto sommato, un salva spazio. Al suo interno troviamo anche le varie icone di stato (ora, batteria, Spotlight e quant’altro) ed essendo contestuale all’applicazione attiva  è anche unica, cioè non viene duplicata in ogni finestra. Il Dock può essere rimpicciolito, nascosto e visualizzato rapidamente con ⌘⌥D, usato in modalità mostra/nascondi automaticamente oppure spostato di lato.

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Inizialmente il Dock era piatto e semi-trasparente, senza tutti gli effetti che vediamo oggi. E quando lo posizioniamo a sinistra o a destra, per recuperare spazio in basso, questo appare con sfondo scuro, come per “nascondersi” e risultare meno invasivo dal momento che è posizionato ad altezza occhi e dei contenuti a schermo.

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L’effetto estetico non è il massimo, e quella riga chiara di contorno non aiuta, ma nella prossima versione di OS X Mavericks questo potrebbe cambiare e riprendere uno stile più vicino a quello del vecchio Dock, ovvero con sfondo bianco trasparente. Tutte le altre opzioni dovrebbero rimanere invariate, almeno fino alla terza Developer Preview è stato così.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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