Prima applicazione pratica di iBeacon sulla AppleTV: ecco il nostro test

Sembrerebbe che Apple sia allergica agli standard e, almeno in parte, è davvero così. Se non fosse che molto spesso decide di seguire strade diverse dalla massa non tanto per una malsana voglia di isolamento o diversità, quanto per la ricerca della soluzione migliore ad un dato problema. Sul fronte delle connessioni cablate Apple ha da sempre preferito Firewire ad USB (400 vs 1.1, 800 vs 2.0), così come oggi predilige l’uso di Thunderbolt su USB 3.0. Chi conosce tutte queste tecnologie sa bene che le decisioni non sono state affatto casuali, non si è trattato di un vezzo di originalità quanto della selezione, e spesso co-creazione, di strumenti maggiormente affidabili e performanti. Ma nei Mac abbiamo comunque le porte USB 3.0 mentre in alcuni casi sembra che delle tecnologie vengano completamente ignorate. Non si parla più di lettori/masterizzatori DVD, ad esempio, e men che meno di Blu-Ray Disc, seppure questi potrebbero essere molto importanti per i professionisti del multimedia. Altro assente plurinominato è l’NFC, osannato metodo di connessione rapida a corto raggio tra diversi dispositivo. Perché Apple non lo ha mai inserito nei suoi dispositivi?

Rispondere a questa domanda non è affatto semplice, dopotutto l’NFC non rappresenta un particolare carico sul costo di un prodotto e non è certamente il prezzo il motivo dell’esclusione su un iPhone da 729€. L’NFC è molto pratico, personalmente lo uso spesso su Nexus 4 per effettuare il paring con alcune cuffie o per collegarmi rapidamente alla Panasonic G6 (recensione), ma sugli iDevice non ve n’è traccia.

Durante la presentazione degli iPhone 5s e di iOS 7 è venuta fuori una slide con scritto iBeacon, che non è una sorta di colazione all’americana in salsa tecnologica. Il nome è un chiaro riferimento ad ibeacons, tecnologia che sfrutta il Bluetooth 4.0 (quello a basso consumo) per comunicare con altri dispositivi a corto raggio (o comunque nella portata dell’antenna). Grazie a questo protocollo, che identifica anche la posizione spaziale di un elemento, non è necessario utilizzare un ulteriore chip per gestire comunicazioni rapide, basta già il preesistente Bluetooth. Tutti i dispositivi con iOS 7 hanno implementato iBeacon e questo è potenzialmente utilizzabile anche come metodo di pagamento. Non a caso PayPal ha di recente aggiornato la sua app e presentato un dongle Bluetooth per commercianti in grado di ricevere pagamenti via bluetooth che ha chiamato, appunto, Beacon.

beacon

Ma quando arriverà questa tecnologia? Quando potremo iniziare a toccarla con mano? In realtà Apple l’ha già messa in pratica e chiunque possegga una Apple TV ed un dispositivo recente con iOS 7 la può provare. Dopo il recente aggiornamento 6.0 della Apple TV quando questa viene avviata per la prima volta (o a seguito di un ripristino delle impostazioni) viene suggerito, insieme alla scelta della lingua, di appoggiare un iPhone >4, un iPad >2 o un iPod touch per configurare tutto automaticamente.

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Una volta compiuta questa operazione, ovviamente con Bluetooth acceso e dispositivo sbloccato, viene richiesto di confermare il nostro Apple ID su iOS 7 e questo si preoccuperà di indicare alla Apple TV i dati della lingua, del Wi-Fi e dell’accesso all’Apple Store.

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La procedura è davvero rapidissima e di estrema semplicità e l’unica cosa che si dovrà digitare è la password del proprio Apple ID (presumibilmente neanche quella possedendo un iPhone 5s con Touch ID). A questo punto viene da chiedersi: serve ancora NFC? Tutti i dispositivi con Bluetooth 4.0 potrebbero appoggiarsi allo standard ibeacons con un semplice aggiornamento software e questo potrebbe riguardare praticamente ogni dispositivo elettronico, compresi cuffie, fotocamere, computer, televisori, ecc..

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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