Recensione: Panasonic Lumix GX7, la mirrorless più completa è anche bella

Dopo la GX1 Panasonic ha pensato ad un passo successivo molto ambizioso, siglato dal nome GX7. I sei numeri mancanti saranno forse legati ad esigenze di marketing, ma identificano bene anche il salto generazionale tra i due corpi. La Lumix GX7 non tradisce però le origini della linea e mantiene il corpo in lega di magnesio ed il posizionamento nel settore degli amatori/prosumer. Oggi la GX1 si compra in forte sconto ma la GX7 gli si sostituisce solo in parte perché apporta così tanti cambiamenti nel corpo, nelle funzioni e nei controlli da essere tutta un’altra fotocamera.

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Caratteristiche principali

Il sensore Live MOS mantiene i proverbiali 16 MP, ormai caratteristica del mondo Micro Quattro Terzi da alcuni anni. Il corpo in lega di magnesio vede un’ergonomia notevolmente migliorata ed uno stile a metà tra il vintage e il moderno, rotondo e comodo ma con un look da rangefinder, maggiormente enfatizzato nel modello silver in prova. Le novità rispetto la GX1 quasi non si contano ma tra queste notiamo immediatamente la doppia ghiera di controllo, il display inclinabile, il mirino elettronico (anch’esso inclinabile), stabilizzatore sul sensore, Wi-Fi ed NFC, funzioni video evolute, focus peaking, otturatore da 1/8000, modalità silenziosa, ecc..

Passate con il mouse sull’immagine vedere anche la differenza di profondità:

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Corpo ed Ergonomia

Nel misurare le dimensioni della GX7 non si può non considerare il notevole ingombro del mirino elettronico, che sporge sul retro per quasi 1cm. Va anche precisato che, in caso di necessità, il mirino si può sollevare in verticale, recuperando quel centimetro di spessore per il trasporto nelle borse di piccolo taglio, ma così facendo se ne occupano ben 3 in altezza. In tutti i casi, anche senza di questo, la GX7 rimane più grande della precedente GX1, sia in altezza che in larghezza di circa 5mm per lato.

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L’impugnatura ha un’ergonomia eccellente grazie ad un ampio profilo sporgente che sfrutta uno spazio altrimenti sprecato. Anche il più piccolo obiettivo pancake ha un certo spessore ed una parte di questo spazio è stata sfruttata per creare una impugnatura ampia e ben sagomata, morbida e comoda anche per mani medio-grandi. Il corpo con l’obiettivo 14-42 del kit pesa 500gr (complice la struttura in lega) ma grazie alla buona ergonomia si può usare tranquillamente con una sola mano.

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Display e mirino

Il display è una classica unità da 3″ con 1 milione di punti, adeguatamente risoluto e dai colori ricchi e piuttosto fedeli, che può anche essere tarato dall’utente per saturazione, contrasto e tinta. A differenza della prima GX1 è di tipo basculante, quindi può essere inclinato verso il basso (circa 45°) o verso l’alto (circa 90°) con un meccanismo preciso e fluido. Come ormai di rito per Panasonic è di tipo Touch Screen e sia le funzioni che i menu a schermo possono essere controllati facilmente con le dita, con una risposta davvero immediata. La finitura è piuttosto lucida e con luce solare intensa può creare fastidiosi riflessi… ma per fortuna c’è il mirino.

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Il mirino elettronico della GX7 non è solo un elemento di distinzione rispetto la GX1 ma lo è rispetto qualsiasi altra fotocamera. La sua peculiarità è che può essere ruotato fino a 90° verso l’altro e il meccanismo è così ben realizzato che si riesce a tenerlo saldo a qualsiasi angolazione intermedia, in modo da adattarsi alla nostra postura del momento. Per trovare degli elementi di similitudine si deve andare sui mirini opzionali, i quali però sono molto più ingombranti di una semplice sporgenza sul dorso di 1cm.

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A fianco del mirino si trova un ampio sensore di prossimità che lo attiva immediatamente appena ci avviciniamo. La sensibilità può essere regolata a piacimento dal menu, onde evitare che un rapido ed accidentale passaggio della mano oscuri il display. Il mirino è un ulteriore display da ben 2,7 milioni di punti con form factor 16:9, quindi perfetto anche per il video. L’ingrandimento è del 1,39x (rispetto il sensore Micro Quattro Terzi), per cui è leggermente più ampio di quello della GH3 ma comunque inferiore a quello presente in mirrorless come la Sony NEX 7 (recensione). Altra sua caratteristica citata da Panasonic è la capacità di riprodurre tutti i colori dello spettro Adobe RGB ma, come per altre fotocamere del brand, mostra l’immagine di un colore e poi la cambia leggermente quando si avvia la registrazione di un video (con le foto, fortunatamente, non si nota). Una volta sollevato il mirino si possono regolare le diottrie con il selettore posto sulla base.

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Menu e Controllo

A livello di menu la GX7 riprende in tutto e per tutto la tradizione Panasonic, con una suddivisione abbastanza chiara, scritte belle grandi e la possibilità di controllare tutto a suon di tocchi. Il menu principale è accessibile dal tasto centrale mentre quello Fn1 attiva, se non modificato, il Quick Menu. Questo contiene tutte le impostazioni principali come il profilo colore, la dimensione immagine, la qualità di registrazione, modalità AF e l’esposimetro. Una delle prime cose che consiglio di attivare nel menu e l’anteprima di esposizione continua, così da poter vedere in tempo reale come cambia la scena mentre modifichiamo i parametri di scatto.

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In cima si trova il selettore di accensione, On/Off, proprio sotto ad un’ampia ghiera dei modi di scatto, che include i metodi PASM più l’intelligent Auto (prima era un tasto sparuto sul corpo), effetti creativi, scene, tre modalità personalizzabili dall’utente ed un modo dedicato al video manuale. Questa ghiera è molto rigida per evitare movimenti non voluti, e questo è ottimo, ma azionandola sembra un po’ sottotono, come qualità costruttiva, rispetto il resto dell’area superiore. Il pulsante di scatto si trova in posizione avanzata e pratica da raggiungere ed è circondato da una ghiera dei parametri. Poco più indietro si trova il pulsante dedicato alla registrazione video (che funziona con qualsiasi modalità attiva al momento).

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Sul retro nella zona grigia superiore abbiamo, da sinistra a destra, il tasto che alterna manualmente display e mirino (o Fn4 se personalizzato), il pulsante che sblocca meccanicamente il flash a scomparsa ed una ghiera che consente di impostare la messa a fuoco automatica o manuale, al cui interno si trova il blocco esposizione/fuoco. Poco più a destra c’è una seconda ghiera dei parametri, la quale può anche essere premuta per passare alla compensazione di esposizione nei modi automatici e semi-automatici. Tutto piuttosto efficiente e diretto.

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Nell’area destra vi sono una serie di controlli che riprendono lo standard Panasonic degli ultimi tempi, praticamente identici a quelli della G6 (recensione) se non per l’avvicinamento del tasto Quick Menu (o Fn1). Intorno al tasto menu/set vi è un pad direzionale a quattro vie, con accesso diretto per sensibilità, bilanciamento del bianco, metodo di avanzamento, selezione del punto AF. Sopra ci sono il tasto play per la modalità di riproduzione e quello Disp. per alternare le informazioni visibili sul display, da spento a completo di livella ed istogramma della luminosità (attivabile separatamente). In basso si trovano altri due pulsanti funzione, Fn2 ed Fn3, che di base funzionano come indietro/cestino e Wi-Fi.

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Tutti i tasti funzione possono essere personalizzabili dal menu principale, con effetti diversi nella modalità di cattura e riproduzione, e oltre ai 4 fisici ce ne sono altri 5 che appaiono come icone laterali sul display, ottenendo un totale di 9 funzionalità a disposizione dell’utente: le possibilità sono davvero tante ed ognuno potrà ottenere il tipo di controllo che preferisce.

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Wi-Fi ed Applicazioni

Nell’area laterale dell’impugnatura si trova una piccola icona che identifica la posizione del tag NFC. La GX7 possiede il Wi-Fi e grazie all’NFC il collegamento con uno smartphone che ne è dotato si effettua velocemente quanto un semplice tocco tra i due. L’operazione ed il funzionamento sono identici a quelli già visti con la Panasonic G6 per cui includiamo il precedente video esemplificativo:

Per essere sintetici siamo di fronte al miglior metodo di controllo remoto finora visto, molto ricco, rapido e funzionale con la possibilità di controllare la registrazione video in tempo reale.

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AF / Metering / Drive

Un aspetto della GX7 pubblicizzato da Panasonic è quello di possedere l’AF migliore di tutta la famiglia, con una sensibilità fino a -4EV. Effettivamente le prove sul campo sono a dir poco sbalorditive perché mette a fuoco tranquillamente dove altre mirrorless o anche la Canon 5D Mark III non riescono. L’ho provato in una stanza completamente buia, illuminata lievemente solo dal monitor del computer in lontananza, ed è riuscito a mettere a fuoco un cartoncino grigio su nero senza battere ciglio, in un istante. A mio avviso siamo di fronte ad uno degli AF più performanti in assoluto con basse luci, non solo il migliore tra le Panasonic ma anche un punto di riferimento per il resto della categoria. In quanto alle modalità abbiamo il face detection, il tracking af, automatico su 23 aree, 1 area a selezione dell’utente, messa a fuoco precisa (che agisce su una manciata di punti con precisione millimetrica e zoom a video). L’anello debole è sempre l’inseguimento, non avendo pixel per il rilevamento di fase i soggetti in movimento non si riesce a mantenerli facilmente a fuoco nelle raffiche quando cambiano rapidamente posizione e distanza. Un po’ lento nei passaggi ma mediamente efficace è il fuoco continuo per il video, anche se consiglio vivamente di lavorare in manuale aiutandosi con l’ottimo focus peaking (che mostra i contorni degli oggetti a fuoco in sovraimpressione). Da sottolineare che il selettore posteriore AF/MF è molto utile per tutti quegli obiettivi che non lo possiedono sul barilotto, ovvero molti di quelli Panasonic, e che il tasto centrale di blocco esposizione può anche essere usato come AF-ON dedicato.

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L’esposimetro lavora su tre modalità: multi-area, media pesata al centro e spot. Durante tutto il periodo di prova ho sempre lavorato su multi, anche se per la maggior parte degli scatti ho l’abitudine di lavorare in manuale, ma in tutte le occasioni in cui ho utilizzato metodi semi-automatici la valutazione esposimetrica multi è stata sempre valida e prevedibile nel comportamento. Inoltre l’anteprima di esposizione in tempo reale fa capire ancora più rapidamente quando è il caso di compensare in uno senso o nell’altro.

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Per quanto riguarda l’avanzamento abbiamo lo scatto singolo, l’auto braketing, il timer a 10 o 2 sec e ben quattro velocità di scatto continuo. La prima è quella denominata H ed offre una velocità di 6fps che rimangono continui in JPG mentre in RAW il buffer si satura dopo 12 scatti e in 11 salvando in RAW+JPG. Superata questa soglia ci si attesa su un ritmo di 2 o 1fps.

Modo-H

Con il metodo M si mantiene attivo anche il Live View durante la cattura, cosa che non succede in H dove lo schermo si oscura. In questo modo la frequenza di cattura scende leggermente e ci si ferma a 5,5fps in JPG, sempre continui. In RAW e RAW+JPG si ottengono circa 3,5fps con un buffer di circa 12 scatti.

Modo-M

Quando si salva solo in JPG si può anche attivare l’impressionante modo SH che salva oltre 40 immagini in un solo secondo, praticamente una mitragliatrice.

Modo-SH

Da segnalare anche la presenza del modo silenzioso che con un solo comando azzera tutti i suoni della fotocamera e passa all’otturatore elettronico per scattare in completo silenzio, ideale a teatro o per le cerimonie.

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Flash

All’interno della Panasonic GX7 si trova anche un piccolo flash pop-up che si solleva azionando la piccola leva meccanica posta sul dorso. La sua portata è di 7m. all’ISO base (ovvero 200) ed ha quindi più o meno la metà della potenza di quello della GH3, il massimo presente in una Panasonic. È impostabile su auto, riduzione occhi rossi, flash fill-in, sincronizzazione lenta, sincronizzazione lenta con riduzione occhi rossi. È presente una slitta a caldo per il collegamento di flash esterni ed è anche possibile controllarli via wireless su quattro canali con potenza differenti in base a tre gruppi. Con il flash sulla prima tendina la velocità di sincronizzazione massima è di 1/250 mentre l’otturatore arriva alla ragguardevole velocità di 1/8000.

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Qualità d’immagine

Se andiamo a vedere come DxOMark posiziona la GX7 tra le altre Panasonic con il punteggio del sensore, ci si accorge immediatamente del salto in avanti compiuto rispetto la precedente GX1. Il miglioramento ad alti ISO è contenuto, lo vedremo più avanti, ma i valori di gamma dinamica e profondità colore sono più buoni e la posizionano praticamente fianco a fianco alla GH3.

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Se la confrontiamo invece con il miglior sensore Micro Quattro Terzi disponibile, che sembra essere quello della Olympus E-P5 (almeno in attesa di conoscere i dati della E-M1), la GX7 perde qualcosa solo ad alte sensibilità ma quando si tratta di gamma e colori ci si trova quasi in parità e finanche al di sopra della più recente APS-C Canon 70D. Se si considera che il sensore è anche più piccolo si capisce facilmente l’ottimo lavoro di Panasonic.

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Proprio con la Canon 70D vi propongo un interessante confronto sui file JPG sviluppati direttamente on camera con il profilo colore standard e riduzione rumore nella posizione di default. Ho effettuato un paio di scatti identici a 35mm con entrambe le fotocamere e con medesime impostazioni, sia ad ISO 1600 che 3200, che sono probabilmente i valori più indicativi essendo quelli dove il rumore inizia ad essere molto presente ma non ancora troppo da rendere i file inusabili. Come si noterà, la GX7 regge bene il colpo pur avendo un sensore più piccolo e meno megapixel. Probabilmente è proprio sulle alte sensibilità che il Micro Quattro Terzi ha degli svantaggi ma innalzare gli ISO non è più un tabù anche con questi sensori ed anche se i JPG tralasciano un po’ di dettagli fini (meglio recuperabili in RAW) lo sviluppo della fotocamera offre file puliti e ancora ricchi di informazioni a 1600 ISO, leggermente meno a 3200.

Confronto JPG con 70D | 1600 ISO | 3200 ISO

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Per analizzare la resa ad alti ISO vi propongo un interessante test che mette a confronto la GX7 con la vecchia GX1, l’ammiraglia GH3 e la Olympus E-P5. Per la realizzazione di questa prova ho utilizzato sempre lo stesso obiettivo (Olympus 17 f/1,8), ho impostato i corpi in manuale con bilanciamento del bianco su auto, apertura fissa ad f/2,8 e tempi calcolati in base all’esposimetro integrato su multiarea più una leggera sovraesposizione di 1/3 a causa dello sfondo chiaro (e non tutte hanno reagisto allo stesso modo).

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Le foto sono state catturate in RAW e sviluppate in JPG con Adobe Lightroom CC azzerando completamente la riduzione del rumore digitale, anche quella sul colore che di base si trova su 25. Alla fine ho estrapolato 4 crop al 100% per ogni fotocamera e ad ogni valore di ISO possibile. Tutti i vari provini possono essere visualizzati cliccando sulle voci presenti in questa tabella:

Fotocamera Sensibilità ISO
Panasonic GX1 LOW 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600
Panasonic GX7 LOW 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600
Panasonic GH3 LOW 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600
Olympus E-P5 LOW 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600

Test ISO

Dalle immagini su può vedere che la GX7 segna un bel miglioramento rispetto la GX1, tiene il passo della GH3 e si avvicina molto alle performance della PEN E-P5, che è praticamente il riferimento nel mondo Micro Quattro Terzi per la resa ad alte sensibilità. I 3200 ISO rappresentano il point break oltre il quale non andare e a 1600 ISO le immagini sono usabilissime (considerate che qui non c’è neanche un pizzico di riduzione del rumore). I JPG escono molto puliti e se si è disposti a perdere un po’ di dettaglio si può salire con la sensibilità senza troppi problemi. Forse non siamo al livello delle migliori APS-C ma ci si arriva davvero molto vicino grazie all’ottima ingegnerizzazione di questi sensori ad alla risoluzione mediamente contenuta.

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Video

Per quanto la GX7 abbia uno stile fotografico retrò l’anima rimane quella di Panasonic che l’ha dotata di buone caratteristiche anche nel campo video. Tuttavia è proprio in quest’area che si avvertono alcune delle principali limitazioni, in parte software, in parte hardware. Per cominciare il sistema di stabilizzazione sul sensore non è attivo durante la cattura dei video, proprio dove sarebbe stato potenzialmente più interessante. Essendo la prima Panasonic con questa tipologia di IS potrebbe trattarsi solo di un problema legato al firmware da affinare ma per il momento si usa solo nelle foto e la casa non ha rilasciato dichiarazioni che facciano sperare ad una integrazione via software. La seconda e la terza limitazione riguardano l’hardware, più precisamente le connessioni: non c’è un ingresso audio e l’uscita video HDMI funziona solo in riproduzione, non si può quindi collegare un monitor esterno dedicato. La qualità del video è comunque molto buona, in perfetto standard Panasonic, e sono disponibili numerose modalità di cattura:

Formato Dimensione Frame Rate Bit Rate
ACHD 1920×1080 50p 28 Mbps
1920×1080 50i 17 Mbps
1920×1080 25p 24 Mbps
1920×1080 24p 24 Mbps
1280×720 50p 17 Mbps
MP4 1920×1080 50p 28 Mbps
1920×1080 25p 20 Mbps
1280×720 25p 10 Mbps
640×480 25p 4 Mbps

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Connessioni

Lo sportellino delle connessioni si trova sul lato sinistro e bisogna portare leggermente avanti il display per poterlo aprire. All’interno si trovano una connessione mini USB per il computer (che funziona anche da uscita video analogica con il cavo RCA), una porta mini HDMI per la riproduzione in TV ed una per lo scatto remoto.

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Batteria e memoria

Nella parte bassa, sfruttando lo spessore dell’impugnatura, è stato creato un ampio vano per batteria e memoria. L’autonomia è di circa 350 scatti secondo lo standard CIPA ma si riesce ad andare anche leggermente oltre con un po’ di parsimonia. Dal momento che il display si usa sempre e comunque in una mirrorless, o il mirino o quello posteriore, la durata in cattura video rimane piuttosto elevata e si riesce facilmente a fare una giornata intera fuori casa miscelando foto ed un po’ di video. Le memorie supportate sono le SD, dalle più vecchie alle più recenti e performanti SDXC UHS-1.

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voto 4,5Conclusioni

La Panasonic GX7 è senza dubbio una delle più complete mirrorless mai provate. All’interno di un corpo piuttosto contenuto nelle dimensioni sono state inserite specifiche tecniche di altissimo livello e in molti casi delle vere primizie. Si è andata un po’ perdendo quell’estrema compattezza ma si è innalzata la qualità per soddisfare i palati più esigenti. Per chi ha bisogno di un corpo di dimensioni più piccole Panasonic ha presentato da poco la GM1 mentre la serie GX è destinata ad un pubblico di amatori e fotografi evoluti. A livello di sensore è forse il migliore tra le Panasonic ed è difficile stabilire delle differenze rispetto la top di gamma GH3. Il corpo è tra i più affascinanti e le specifiche tecniche annoverano praticamente di tutto. C’è il mirino integrato per chi non ne può fare a meno, ed è anche unico nella sua possibilità di inclinazione, c’è un display ampio e touch screen, stabilizzazione sul sensore, corpo in lega di magnesio, doppia ghiera dei parametri e chi più ne ha più ne metta. Sembra realizzata per conquistare anche il più difficile tra i fotografi e lo stile retrò, seppure non sia ormai originale, le dona tantissimo. La qualità costruttiva è molto buona e l’ergonomia non è affatto sacrificata come per altre fotocamere in stile rangefinder, la raffica è molto veloce (incredibile nel modo SH/JPG) e l’AF è in grado di funzionare anche con luce critica, direi quasi assente. La stabilizzazione sul sensore agisce abbastanza bene quando si tratta di foto ed è una soluzione interessante per tutte quelle ottiche del brand che non la possiedono, nonché per quelle di terze parti come le Olympus. La qualità fotografica è quella delle migliori Micro Quattro Terzi, sia come gamma dinamica che resa ad alti ISO, seppure le più recenti Olympus si attestino su un gradino leggermente superiore da 1600 ISO in poi. La Panasonic GX7 è una fotocamera a tutto tondo che colpisce per lo stile ma non costringe a nessuna rinuncia. Si comporta anche molto bene nel video, con modo manuale dedicato, 50p e focus peaking incluso, e forse per questo dispiace un po’ che tale funzione non sia stata maggiormente sfruttata con stabilizzatore ed ingresso microfonico. In tutti i casi rasenta l’optimum e per questo motivo si è guadagnata un voto di 4,5 stelle su 5. Il prezzo del solo corpo è di 999€.

PRO
+ Corpo ben costruito e dall’ottimo feeling
+ Ergonomia buona
+ Rapidissima in ogni funzione
+ Menu ben strutturati
+ Ricca di ghiere e di tasti funzione personalizzabili
+ Mirino integrato ed orientabile, in formato 16:9 e copertura Adobe RGB 100%
+ Display con regolazione di colore/saturazione/luminosit
+ Stabilizzazione sul sensore per le ottiche che non la possiedono
+ Focus Peaking per l’assistenza alla messa a fuoco
+ AF molto performante anche al buio
+ Raffica veloce da 6fps e superveloce da 40fps salvando in JPG
+ Sensore performante

CONTRO
- Lo stabilizzatore non funziona nel modo video

DA CONSIDERARE
| Manca un ingresso audio
| L’uscita video è solo in riproduzione
| Vasta disponibilità di obiettivi di qualità nel mondo Micro Quattro Terzi

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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