Recensione: Pentax K-50, la DSLR piccola e resistente, ricca di qualità

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Ultimamente abbiamo recensito fotocamere non troppo grandi ma dalle caratteristiche interessanti, l’ultima recensita, la Canon 100D, ha ricevuto una valutazione apprezzabile da Maurizio. Oggi vi proponiamo la Pentax K-50 che grazie ad un corpo di medie dimensioni ma tropicalizzato può essere un valido supporto per chi necessita di una buona resistenza al freddo, umidità e polvere.

Caratteristiche principali

Oltre al corpo tropicalizzato troviamo un sensore CMOS da 16 Mp, 11 punti AF (di cui 9 a croce), raffica da 6 fps, mirino con copertura del 100%. Alcune caratteristiche sono di livello superiore considerando che la fotocamera compete nello stesso segmento della Nikon D5200 e Canon 700D anche se con un prezzo leggermente superiore (circa il 15%). Rispetto a queste due fotocamere non troviamo il display orientabile.

Impugnatura

Corpo ed ergonomia

Un corpo piccolo è spesso associato ad un corpo scomodo, sbilanciato o plasticoso. Non è il caso della K-50 a mio avviso, probabilmente la soggettività in questa sezione della recensione è più elevata che nelle altre, per questo sarebbe sempre necessario provare e testare una fotocamera prima dell’acquisto, ma dopo una certa esperienza si possono fare considerazioni generali anche su questo aspetto. L’impugnatura è salda anche con mano medio-grandi, come vedete dall’immagine qui sotto il mignolo tende a sporgere leggermente ma non è fastidioso e in ogni caso tenderemo ad usare entrambe le mani praticamente sempre.

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Lo sbilanciamento è un problema relativo, se montiamo obiettivi molto pesanti ci troviamo comunque a sostenerli con una mano in appoggio mentre il corpo compatto si trasforma in pregio quando usiamo ottiche piccole. Per fotocamere di questo livello mi sento di consigliere corpi leggeri e compatti e di sfruttarli con ottiche in plastica o piccole, anche il 18-55mm f/3.5-5.6 AL WR è una buona alternativa, soprattutto grazie alla tropicalizzazione e leggerezza. Le dimensioni sono praticamente identiche alla D5100, mentre la solidità e robustezza al tocco sono superiori sulla Pentax, dopotutto la struttura è in acciaio e lega di magnesio.

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Display e mirino

Ormai divenuto standard nel settore consumer abbiamo un 3″ da 921k punti, dalle buone qualità ma senza, ovviamente, essere totalmente fedele riguardo a colori e contrasto sopratutto sotto la luce diretta del sole. Un’unità in linea con le aspettative. Il mirino è davvero molto buono, è difficile trovare una copertura del 100% con un ingrandimento di 0,92x in questo livello del mercato. La D5200 possiede una copertura del 95% (0,78x) e la 700D ha un fattore di moltiplicazione di 0,85x sempre con il 95% di area coperta. Peccato per la mancanza di un sensore di prossimità che disattivi lo schermo una volta vicino al mirino, ovviamente si può spegnere manualmente e registrare l’impostazione in memoria così che non si resetti una volta spenta la fotocamera, ma è sempre un po’ macchinoso.

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Controllo, impostazioni, menu

In una fotocamera compatta la principale mancanza è spesso rilevata nei controlli, non così facilmente accessibili o sommersi nei menu. La Pentax K-50 non smentisce del tutto questo assunto ma si muove bene nella direzione di offrire un’esperienza godibile. Come primo aspetto la doppia ghiera, non presente sulle concorrenti di pari livello, permette di gestire velocemente la modalità “M”. Il layout standard del display mostra 4 selezioni rapide (attraverso i pulsanti direzionali) e il primo problema sorge quando si devono gestire anche le area di AF sempre con gli stessi pulsanti. In questo caso è necessario tenere premuto il tasto ok fino a che il punto centrale AF non lampeggia (ovviamente osservando nel mirino), poi è possibile selezionare il punto AF tramite il pad. Non molto immediato, è vero, ma permette di avere a portata di mano sia i comandi rapidi di ISO, WB, tipo di scatto e flash sia il selettore AF.

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Una buona organizzazione della fotocamera è d’obbligo in questi corpi meno accessoriati, ad esempio è utile impostare l’ISO su Auto quando abbiamo bisogno di maggiore prontezza e mantenere il pad in modalità selezione punto AF. Parliamo della selezione automatica dell’ISO, che ricordo permette di definire un range (di solito 100 – 6400 ISO se la fotocamera offre buone prestazioni a questa sensibilità, oppure 3200) entro il quale la sensibilità è selezionata automaticamente per evitare di portare il tempo di scatto sotto un certo limite. Sicuramente pregevole è l’attivazione di questa funzione, direttamente dalla schermata ISO, come mostrato dalla foto qui sotto, è anche possibile scegliere il range direttamente ruotando la ghiera posteriore/anteriore.

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Peccato non sia possibile selezionare il tempo minimo, ma viene automaticamente scelto con buona precisione (non conosco bene il metodo di selezione ma a 18mm non scende sotto 1/50 e a 55mm sotto 1/100). Il menu rapido (INFO) permette di modificare una serie di parametri utilizzando la ghiera posteriore, migliorando notevolmente la rapidità e lasciano al menu completo solo una serie di funzioni più avanzate.

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Oltre alle classiche modalità PASM abbiamo anche un’interessante modalità B (bulb), che vedremo nel dettaglio fra poco, due modalità personalizzabili (U1, U2) e la selezione delle scene.

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Molto ben organizzato e con utili accorgimenti per i neofiti.

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Una volta selezionato un menu utente ci vengono ricordate tutte le impostazioni salvate, e sono veramente molte. Da aggiungere, ma non per minore importanza, è la presenza del focus peaking che permette di evidenziare le aree a fuoco sul display e velocizza la maf manuale con il Live View.

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Astrotracer, modalità Bulb e intervallometro

Ho deciso di aggiungere questo paragrafo alla recensione perchè ho avuto l’opportunità di testare anche il modulo GPS, funzione sempre più spesso integrata nei corpi macchina, qui disponibile come accessorio esterno. Dopo averlo montato sulla slitta a caldo ed aver inserito una batteria AAA possiamo entrare nel menu fotocamera “4” e poi su GPS, dove troviamo un’interessante funzione: Astrotracer.

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Accedendo al menu è possibile selezionare come si comporterà la fotocamera in modalità Bulb, nel classico metodo in cui esporrà per un tempo da noi scelto oppure in modalità astrotracer che cercherà di eliminare l’effetto scia dovuto al moto apparente della volta celeste quando si effettuano lunghe esposizioni notturne.

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Provvediamo anche ad effettuare una calibrazione precisa dello strumento, tramite 3 semplici operazioni di rotazione della fotocamera, vedi immagine sotto.

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Impostando la modalità B sulla ghiera entriamo in Bulb, che in questo caso ha una schermata personalizzata per via della funzione Astrotracer attiva.

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Possiamo impostare il tempo di scatto in diversi minuti senza telecomando o timer esterni, facendo partire lo scatto si otterrà un file RAW con il movimento delle stelle corretto o limitato, qui sotto 3 foto esempio a 30″ senza Astrotracer e poi 1 e 4 minuti con la modalità attiva.

Senza Astrotracer30″               Con Astrotracer60″ | 240″

Il funzionamento è semplice ma efficace, solo un leggero mosso con 4 minuti a 55mm (su APS-C), un buon risultato per una funzione decisamente utile per chi scatta molto in notturna o anche solo per qualche occasione. L’intervallometro è una funzione che permette di programmare una serie di scatti ad intervalli regolari, molto utile per gestire time lapse senza telecomandi esterni, le limitazioni nel caso della Pentax K-50 sono i 999 scatti massimi e il minimo intervallo selezionabile di 3 secondi, nulla di eclatante ma da segnalare. Qui sotto un video time lapse esempio delle capacità della fotocamera (con obiettivo 18-55).

AF, metering

Il modulo AF a 11 punti (di cui 9 croce) svolge adeguatamente il suo lavoro, è preciso e anche discretamente veloce. Con luce d’interni riesce ancora bene a focheggiare e tentenna solo in luce molto scarsa. La gestione dell’esposizione è adeguata anche in situazioni di luce dura con ombre nette e nuvole (il bianco delle nuvole tende ad essere il primo a bruciare).

Metering

L’unico aspetto meno efficace è il bilanciamento del bianco, solitamente troppo freddo, come in questo caso. Ma facilmente risolvibile senza perdite (scattando in RAW).

Qualità d’immagine

Il sensore da 16 Mpx è ben equilibrato, offre un buon dettaglio senza appesantire troppo i file, con un minimo di 14,1 MB a un massimo di 16,2 MB in RAW nei test effettuati.

k50vs700DvsD5200

Tutte le foto del test sono state effettuate con il 18-55 f/3.5 – 5.6 AL WR, quest’ultima sigla sta ad indicare “Weather Resistant”, nonostante la costruzione in plastica e l’aspetto cheap ci fidiamo dell’esperienza Pentax in fatto di robustezza e tropicalizzazione, comunque una leggera pioggia presa durante i test non ha minimamente infastidito fotocamera e obiettivo, come ci aspettavamo.

Obiettivo

Avendo l’occasione di provare questo obiettivo che molti troveranno in kit abbiamo anche testato la distorsione a 18mm (dove è più evidente) e l’aberrazione cromatica laterale.

Senza Correzioni | Con Correzioni

Come vedete la qualità non è certo eccelsa, la definizione al bordo è scarsa (siamo a f/4 ricordate), l’aberrazione presente, vignettatura alta, distorsione ben accentuata, ma questi ultimi tre difetti si correggono velocemente come mostrato dall’immagine. Per la qualità ottica c’è poco da fare, se non chiudere il diaframma, comunque al centro frame è buona fin da subito. La tenuta ad alti ISO è molto buona, si tratta di un corpo molto versatile anche quando gli ISO si spingono a ridosso di 3200-5000. I 6400 sono decisamente il limite, mentre a 12800 osserviamo anche una dominante verde indice che il sensore non lavora certamente bene.

Test ISO | 100 | 200 | 400 | 800 | 1600 | 3200 | 6400 | 12800

Batteria, memoria, collegamenti

La batteria viene testata per 480 scatti, è risultata buona ed ha permesso di effettuare tutte le foto necessarie al time lapse sopra riportato (oltre 1250 foto) e con la rimanenza di una tacca verde (che rappresenta poco meno di 1/3 di carica).

Batteria

Il vano per la scheda SD è laterale, quindi di facile accesso anche su cavalletto, infine sono presenti solo altri due connettori: uno denominata “video pc” (per collegare la fotocamera al PC o alla TV) e l’ingresso per lo scatto remoto. Da segnalare la possibilità di utilizzare batterie AA tramite lo specifico adattatore (non incluso).

Conclusioni

La Pentax K-50 è una fotocamera dai molti pregi e pochi difetti, è tropicalizzata e robusta come una full frame ma è piccola e leggera come una mid-range APS-C. Offre una raffica di 6fps e un’otturatore capace di 1/6000, si può fare il pixel mapping dal menu per controllare l’uniformità del sensore e correggere eventuali pixel difettosi. Abbiamo il Focus Peaking, l’Astrotracer (con GPS opzionale), l’Intervallomentro, il Focus Trap, la taratura fine dell’AF e molte funzioni personalizzabili. Il mirino al 100% e 0,92x è certamente da considerare. Il prezzo di strada è di 719€ con garanzia FOWA, circa 50/70€ superiore alle D5200 e 700D, ma il rapporto qualità/prezzo è superiore. Per raggiungere la perfezione, nei nostri test, sarebbe bastato un tasto programmabile in più e il sensore di prossimità, sembrano dettagli di poco conto, ma non è da tutti ottenere le 5 stelle.

PRO
+ Corpo di medie dimensioni, molto robusto e ben tropicalizzato
+ Buona qualità d’immagine
+ Foto usabili fino a 3200/6400 ISO
+ Presenza di funzioni molto utili e ben fatte (Astrotracer, Bulb, Intervallometro)
+ Caratteristiche dell’otturatore da categoria superiore (1/6000, 6fps)
+ Mirino con copertura 100% e 0,92x d’ingrandimento
+ Doppia ghiera per il controllo dei parametri

CONTRO
- Manca il sensore di prossimita per disattivare il display all’avvicinamento
- Si sente la necessità di almeno un’altro tasto programmabile

DA CONSIDERARE
| Per utilizzare l’ottima funzione Astrotracer è necessario il GPS venduto separatamente
| Si possono utilizzare batterie AA al posto di quella al litio con un apposito adattatore

Alessio Andreani

Special Editor - Sono nato a Loreto, nelle Marche. La fotografia occupa gran parte del mio tempo, sia per lavoro che per passione, due aspetti che a volte coincidono. Vivo a Milano. Pagina Facebook

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