Tutte le foto del prodotto oggetto della recensione sono state scattate esclusivamente con un iPhone 5s (recensione).
Dopo il boom delle mirrorless questi ultimi anni stanno vedendo un altro settore in forte espansione, quello delle compatte prosumer. Il motivo del rinnovato interesse in questo segmento è evidente agli occhi di tutti: ormai le compatte tradizionali sono interamente soppiantate dalla praticità delle fotocamere presenti negli smartphone, per cui ci si interessa ad una compatta solo se questa offre un netto salto qualitativo. Per raggiungere questa finalità si può agire su diversi fronti e la Fujifilm XQ1 è la perfetta concretizzazione di tutti questi sforzi. Possiede un sensore più grande rispetto le tradizionali compatte, un obiettivo più luminoso, controlli manuali ed una buona costruzione.
Caratteristiche principali
Iniziamo dal sensore, il più piccolo X-Trans CMOS ad oggi disponibile, che con una dimensione di 2/3″ è anche uno dei più voluminosi per le compatte, rientrando a tutti gli effetti nel segmento delle prosumer. La tecnologia è la stessa presente nelle prestigiose mirrorless della serie X qui rimpicciolita per rientrare in corpo tascabile e con una risoluzione di 12MP.
L’obiettivo è altrettanto interessante avendo una escursione focale da 25 a 100mm equivalenti, con un’apertura di f/1.8 al massimo grandangolo e 4,9 in tele, dotato ovviamente di stabilizzazione ottica. Per quanto riguarda gli ISO abbiamo valori da 100 a 3200 in RAW e fino 12800 in JPG, con possibilità di lavorare in automatico impostando un tempo minimo di sicurezza, ISO massimo e ISO minimo.
Corpo ed ergonomia
La XQ1 ha una dimensione di 100 x 59 x 33 mm, per questo ci piace definirla tascabile. Entra facilmente anche nelle tasche dei pantaloni – a patto che non siano troppo attillati – e seppure l’obiettivo sia un po’ sporgente ha una struttura retrattile che ne limita moltissimo l’ingombro. Sul fronte non c’è neanche un accenno di impugnatura ma le dita si poggiano sul barilotto e il ridotto peso di 200 grammi rende la presa piuttosto confortevole. Sul retro vi è una piccola superficie gommata e sporgente per l’appoggio del pollice e, in definitiva, l’uso risulta possibile e comodo anche con una mano.
Display
Lo schermo posteriore è da 3″ con 920 mila punti ed una risoluzione più che soddisfacente. Fotografie e menu vengono riprodotti nitidamente e la luminosità si adatta automaticamente risultando più che visibile anche con forte luce ambientale. L’unico limite è la presenza di qualche riflesso ma l’usabilità rimane davvero buona in ogni condizione. Per mantenere molto compatta la struttura lo schermo è fisso.
Controllo, impostazioni, menu
Dal punto di vista del controllo la piccola Fujifilm XQ1 non si fa mancare nulla e tutto è gestito in modo chiaro e semplice. Per prima cosa il menu principale, accessibile tramite il pulsante centrale sul pad, è molto intuitivo, diviso in quattro pagine per le impostazioni di scatto e tre per le preferenze di sistema. Bisogna scorrere un po’ per trovare quel che serve ma la suddivisione non lascia spazio a dubbi o incertezze.
L’altro punto che gioca a suo favore è la presenza di due ghiere dei parametri, una intorno al pad e l’altra sulla base dell’obiettivo. Con le impostazioni standard quest’ultima ghiera gestisce il secondo parametro nel modo M oppure consente di controllare la messa a fuoco manuale, quando questa è attiva, con tanto di focus peaking. Nelle altre modalità, purtroppo, la ghiera duplica semplicemente la funzione di quella sul pad e non comanda invece la compensazione dell’esposizione, come sarebbe stato opportuno.
Volendo si può anche assegnare alla ghiera sull’obiettivo un parametro a scelta, come l’ISO, il bilanciamento o anche la stessa compensazione di esposizione, ma in questo modo si perderà il doppio parametro nel modo M. Insomma, si poteva fare qualcosa in più nei settaggi per renderla davvero perfetta ma anche così il controllo è davvero completo, sopratutto perché nei modi semi-automatici la compensazione è comunque molto facile da raggiungere con la pressione della freccia in alto sul pad direzionale.
In alto sulla sinistra vi è solo il pulsante per l’attivazione meccanica del piccolo flash popup, mentre sulla destra sono raggruppati tutti gli altri controlli. Il tasto di accensione è piccolo ma si attiva piuttosto comodamente, poco più avanti c’è il pulsante di scatto a doppia corsa intorno al quale si trova il selettore per controllare lo zoom.
Predominante sul resto è la ghiera per i modi di scatto, la quale include:
- i classici metodi PASM
- una modalità personalizzata dall’utente (C)
- una per le scene (SP)
- Adv. per le funzionalità avanzate (panorami, soft focus, notturna, esposizione multipla)
- Filter per gli effetti (toy camera, bordi sfumati, ecc..)
- Auto, come modalità completamente automatica
- SR+ che è sempre automatica ma seleziona automaticamente la scena adatta all’inquadratura
Un altro aspetto positivo riscontrato sulla Fujifilm XQ1 è l’impostazione della zona posteriore. Ad un primo sguardo non si evince nulla di nuovo visto che c’è la classica ghiera che funge anche da pad direzionale con 4 scorciatoie nelle rispettive direzioni: compensazione (sopra), flash (destra), autoscatto (basso), macro (sinistra). In altro si trovano il tasto per la modalità di riproduzione e quello della registrazione video, mentre in basso vi è quello che alterna le info sul display (presente anche la livella e l’istogramma della luminosità) ed E-Fn. La cosa interessante è proprio quest’ultimo, il quale attiva una sorta di quick menu dove ogni singolo tasto sul retro acquisisce nuove funzionalità. Si accede così con due clic a tutto ciò che si desidera: simulazione pellicola, metodo AF, metodo drive, bilanciamento del bianco, punto AF, sensibilità. Ma la cosa più interessante è che queste sei scorciatoie sono personalizzabili dall’utente nel menu di scatto 4, dove è possibile assegnare ad ogni tasto della modalità E-Fn la funzione che si preferisce, compreso il Wi-Fi.
Wi-Fi
La piccola XQ1 è anche dotata di modulo wireless integrato. Questo non consente di utilizzare la fotocamera in remoto ma offre la possibilità, tramite l’app Fujifilm Camera Application, di connettersi alla sua rete Wi-Fi per geotaggare o condividere le foto tramite Twitter o Facebook. Si può decidere se condividere la versione originale, ovviamente in JPG, oppure una ridotta a 3MP. La connessione funziona bene ed è piuttosto veloce non richiedendo password, l’unico limite è che possiede un timeout piuttosto ridotto quindi bisogna essere relativamente rapidi ad agganciarsi alla rete.
AF / Metering / Drive
Per quanto riguarda la messa a fuoco la XQ1 utilizza il metodo per contrasto basato su 49 aree selezionabili sullo schermo. Possiede il rilevamento automatico dei volti ed un’utilissima spia per l’illuminazione ausiliaria. Grazie a quest’ultima si riesce a mettere a fuoco anche in condizioni di buio assoluto con grande velocità e precisione, decisamente un plus per una compatta del genere.
La valutazione esposimetrica agisce secondo i normali parametri, riuscendo a risolvere adeguatamente la maggior parte delle condizioni tipo e richiedendo un intervento manuale di compensazione solo nei casi limite, cioè dove vi sia un alto livello di contrasto tra zone d’ombre ed altre fortemente illuminate. Il comportamento tipo in queste circostanze e con la fotometria impostata su multi è quello di seguire parzialmente il punto AF per determinare l’area da esporre correttamente e se si trova nell’ombra è facile che questa venga schiarita fino ad andare in clipping sulle alte luci.
Il comportamento varia se si seleziona spot, che enfatizza questo aspetto considerando esclusivamente l’esposizione sul punto AF, mentre su media si ottiene un’esposizione calibrata sull’intero fotogramma, limitando al minimo la possibilità di perdita di informazioni.
Per quanto concerne la raffica, la XQ1 possiede quattro diverse modalità: SH, H, M ed L, rispettivamente dalla più rapida alla più lenta. La prima è disponibile solo scattando in JPG e consente di scattare a 10fps con un buffer di 12 fotogrammi. Nel modo H si lavora a 7fps con buffer che rimane di 12 salvando in JPG e scende a 7 lavorando in RAW+JPG. M ed L salvano a 6fps o 4fps e sono quelle ideali da scegliere per seguire movimenti più lenti, anche perché il buffer si satura leggermente dopo consentendo in L/JPG di catturare 19 immagini prima di rallentare per la saturazione del buffer. I risultati riscontrano pienamente le aspettative di una compatta prosumer per velocità ed anche il buffer appare giustamente dimensionato alla categoria.
Qualità d’immagine
Il sensore X-Trans CMOS da 2/3″ cattura immagini da 12 MP vivide e con una buona dose di dettaglio. La gamma dinamica non è il suo punto d’eccellenza ma gestisce abbastanza bene anche situazioni difficili con forti contrasti. Inoltre è presente una opzione per aumentare la gamma andando a recuperare luci ed ombre con tre diversi livelli selezionabili dall’utente (di base è su auto). Interessante la possibilità di selezionare una similuazione pellicola invece dei classici picture styles, in base ad 8 diverse tipologie:
- Provia / Standard
- Velvia / Vivace
- Astia / Morbida
- B&N
- Monocromatico + filtro Yellow
- Monocromatico + filtro Red
- Monocromatico + filtro Green
- Seppia
Con le compatte ad obiettivo fisso gioca un ruolo importante anche la qualità delle lenti e qui ci si trova con uno zoom da 25 a 100mm equivalenti, f/1,8-4,9. In wide la distorsione è ancora molto contenuta e la perdita di definizione si verifica solo ai bordi più esterni, offrendo una resa molto buona su tutto il resto del frame. L’apertura più ampia è anche la più soffice ma è largamente usabile e grazie alla modalità macro ci si riesce ad avvicinare a sufficienza ai soggetti per ottenere anche lo sfondo sfocato ed un certo senso di profondità difficile da raggiungere con le compatte.
Per quanto concerne la resa sulle varie sensibilità, la XQ1 si comporta egregiamente per la sua categoria ed offre un interessante range che si estende fino a 12800, seppure sia questo che il 6400 siano selezionabili solo scattando in modalità JPG. Nel momento in cui abbiamo realizzato la recensione né Aperture né Lightroom supportano i file grezzi della XQ1 e per questa ragione è stato necessario utilizzare il software in dotazione: RAW File Converter EX. In JPG gli 800 ISO sono ancora ricchi di dettaglio e con pochissimo rumore, i 1600 ISO perdono qualcosa ma sono ancora usabilissimi mentre i 3200 mostrano una buona dose di rumore con conseguente perdita di definizione. Rimangono comunque usabili per stampe di piccolo formato mentre i 6400 ISO sono adatti prevalentemente per il video o il web. L’estensione finale a 12800 ISO è particolarmente impastata anche se il risultato è interessante se si considera la dimensione del sensore. In RAW si inizia ad avvertire del rumore già a 200 ISO ma fino a 1600 questo è gestibile in post produzione ottenendo fotografie pulite e con un buon livello di dettaglio. I 3200 ISO in RAW sono invece piuttosto deteriorati e sono da adoperare solo in caso di estrema necessità.
Flash
Il piccolo flash a popup si solleva agendo sulla levetta meccanica posta sul dorso. Si alza di circa 1cm al di sopra della fotocamera e possiede una potenza abbastanza ridotta con il suo numero guida 7,4. Non ha molte funzionalità ed è poco più di un lampo “di servizio”, da utilizzare per schiarire leggermente i soggetti in penombra o per un po’ di riempimento delle ombre dure sotto forte luce solare.
Batteria / Memoria / Collegamenti
La batteria della XQ1 fornisce autonomia per circa 240 scatti secondo lo standard CIPA, pienamente rispettati nelle nostre prove. Tutto dipende anche dalla velocità con cui si fotografa, perché se si tiene accesa per ore facendo solo una decina di scatti è ovvio che la batteria si scaricherà prima del previsto, ma con un utilizzo medio si superano tranquillamente le 200 fotografie prima di aver bisogno di ricaricare. A tal proposito non vi è un caricatore da rete elettrica ma uno USB, che consente di caricare la batteria direttamente tramite la fotocamera. Questo aspetto può essere positivo perché limita il numero di accessori da portare con sé ed offre la possibilità di caricare da qualsiasi USB (anche quella del computer), ma possiede risolti negativi perché non si può usare la fotocamera mentre si ricarica e si limita anche la possibilità d’uso con più batteria.
Lo slot per la SD è in basso, insieme a quello della batteria, e può ospitare qualsiasi tipo di Secure Digital, anche le più veloci e capienti SDXC UHS-1 da 64GB. Lì vicino si trova anche l’uscita mini HDMI per collegare la fotocamera al televisore e rivedere video e foto. Sul lato destro c’è invece lo sportellino che nasconde la porta mini USB, che si utilizza sia per il collegamento al computer che per la ricarica della batteria interna.
Video
Con la XQ1 si possono registrare anche filmati. Qualsiasi sia la modalità attiva il pulsante rosso è sempre disponibile e registra video secondo i parametri impostati nelle preferenze. Tra le modalità la migliore è ovviamente la FullHD disponibile sia a 30fps che a 60fps. Quando si attiva la registrazione la misurazione esposimetrica diventa automatica, anche se c’è attivo il modo M, e il fuoco può essere impostato su continuo, manuale o centrato. Quello manuale è probabilmente il più interessante, purtroppo non ha attivo il focus peaking (presente invece nel modo foto), ma consente di usare la ghiera intorno all’obiettivo per una MAF confortevole. Tutto sommato i risultati sono accettabili e la stabilizzazione aiuta molto ma l’utilizzo della modalità automatica per l’esposizione è un po’ limitante e si nota una certa tendenza al moiré con i dettagli sottili (nel breve esempio seguente guardate le foglie in secondo piano):
Conclusioni
La Fujifilm XQ1 è una fotocamera che ci ha colpito sotto molti aspetti e che merita di essere attentamente valutata se si sta cercando un prodotto tascabile dalle buone prestazioni e non troppo costoso. Ormai di compatte prosumer ne abbiamo viste di tutti i tipi, finanche APS-C o full frame, mentre la XQ1 offre una ricetta più classica ma non per questo meno valida. Il sensore non è ai livelli di quello della RX100 ma costa di meno e si usa con ugual piacere. I controlli sono molto completi, semplici per chi vuole una punta e scatta e completamente manuali per chi si diletta nel cercare lo scatto perfetto. La costruzione è più che soddisfacente e l’ottica offre una buona escursione focale ed un pizzico di creatività con l’apertura f/1.8 a 25mm e la funzionalità macro. Si ragiona in termini di equilibrio tra un sensore valido, un obiettivo proporzionato ed un corpo sufficientemente piccolo da essere tascabile ma con le giuste dimensioni per essere comodamente usato anche in manuale. Tutto sembra quadrare nella Fujifilm XQ1 che dimostra di essere concepita con un progetto semplice ma efficace. È il prodotto ideale per i viaggi e le escursioni, per catturare con estrema serenità il mondo che ci circonda e portare a casa degli scatti gradevoli muovendosi con discrezione e nella più completa comodità e leggerezza. Non punta ad offrire il massimo in nessun settore ma soddisfa tranquillamente tutte le esigenze e con un prezzo di vendita di 399€ al momento del lancio è facilmente raggiungibile.
PRO
Corpo elegante, compatto, ben costruito e con top in metallo
Sensore X-Trans da 2/3″ dalle ottime prestazioni per la categoria
Veloce in ogni operazione (raffica fino a 10fps)
Controlli completi e ben congegnati
Doppia ghiera dei parametri
Molte possibilità di personalizzazione dei comandi
Display visibile anche alla luce del sole
Messa a fuoco rapida e con luce ausiliaria per il buio
Fuoco manuale con la ghiera sull’obiettivo e con focus peaking
Video FullHD a 60fps
Wi-Fi integrato per geotaggare e condividere le foto
Modalità macro interessante a 25mm f/1,8
Obiettivo incisivo e con una buona escursione (25-100mm)
CONTRO
Modo video solo automatico e con una certa tendenza al moiré
Flash con poche funzionalità
Durata della batteria migliorabile
DA CONSIDERARE
Ricarica della batteria tramite la fotocamera
Compromesso ben concepito tra prezzo, dimensione, sensore, obiettivo, funzioni
Qualche miglioramento possibile nell’operatività della ghiera secondaria sull’obiettivo