Non si tratta delle campagne acquisti in stile Google o quelle ancor più grosse di Facebook, che non si pone problemi a dare quasi sull’unghia oltre 16 miliardi di $ per accaparrarsi WhatsApp, ma anche Apple fa spese. Come dice la loro tipica dichiarazione di conferma, “di tanto in tanto acquista aziende tecnologiche più piccole”. Quest’anno le compere sono iniziate con SnappyLabs e proseguono ora con Burstly. Similmente a casi precedenti, quasi come in un tag team non ufficiale, TechCrunch ha lanciato l’indiscrezione e Recode l’ha confermata.
Gli strumenti principali portati in dote da Burstly sono essenzialmente tre: una piattaforma per pubblicità su mobile, SkyRocket; analisi e statistiche per contenuti sempre su mobile, FlightPath; un’altra piattaforma dedicata invece a rendere più efficiente il Beta testing di applicazioni, TestFlight. Proprio quest’ultima è vista come la punta di diamante che ha fatto scattare la scintilla in Apple, e il primo indizio del matrimonio consumatosi è arrivato dall’annunciato ritiro del supporto ad Android dal 21 marzo prossimo. Un destino che ha accomunato altre precedenti acquisizioni, come Chomp e HopStop.
TestFlight è uno strumento rivolto sia agli sviluppatori sia ai tester. Viene offerto un prodotto completo in grado di seguire attentamente la creazione di una nuova app, con funzionalità per la distribuzione Over-The-Air ai partecipanti prescelti, controllo fine su gruppi e dispositivi coinvolti, report dettagliati sul funzionamento dei software, degli eventuali crash e delle segnalazioni effettuate dagli “assaggiatori”. Il servizio può rilevare automaticamente la compilazione di nuove build e rilasciarle ai tester, sollevando così il team di sviluppo dall’operazione e dando loro più tempo per lavorare effettivamente sui prodotti. Per quanto Apple già oggi offra alcuni strumenti per il Beta testing di applicazioni, non dispongono della stessa semplicità ed efficienza di TestFlight.
Con buona pace di chi vorrebbe una strategia di acquisizioni più aggressiva, forse è questo il percorso più idoneo per Apple: complementare a quanto è già a disposizione in casa per migliorarlo, senza assorbire grandi linee di prodotti o piattaforme. Cook non ha comunque chiuso la porta a operazioni consistenti di M&A (Mergers & Acquisitions), l’importante è che Apple colga nell’obiettivo i requisiti e le potenzialità per farlo. Almeno per ora, questo momento non sembra essere arrivato; per il futuro, si vedrà.