La Commissione Europea vuole maggiore trasparenza negli acquisti in-app

La Commissione Europea ha deciso di vederci chiaro sugli acquisti in-app, chiedendo ad Apple e Google di collaborare per una maggiore trasparenza circa i costi nascosti di giochi e applicazioni.

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Per quanto sia su Play Store che su App Store è ben segnalata la possibilità di accedere ad alcuni contenuti più velocemente o esclusivamente tramite acquisti opzionali, le incessanti proteste delle associazioni dei consumatori italiane, danesi, inglesi e belghe hanno spinto la Commissione a indagare meglio sul funzionamento del sistema, spesso sfruttato dagli sviluppatori per cercare di strappare quanti più euro dalle tasche degli utenti, soprattutto dai più giovani.

A giusta ragione, secondo la UE alcuni giochi sarebbero strutturati in modo da spingere gli utenti a ricorrere sempre più spesso agli acquisti opzionali e, addirittura, non potrebbero essere considerati né nella categoria dei giochi freemium né in quella in quella dei free-to-play. Insomma, dietro la parola Free (o Gratis nel nostro store) si nasconderebbero app per le quali sarebbe gratuito solo il download.

“Ingannare i consumatori è un modello di business sbagliato e contrasta con lo spirito della tutela dei consumatori proprio dell’Unione Europea”, ha dichiarato il commissario alla giustizia Viviane Reding.

Mentre gli adulti potrebbero effettivamente essere più attenti con gli acquisti in-app, i ragazzini e i bambini possono essere ingannati più facilmente: basti ricordare la bambina inglese che, per costruire un bel villaggio dei Puffi, “investì” 4.000 sterline, importo che fu poi rimborsato da Apple nel giro di qualche giorno. Inoltre, spesso gli utenti non sanno nemmeno che dalle impostazioni degli Store è possibile inibire l’utilizzo degli acquisti in-app e né iOS né Android mettono ben in evidenza le opzioni per la tutela della propria carta di credito.

Speriamo che in futuro gli acquisti in-app siano usati con criterio e che, soprattutto, siano eliminate frasi ingannevoli come “Upgrade Now!”: alcuni sviluppatori sanno bene che gli acquisti opzionali danno più soddisfazioni nel gioco agli utenti che, per superare un ostacolo impiegano molto tempo e, sentendosi frustati, sono psicologicamente indotti alla spesa: a mio parere, è meglio spendere un po’ di più per l’acquisto delle app piuttosto che perdere il controllo della spesa durante il loro utilizzo.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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