Dal lancio di iOS 5, Apple ha sostituito MobileMe con iCloud. Il suo servizio “nella nuvola” oltre a fornire la sincronizzazione dei contatti, dei calendari, delle note e delle email fra più dispositivi, ha messo a disposizione uno spazio condiviso per le app in modo da delocalizzare l’archiviazione dei file e renderli disponibili su qualsiasi piattaforma, pronti per la modifica.
I dati vengono, però, condivisi solo fra le app che li hanno creati e non sono accessibili dagli altri software, a differenza di quanto accade con Dropbox e Google Drive. Secondo 9to5Mac.com, che continua la settimana dedicata ai rumor su iOS 8 con indiscrezioni che dovrebbero pervenire da fonti interne a Cupertino, Apple starebbe lavorando a una profonda revisione di iCloud, in modo da rendere disponibile i file anche con le applicazioni che non li hanno creati.
Per poter agevolare gli sviluppatori – che, peraltro, sostengono che programmare un’applicazione con il supporto iCloud sia parecchio difficoltoso – a sfruttare con facilità il proprio storage web based, Apple potrebbe fornire dei nuovi tool di sviluppo dedicati. A mio avviso sarebbe il caso di integrare iCloud anche con il Finder di OS X e di rendere disponibile un’app per iOS dedicata alla gestione dei file archiviati, rendendone la gestione più simile a quella tradizionale, anche per poter permettere la modifica dei dati con più applicazioni. Inoltre, se lo spazio minimo gratuito a disposizione degli utenti fosse di almeno 10 Gb, forse ci sarebbe anche più domanda di app compatibili con iCloud e, quindi, gli sviluppatori sarebbero invogliati a concentrarsi di più per sfruttare al meglio il sistema di Apple. Ma queste, forse, sono vane speranze…