Memorie di uno switcher: il passaggio che cambiò tutto

Quando ho aperto questo blog non si parlava solo di tecnologia. Molti di voi già sapranno, perché ci seguono fin da allora, che inizialmente postavo qualsiasi esperienza quotidiana, tra cui le ricette di cucina. Il mondo tecnologico è sempre stato centrale come lo era nella mia vita, ma solo quale settimana più tardi ha preso completamente il sopravvento sul resto. Pochi anni prima della creazione del sito SaggiaMente si era verificato un evento importante, ossia il mio passaggio definitivo e completo su piattaforma Macintosh.

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Ho avuto sempre un iMac G3 in studio, che mi affascinava e stuzzicava, ma continuavo ad adoperare Windows per abitudine, nonché perché lo conoscevo meglio essendo da anni partner certificato Microsoft. Nel 2006 arrivò il momento di Vista e in quel periodo si viaggiava in acque incerte. Ricordo che Windows XP appariva ormai vetusto da anni ma Vista si presentò immediatamente come un ibrido mal riuscito e Seven, purtroppo, era ancora di là da venire. Inoltre il futuro di Windows non sembrava per nulla chiaro al tempo, la lotta con la pirateria si stava perdendo e iniziavano a ventilarsi ipotesi di chip per il DRM che minacciavano di limitare i diritti degli utenti. Insomma, per uno che usava Windows da quando era una semplice GUI che si lanciava all’occorrenza dal DOS, non sembrava esserci un futuro roseo per questo sistema operativo.

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Facendo per un attimo un salto nel tempo devo dire che Windows 7 è stata una vittoria per Microsoft, perché dopo quel periodo buio sono riusciti a produrre un sistema operativo di qualità, nettamente superiore alle aspettative. Tant’è che mi chiedo: se ci fosse stato già Windows 7 avrei effettuato il passaggio a Mac? Probabilmente no, anche se avrei avuto modo di pentirmene più avanti.

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A convincermi definitivamente per l’acquisto del Mac fu la stessa Apple, che effettuò un cambio epocale di architettura proprio in quel periodo. Mio fu il primo MacBook Pro con processore Intel, che mi assicurava la possibilità di installare Windows con BootCamp, per avere, all’occorrenza, un paracadute di sicurezza. Conoscevo già OS X ma non così bene da sapere se avrei avuto problemi a trovare software di qualità per ogni aspetto che mi servisse nel mio lavoro. E così, con questa tranquillità alle spalle, mi sono addentrato nella conoscenza del mondo Mac “contemporaneo” (l’iMac che possedevo era un vecchio G3).

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Il seguito è storia: OS X mi ha conquistato fin dal primo avvio e in pochi giorni avevo già dimenticato completamente Windows, tant’è che non lo eseguivo per nessuna ragione sul MacBook Pro. A lavoro sono rimasto vincolato a Microsoft ancora per un po’, ma alcuni mesi più avanti ebbi la possibilità di acquistare un iMac 24″ e così il passaggio fu completo. Si trattava del primissimo 24″ realizzato a Cupertino, tutto bianco e con un look inconfondibile, il quale rimane sostanzialmente inalterato ancora oggi, seppure sia più sottile e in alluminio.

I primi tempi con il Mac sono stati eccezionali, tutto era una scoperta e riempivo le ore facendo esperimenti e leggendo varia documentazione online. Ho iniziato a seguire qualche blog e così ho maturato lentamente la possibilità di aprirne uno tutto mio. Non ho mai avuto nostalgia di nulla che riguardasse Windows, né i computer né il sistema operativo. Su OS X ho trovato facilmente tutto quello cercavo ed

ho riscoperto un mondo affascinante in cui l’utilizzo della macchina è al primo posto, mentre tutte le faccende legate alla manutenzione si possono tranquillamente dimenticare.

Ai tempi il confronto tra OS X e Windows Vista era impietoso e finché non arrivò Windows 7, il livello del sistema operativo di Redmond era decisamente più basso.

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Quando ebbi appreso le principali nozioni sul sistema operativo e sulle app di sistema più iLife, decisi di creare un video podcast che ripercorreva il mio cammino e lo chiamai Il Mio Primo Mac. Fu un enorme successo per ascolti e gradimento e ancora oggi c’è gente che lo segue pur essendo stato creato per Snow Leopard. Riguardandolo con l’esperienza che ho oggi era un progetto acerbo ma c’era tanta passione e credo che fu quella a fare la differenza. Mi capita tutt’ora di ricevere complimenti per quel podcast e di sentire molti utenti che lo rimpiangono. Al tempo fu come ripercorrere la mia esperienza con il Mac partendo da zero, ma oggi non riuscirei più a fare nulla del genere perché era una guida davvero basica. Quel podcast rappresentò l’inizio di SaggiaMente per come lo conoscete oggi, ma la storia non si fa rimanendo fermi su se stessi e per questa ragione abbiamo cercato di andare avanti, sempre con idee nuove.

Lo switch sul mondo Mac è stato uno degli eventi maggiormente importanti nella mia vita digitale, non solo perché è stata la miccia che ha dato il via a SaggiaMente qualche anno più tardi, ma anche perché mi ha consentito di entrare in un mondo in cui il computer viene concepito diversamente. Voi in quale momento siete passati a Mac e perché?

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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