Recensione: Pebble Steel, un timido tentativo di smartwatch

Da qualche anno aleggia l’idea che il prossimo killer product nel settore tecnologico possa essere lo smartwatch. Se ne attende uno realizzato da Apple, anche se non è detto che arrivi, ma nel frattempo ne sono usciti diversi modelli ad opera di altre aziende. Tra i più noti ci sono il Gear di Samsung, che appena presentato la versione 2, poi lo smartwatch di Sony che abbiamo già recensito e, infine, il Pebble. Probabilmente non saranno gli unici ma questi sono i prodotti che hanno maggiormente catturato l’attenzione del pubblico. I modelli di Samsung e Sony per certi versi si assomigliano, seppure la coreana abbia deciso di riempirlo di maggiori funzionalità (come da tradizione), mentre il Pebble ha sempre viaggiato su un binario separato, fatto di semplicità e fruibilità.

Nato con una campagna di crowdfunding su Kickstarter, il Pebble ha ottenuto un grande successo e piace particolarmente ai geek che hanno inondato il web di recensioni sulla prima edizione. Da qualche tempo è disponibile anche un secondo modello, leggermente più raffinato, che si chiama Pebble Steel. A differenza del primo questo ha un look più elegante, la cassa in metallo (e non in plastica) ed è fornito con due cinturini. Quando si ricevere ha montato quello in pelle, più facile da adattarsi ad ogni polso, mentre dall’orologiaio potremo farci montare all’occorrenza quello in metallo.

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La prima caratteristica che contraddistingue il Pebble è il display di tipo e-ink. Similmente al Kindle è realizzato con una particolare tecnologia detta “inchiostro elettronico” la quale, una volta definita l’immagine sullo schermo, non richiede ulteriore energia per mantenerla attiva e non deve essere illuminata. Per questi motivi il consumo si riduce moltissimo e il Pebble è lo smartwatch con la migliore autonomia sul mercato. La batteria è dichiarata per una durata di 7 giorni, ma personalmente ho constatato che con un numero medio-alto di notifiche si arrivano a sfiorare massimo i 5, sempre molto di più dei 2 che offrono i prodotti concorrenti. Parlo di “notifiche” perché l’essenza del Pebble è sostanzialmente questa. Fatta qualche eccezione non è uno smartwatch con il quale compiere operazioni, ma si configura prevalentemente come una interfaccia distaccata del nostro smartphone.

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Sia su piattaforma iOS che Android basterà scaricare l’app Pebble per collegarsi allo smartwatch. L’operazione è veramente indolore ed avviene tutta all’interno dell’app, senza passare dalle impostazioni. L’orologio viene trovato, ci si collega e… bam!, siamo pronti per iniziare. Lo schermo del Pebble non è di tipo touch screen e per il controllo ci sono quattro pulsanti, uno a sinistra che attiva la retroilluminazione per qualche secondo e funziona come “esc” e tre a destra, due per andare sopra e sotto e quello centrale per l’accesso al menu o conferma. La retroilluminazione è utile al buio perché se di giorno lo schermo è perfettamente visibile, quando siamo in penombra le possibilità di lettura scendono, esattamente come succederebbe per un foglio di carta stampata: c’è sempre bisogno di luce per leggerlo. Questa si può attivare con il pulsante sulla sinistra oppure semplicemente scuotendo il polso per un istante.

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Per l’orario ci sono tre aspetti predefiniti: il primo scrive l’ora con le parole inglesi, il secondo ricorda un quadrante analogico e il terzo un display digitale con data e giorno. Per passare da uno stile all’altro si possono usare i due tasti freccia sulla destra. Ogni stile con il quale viene mostrato l’orario si chiama WatchFace e c’è anche uno store per scaricarne di altri. L’app è divisa sostanzialmente in tre aree:

  • My Pebble: che mostra WatchFaces ed Apps installate
  • Get WatchFaces: store per gli stili dell’orologio
  • Get Apps: store per le funzionalità aggiuntive

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Per quanto riguarda i WatchFaces ce ne sono davvero tanti e si installano facilmente dallo smartphone in pochi istanti. Questi si aggiungono ai tre predefiniti e si scelgono sempre scorrendo con i tasti in su e in giù. Per quanto riguarda le applicazioni la scelta è più limitata e trovarne di veramente utili è un’impresa. Ci sono estensioni di alcune app per il fitness, che consentono di vedere gli avanzamenti direttamente sullo schermo dello smartwatch, ma per il resto non ho individuato nulla di particolarmente interessante. Certo ci sono perfino dei giochini, come JP’tris (clone di tetris), ma vi sfido a giocarci sull’orologio se non per una rapida prova o soltanto per il gusto di poterlo fare. Dopotutto se usiamo il Pebble abbiamo già uno smartphone e l’esperienza che questo può offrire anche per un banale tetris è certamente più appagante. La verità è che come dispositivo di input il Pebble è piuttosto limitato con i suoi tre tasti e senza touchscreen e nelle applicazioni dove bisogna scrivere qualcosa ho trovato una specie di tastiera simulata con le lettere dalla a alla i nel primo tasto, dalla j alal q nel secondo e dalla r alla x nel terzo. E non si può certo dire che sia comodo.

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Al menu principale si accede con il tasto al centro e la prima voce è Music (da notare che tutto è scritto solo in inglese). Una volta avviata la riproduzione dallo smartphone con l’app Musica, Spotify o simili, avremo a disposizione il play/pause e avanti e indietro, oltre che la visualizzazione del brano con artista, titolo e nome dell’album. La seconda voce è Notifications, un elenco che raccoglie le ultime notifiche ricevute, organizzate in base alla più recente. Più in basso abbiamo Alarms, all’interno del quale si possono aggiungere delle sveglie ad orari prestabiliti, WatchFaces con l’elenco degli stili per l’orario e Settings. Le impostazioni consentono di attivare o disattivare le notifiche e la vibrazione emessa ogni volta che se ne riceve una. Molto utile la possibilità di programmare una fascia oraria in cui non se ne vogliono ricevere, ad esempio dalle 22 alle 8 in modo da non essere disturbati di notte.

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La giornata tipo con il Pebble Steel

Supponiamo di avere sincronizzato il nostro iPhone con il Pebble e di averlo indossato. Mentre facciamo colazione avvertiamo una vibrazione e possiamo subito leggere dal polso che ci hanno menzionati in un tweet. Possiamo portarlo con noi anche sotto la doccia perché la cassa in acciaio con vetro temperato è anche waterproof fino a 5 atm di profondità. Entriamo in macchina e l’iPhone si collega tranquillamente anche al Bluetooth dell’auto senza perdere la connessione con il Pebble (molto importante). Mentre camminiamo ci telefonano e lo smartwach inizia a vibrare mostrandoci il nome del chiamante con due opzioni: rispondi o abbatti la chiamata. In realtà se rispondiamo non potremo parlare con il Pebble per cui avendo il telefono in tasca il nostro interlocutore non potrà sentirci: si tratta di una funzione poco utile alla fine dei conti. Più interessante invece è vedere chi ci sta telefonando e mettere occupato se vogliamo richiamare più tardi. Durante la giornata ogni notifiche del nostro smartphone apparirà sullo schermo del Pebble annunciata da una vibrazione, che sia twitter, facebook, messaggi o altro. Volendo possiamo tenere il telefono sempre su silenzioso e non mancheremo di essere informati su ciò che accade e perdere le telefonate. Ma se ci allontaniamo oltre una decina di metri dall’iPhone avvertiremo una vibrazione che ci segnala lo scollegamento.

pebblesteel-notifiche

voto 3,5Conclusioni

L’idea che uno smartwatch come il Pebble Steel possa essere un dispositivo irrinunciabile è molto lontana dalla realtà. Certo ci permette di essere sempre informati sulle ultime notifiche senza dover prendere lo smartphone, ma la sua utilità si esaurisce nello stesso momento. Spesso capita di ricevere un messaggio e di voler rispondere ma purtroppo non si può fare senza prendere lo smartphone, per cui le funzionalità sono ridotte alla sola visualizzazione. Durante l’uso quotidiano fa risparmiare un po’ di tempo in molte circostanze, però se si ricevono molte notifiche può essere anche fastidioso avvertire continuamente delle vibrazioni. Personalmente ne ricevo moltissime anche per via di Twitter, che uso con 3 account, per cui scarico la batteria anche più rapidamente del previsto, più o meno dopo 4 giorni è necessaria una ricarica. L’alimentatore è USB (si può ricaricare anche dal computer) e si collega al Pebble lateralmente grazie ad una calamita che rende l’operazione molto “easy”. Capisco bene perché sia amato dai geek ma lo ritengo ancora poco più di uno sfizio. Il modello Steel ha guadagnato qualcosa in qualità costruttiva e design ma non si può certo definire un orologio lussuoso, al massimo casual. Il voto complessivo è di 3 stelle e mezzo mentre il prezzo per il modello Steel è di $220. Più economico l’originale, interamente in policarbonato, che costa $149, in tutti i casi c’è da considerare anche le spese di dogana che sono circa del 35%.

PRO
+ Durata della batteria buona per uno smartwatch
+ Display perfettamente visibile alla luce del sole
+ Doppio cinturino: metallo e pelle
+ Buono il sistema di ricarica calamitato
+ Semplice da usare
+ Applicazione a corredo rapida nel controllo remoto

CONTRO
- Di sera lo schermo è nero, si deve attivare la retroilluminazione per leggere l’ora
- Fa poco più che ricevere notifiche
- Costoso
- Estetica discutibile

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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