Google e televisori smart, nuova offensiva in preparazione con Android TV

A Mountain View dimostrano attenzione verso set-top-box e smart TV già da molto tempo. Il primo approccio risale al 2010 con Google TV, allora basata su Android 2.2 e in grado di offrire ricerca di contenuti multimediali e apps. Nel corso del tempo l’azienda ha cercato di migliorare il suo prodotto, aggiornando sia dietro le quinte prima alla 3.x e poi alla 4.2.2 sia nella parte più visibile con un’interfaccia più moderna e amichevole. Ciononostante, la piattaforma ha attecchito poco, scontrandosi non tanto con la finora limitata Apple TV, quanto con sistemi rivali dalle potenzialità maggiori come Roku e le Smart TV di Samsung. Soprattutto la società coreana, tra le artefici del successo di Android su smartphone e tablet, è tra quelle che più ha approfittato delle debolezze del gruppo di Larry Page nell’ambito.

E la situazione è solo destinata a peggiorare. Con LG che è pronta a far rientrare in gioco webOS, Amazon Fire TV, le “tuttofare” PS4 e Xbox One, lo spazio per Google si sta assottigliando sempre più. Chromecast è un buon passo, ma non basta, non è un dispositivo indipendente e ha sempre bisogno di un telefono/tablet/computer acceso in grado di veicolargli i contenuti. Devono uscire da questo stato di letargia multimediale al più presto, prima che anche l’altro orso dormiente a Cupertino decida di uscire dalla caverna e tirare zampate (leggasi Apple TV di quarta generazione). Da The Verge arrivano segnali positivi, con informazioni dettagliate sulla prossima versione di Google TV, che cambierà non solo nell’esperienza d’uso ma anche nel nome: Android TV.

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Il nome Android TV non è completamente nuovo. Ne avevano parlato a fine ottobre scorso su GigaOM, senza ulteriori sviluppi, però. Ora è la testata di Joshua Topolsky a riprendere il discorso, grazie all’ottenimento di documentazione relativa alla piattaforma in sviluppo. Il punto di partenza di Android TV è il fallimento della corrente iterazione: cosa hanno sbagliato con Google TV? Essenzialmente, si è trattato di un tentativo di trasformare i televisori in grandi tablet, riadattando l’interfaccia classica di Android piuttosto che farne una davvero dedicata; sebbene poi il tiro sia stato in parte corretto, il danno era ormai stato fatto. Android TV, invece, sarà una piattaforma per l’intrattenimento puro, con una fruizione semplificata e piacevole dei contenuti. O, se vogliamo riprendere le parole dei documenti trapelati, “cinematografica, divertente, fluida e veloce” (queste ultime due parole, ormai, sono quasi utilizzate alla nausea, particolarmente da Microsoft ma adottate in certi casi pure da Apple).

La nuova UI, nella sua schermata principale che possiamo vedere sopra, riprende lo schema delle “cards” utilizzato dapprima in Google Now e poi esteso anche ad altre parti dei software Google. Film, show televisivi, musica, apps e giochi; in ogni schermata ritroveremo queste schedine con un’immagine di anteprima del contenuto richiamato. Nella home vi saranno dei suggerimenti su nuovi prodotti da provare, sulla base dei gusti personali e di quanto già visto/ascoltato/giocato. Presenti anche i contenuti la cui fruizione è stata iniziata su altri dispositivi ma poi interrotta: in questo caso Android TV proporrà la ripresa immediata dal punto esatto in cui ci si era fermati.

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Per muoversi all’interno dell’ambiente grafico è previsto l’utilizzo di un telecomando dotato di pad direzionale. Su e giù per scorrere tra le diverse categorie, sinistra e destra per scorrere invece tra le proposte presenti in una singola categoria. Enter per confermare, Back per tornare indietro, Home per passare direttamente alla vista iniziale. Sarà disponibile anche una funzionalità di ricerca, sia universale sia interna alle apps, da richiamare attraverso il tasto Search. Si potrà utilizzare anche un controller da gioco, nonché ricorrere ai comandi vocali. Android TV prevede anche un sistema di notifiche, seppur dagli scopi limitati, soprattutto per informare l’utente di contenuti aggiuntivi disponibili.

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Lo sviluppo sarebbe in fase avanzata, coinvolgendo già una vasta gamma di sviluppatori terzi. Al pari di Google Play, Hangouts e YouTube, troviamo svariati nomi famosi come Netflix e Vevo, così come giochi molto popolari, ad esempio Asphalt 8 di Gameloft e “Dov’è la mia acqua?” della Disney. Tutte che dovranno rispondere a una user experience espressamente pensata per l’uso con televisore e telecomandi/joypad.

Android TV segnerà la morte di Chromecast? No, in quanto si tratta di prodotti diversi che si propongono a scenari diversi con esigenze altrettanto diverse. Coesisteranno tranquillamente, in maniera simile (e forse ancor meglio) ad Android e Chrome OS. Bisognerà vedere come e se attrarrà i produttori hardware in questa nuova sfida. LG e Samsung dispongono di proprie piattaforme; Sony sembra voler accentrare la sua elettronica da salotto sull’ecosistema PlayStation. Ciò non impedisce loro di diversificare, ovviamente. La stessa Samsung è l’esempio principale. Nel computing si alterna tra Android/Chrome OS e Windows/Windows Phone, mentre sugli smartwatch è sì recentemente passata a Tizen ma al tempo stesso è salita sul carro di Android Wear. Le prospettive sembrano però virare, almeno per ora, su un gioco in solitaria da parte di Google, con una Nexus TV, che potrebbe essere un box esterno tanto quanto un televisore vero e proprio, se non entrambi in modo da non farsi mancare nulla.

Com’era prevedibile, l’azienda non ha commentato le indiscrezioni di The Verge. Tuttavia l’impressione è che non manchi poi così tanto: quale miglior cornice della conferenza I/O di fine giugno per mostrare il prossimo nuovo gioiello della corona? Col benestare dello sfortunato Nexus Q, che potrà finalmente riposare in pace sapendo di avere un ben più completo e promettente successore.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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