Apple compra Beats per tre miliardi di dollari: in arrivo lo streaming musicale a là Spotify

Con un comunicato stampa ufficiale, Apple ha annunciato di aver acquisito Beats Electronics e Beats Music per una cifra totale di 2,6 miliardi di dollari, più altri 400 milioni da corrispondere nel corso dell’anno in corso. Beats Electronics sarà integrata nel team coordinato da Schiller, mentre gli sviluppatori di Beats Music coadiuveranno quelli dei servizi musicali di Eddy Cue. L’acquisizione sarà completata alla assemblea degli azionisti di settembre.

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I due fondatori di Beats, Jimmi Iovine e Dr. Dre, entreranno a far parte del team dirigenziale di Apple, anche se non è stato ancora annunciato il ruolo che ricopreranno. Lo stesso Cue, durante l’intervista congiunta con Iovine conclusasi qualche ora fa tenutasi alla <Code> Conference (la nuova versione del D8 di Walt Mossberg), incalzato dai giornalisti che gli chiedevano come mai Apple non ha sviluppato da sola un proprio servizio di streaming musicale (il team di Lala.com, che all’epoca dell’incorporazione era uno dei principali servizi di streaming musicale, è stato impiegato per realizzare iTunes Match e iTunes Radio, ndr) ha dichiarato che “Apple può realizzare qualsiasi cosa, ma non fa tutto” e, dunque, si è preferito acquisire una solida realtà come Beats per entrare nel mercato dello streaming musicale e recuperare il terreno perso a causa dell’ascesa di Spotify, Rdio e gli altri competitor del settore. Effettivamente, da quello che si può vedere in giro per la rete visto che Beats Music non è (ancora?) disponibile sullo store italiano, l’app sembra essere realizzata meglio rispetto alle altre: l’interfaccia è minimalista ma molto chiara (ottimi i contrasti fra bianco e nero che mettono in evidenza, a colpo d’occhio, i vari elementi della GUI), mentre la possibilità di creare playlist automatiche in base al nostro umore, al luogo in cui ci troviamo e a cosa stiamo facendo sembra una vera e propria killer feature. Secondo Cook, le versioni per Android e Windows Phone dell’app rimarranno comunque disponibili sugli store e saranno aggiornate anche in futuro, realizzando il sogno di chi vuol vedere almeno una parte di iTunes su altri dispositivi per sincronizzare la propria musica.

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La divisione hardware (nata, peraltro, da una divisione di Monster), invece, continuerà a produrre cuffie e speaker, anche se è incerto il futuro delle collaborazioni con altri produttori come Hp, società che ha appena annunciato di poter produrre e commercializzare computer con sistemi sonori Beats sino al 2014 (e, per alcuni prodotti, anche sino al 2015). A tal proposito, durante l’intervista di Mossberg, c’è stato un involontario siparietto fra Iovine e Cue: mentre il primo ha dichiarato che Apple produce auricolari solo per permettere ai propri utenti di provare il comparto audio dei suoi dispositivi, il secondo ha precisato che gli EarPods sono le migliori cuffie incluse nelle confezioni dei telefoni. “Ho sempre saputo che Beats appartenesse in qualche modo ad Apple” ha dichiarato Iovine, che non ha nascosto il fallimento della collaborazione con HTC a causa di una mentalità aziendale troppo diversa fra le due società. Come ebbi già modo di dire, le cuffie e i prodotti hardware di Beats sono di gran lunga migliori delle cuffie Apple, ma di sicuro non le migliori sul mercato, visto che si concentrano sopratutto nella cura e nella resa dei bassi, tanto da sfalsare non solo la musica classica, ma anche alcuni pezzi pop e rock. L’acquisizione di Beats Music e Beats Electronics è la più importante della storia di Apple dai tempi di quella di NeXt Computers e, dunque, la nuova linfa vitale portata dai dipendenti di Iovine e Dr. Dre potrebbe dare inizio a un nuovo ed importante capitolo della società di Cupertino.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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