Come si fa: proteggere un’unità con password tramite il Finder

Una cosa che non tutti sanno è che su OS X è possibile proteggere con password le unità collegate. L’unico prerequisito necessario è che l’unità in questione sia formattata con “Mac OS esteso (jounaled)”, perché deve possedere la tabella di partizioni GUID. Questo vuol dire che purtroppo non potremo ottenere questo risultato sulle pendrive tradizionalmente formattate FAT32 o ExFAT: un piccolo grande limite di questa funzionalità. La stessa ritorna comunque utile per dischi esterni ed anche per pendrive che utilizziamo solo su Mac e che possiamo quindi formattare con HFS+.

Il primo passo è collegare l’unità al Mac, localizzarla nel Finder nell’elenco dei Dispositivi e premerci sopra con il tasto destro del mouse o del trackpad. Nel menu contestuale che si aprirà bisogna scegliere la voce Codifica “nome unità”…

codifica-unità

Nella successiva schermata sarà possibile decidere la password (volendo ci si può aiutare con il generatore che si richiama dal pulsante a forma di chiave) e memorizzare un suggerimento nel caso dovessimo dimenticarla. A questo punto l’operazione diventa delicata perché non verrà mostrato nessuno stato di avanzamento per cui dovremo attendere qualche minuto per essere sicuri che l’operazione sia andata in porto (anche se il tempo può variare notevolmente). Purtroppo non c’è un segnale di completamento chiaro, ma se stiamo attenti ad un certo punto l’unità verrà scollegata e ricollegata rapidamente (vedremo l’icona sulla scrivania lampeggiare) e questo è sintomo che la codifica è completa (con unità veloci e vuote possono volerci anche pochi secondi). Solo a questo punto potremo scollegare l’unità (attenzione a non farlo con l’operazione in corso) e dal prossimo collegamento ci verrà richiesta una password per avere accesso ai contenuti:

password

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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