Spesso, nel nostro lavoro, si dice che si sa quando le cause iniziano, ma non quando finiranno. Anche se in USA i processi durano sensibilmente di meno rispetto che da noi (sovente mi capita di seguire cause iniziate ancor prima della mia nascita, ndr), sembra che alcune sfaccettature proseguano anche a processo terminato.
È il caso di una multa da due milioni di dollari comminata a Samsung e al suo studio legale, Quinn Emanuel, per aver violato il segreto istruttorio relativamente agli accordi che Apple ha sottoscritto con Nokia per l’utilizzo di alcuni suoi brevetti: i documenti erano stati consegnati dai procuratori di Cupertino a quelli di Samsung al fine di dimostrare la veridicità dell’esistenza degli accordi con altre società del settore, ma la Corte della California, aveva ordinato di non consegnarli a persone estranee allo studio legale, dirigenti Samsung compresi.
Gli avvocati di Quinn Emanuel, invece, hanno trasmesso la documentazione alla dirigenza coreana che, successivamente, ne ha riportato alcuni stralci degli accordi con Apple durante una contrattazione per lo sfruttamento di alcuni brevetti proprio con Nokia, dimostrando, così, di aver avuto accesso agli atti nonostante il divieto del giudice californiano.
Dunque, Samsung e lo studio Quinn Emanuel dovranno pagare, a titolo di risarcimento danni, l’importo di $ 1,145,027.95 a Nokia e quello di $ 893,825.77 all’azienda di Cupertino, cifre che andranno a sommarsi a quelle stabilite a titolo di risarcimento per la violazione dei brevetti nel secondo processo Apple contro Samsung, conclusosi poco più di un mese fa.