Il mio articolo di riepilogo dopo la presentazione dell’Apple Watch ha sollevato pareri discordanti. Molti sono stati d’accordo con me nell’affermare che questo smartwatch non sembra in grado di essere per la categoria quello che è stato l’iPhone nel campo della telefonia, ma tantissimi altri ritengono questa affermazione troppo dura nei confronti del nuovo prodotto Apple. Ho già detto, ma lo ripeto, che aspetto di provarlo prima di esprimere un giudizio, per il momento condivido solo delle impressioni, maturate dopo aver visto il keynote e tutti i video disponibili in rete. Se doveva essere un prodotto legato alla salute e al fitness forse serviva qualche sensore in più oltre a quello per il battito cardiaco (che si può misurare anche solo con l’iPhone e la fotocamera con flash LED), se doveva attrarre i fashion addicted forse avrebbe dovuto avere uno stile più classico ed elegante. Ho messo volutamente dei forse perché non mi azzardo a prevedere l’effettiva risposta del mercato, magari attrarrà la maggior parte degli utenti iPhone (visto che questo è necessario) e quindi ne venderanno milioni di esemplari in pochi giorni. Insomma, non lo definisco brutto e neanche inutile, ma non ci vedo del potenziale rivoluzionario per la categoria.
Una ulteriore conferma di questo arriva ora da ReCode, praticamente una delle fonti più affidabili quando si parla di Apple. La redazione ha saputo da una persona ben informata che se non hanno parlato di autonomia nella presentazione è perché non ne sono soddisfatti. In pratica l’Apple Watch richiede una ricarica giornaliera, né più né meno degli altri smartwatch (anzi, alcuni durano di più). Ovviamente gli ingegneri di Cupertino non possono infrangere le leggi delle fisica ed hanno a disposizione le stesse tecnologie degli altri produttori, per cui non è che ci aspettassimo miracoli in questo senso. Tuttavia è un altro tassello che pone il prodotto al pari del resto della categoria. A questo punto dobbiamo augurarci che sia proprio l’esperienza utente ad essere rivoluzionaria, ambito in cui Apple, di solito, non è seconda a nessuno. Riusciranno un’interfaccia curata, l’integrazione con iOS, l’App Store, il Taptic Engine e la sensibilità alla pressione a convincerci che abbiamo bisogno di un Apple Watch?