L’iPhone 6 e il supporto “dormiente” all’audio ad alta risoluzione

Non è poi così raro in molti dispositivi trovare caratteristiche non rivelate al pubblico e nemmeno accessibili in via ufficiale, lasciate inattive in attesa di un firmware che risvegli tali potenzialità nascoste, ammesso che l’azienda produttrice intenda farlo. Questo discorso vale anche per gli iPhone. La nuova generazione non sembra dire tutta la verità riguardo le sue potenzialità audio, stando ai test della redazione di Mashable.

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La nuova frontiera è rappresentata dall’audio ad alta risoluzione, in certi casi chiamato anche HD Audio (da non confondersi con un’altra tecnologia dallo stesso nome relativa alla qualità sonora delle chiamate in 3G, posto il supporto da parte di dispositivo e operatore). In media, la qualità dei brani in formato digitale non supera quella dei CD, pari a una risoluzione 16-bit e campionamento a 44,1 kHz, valore doppio alla frequenza massima effettivamente riprodotta, in questo caso 22 kHz, più che sufficiente per le nostre orecchie che non vanno oltre i 20. Tecnicamente la qualità CD non è un vero limite, poiché gli audiofili hanno già i mezzi per poter andare ben oltre; semplicemente essi ancora non sono di largo consumo. L’industria musicale sta spingendo per arrivare a risoluzione 24-bit e campionamento 192 kHz, che risultano 96 una volta “tradotti” i dati in suoni. Tale processo porta a una qualità maggiore, a patto di avere tutti i componenti giusti, incluso un udito davvero fine per poter cogliere i miglioramenti ottenuti anche nonostante il limite fisico umano. Si tratta di un argomento che divide il settore, tra chi abbraccia la novità e chi invece la definisce inutilità puramente commerciale.

Con la collaborazione dell’esperto audio David Ranada, Mashable ha voluto capire se l’iPhone 6 fosse in grado di riprodurre l’audio ad alta risoluzione. I risultati non sono stati incoraggianti. L’app Musica di iOS si rifiuta persino di caricare nella libreria i file WAV campionati in tal modo, mentre alcuni player di terze parti come quelli di Onkyo e OraStream sono perfettamente in grado di riprodurli ma sono ad ogni modo limitati dal DAC (Digital-to-Analog Converter) integrato nell’iPhone che non va oltre i 22 kHz. L’unica soluzione, almeno per ora, rimane quella di affidarsi ad accessori esterni collegati tramite porta Lightning che dispongono di un proprio DAC dotato del supporto 24-bit/96 kHz. Alcuni sono in arrivo, ad esempio da Philips, altri arriveranno nel corso del tempo. Se si dispone dell’adattatore Lightning-USB normalmente utilizzato per il collegamento delle fotocamere, è possibile collegarvi un impianto audio adeguato via USB raggiungendo lo stesso obiettivo anche senza aspettare oltre. Ciò, va ribadito, sempre dimenticandosi di utilizzare il riproduttore multimediale di serie su iOS.

È la parola fine alla vicenda? In realtà, no. I teardown hanno rivelato l'”identità” del DAC adottato dal Melafonino, un Cirrus Logic 338S1201, personalizzato per Apple e le cui specifiche pubbliche non sono disponibili. Sappiamo però che uno dei suoi più anziani predecessori, integrato negli iPhone 3GS/4 e anch’esso ad-hoc, CS42L61, rientrava in una gamma il cui prodotto top in vendita per così dire libera, CS42L51, supportava effettivamente il campionamento 24-bit/96 kHz. Come afferma Mashable, è difficile pensare che a Cupertino si siano presi la briga di togliere tale capacità dai loro chip personalizzati, considerando che era quasi sicuramente già inclusa nel pacchetto e soprattutto che poteva tornare utile in futuro. Ciò ha spinto a concludere che al 99% l’iPhone 6 ha già quel che occorre dal punto di vista hardware per riprodurre l’audio ad alta risoluzione, esattamente come il 5s che ha il medesimo DAC, e sulla base delle scoperte fatte questo discorso può estendersi dal 3GS in poi. Pertanto potrebbe bastare solo un aggiornamento di iOS per sbloccare la capacità “dormiente”, quantomeno per i dispositivi più recenti dal punto di vista commerciale. Lo svantaggio sarebbe il maggiore spazio occupato dai brani e il calo dell’autonomia in riproduzione rispetto al campionamento finora comune.

Gli indizi che ciò potrebbe avvenire? Il rinnovato interesse di Apple per l’audio attraverso l’acquisto di Beats, il fatto che già accetta dagli autori il caricamento di brani per iTunes a 24-bit/96 kHz e i vari rumor che vedono la società vicina ad abilitare tale opzione nello Store, con un formato dedicato a cui starebbero collaborando anche gli U2 (sperando stavolta senza “obbligo d’acquisto” del loro album). Probabile che nel corso del tempo sia andata a scemare pure la resistenza del direttore tecnico della stessa Apple nonché prima di tale incarico inventore del famoso sistema THX, Tomlinson Holman, che nel 2009 bollò l’alta risoluzione come mero marketing, pertanto non sembra proprio trattarsi di una questione di se, bensì di quando. Solo il tempo infatti potrà darci la risposta definitiva.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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