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Con la presentazione di iPhone 6 (recensione) e iPhone 6 Plus (recensione), Apple ha pensato di poter attirare anche gli utenti Android che lo hanno preferito esclusivamente per la presenza di smartphone con schermi più grandi. Sulla scia di questa rinnovata fiducia negli switcher, magari dovuta anche alla maggiore apertura di iOS 8, ha pubblicato una guida che spiega come trasferire i propri dati da Android ad iOS. Google non è rimasta a guadare e forte della sua diffusione sul mercato, che ormai ha raggiunto circa l’85%, ha ribattuto ad Apple con una guida inversa (segnalata da Android Authority). Sulla pagina android.com/switch potete infatti trovare una pagina condensata di informazioni che spiegano come trasferire da iOS ad Android musica e foto, contatti ed email. Per il software, invece, si fa riferimento alla grandezza del Play Store, che oggi offre più di 1,3 milioni di app, mentre per i servizi “trasversali” e in abbonamento, basterà utilizzare il proprio account sulla rispettiva app per Android (ad esempio per Spotify, Netflix e via discorrendo). Nel botta e risposta tra Apple e Google ne è venuto fuori un servizio utile, perché la cosa migliore per l’utente è quella di non rimanere ingabbiato in un sistema ed avere sempre la possibilità di cambiare facilmente. Ovvio però che uscendo dall’ecosistema iOS si perdono la maggior parte dei servizi legati all’interoperabilità con il Mac, come i recenti Continuity e Handsoff, nonché tutti i contenuti di iCloud Drive non accessibili da Android (dove per altro mancano app come Pages, Numbers e Keynote). Insomma ad essere sinceri Apple fa di tutto per rendere difficile l’abbandono della propria piattaforma con servizi ed app in esclusiva, mentre Google offre quasi tutto anche su iOS (Gmail, Google Maps, Google Earth, Hangouts, Google Drive, Google Play Music, Chrome, Google Traduttore, Fogli, Documenti, Presentazioni, ecc..).

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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