Conoscere e scegliere i Filtri GND (Graduated Neutral Filter)

Pochi giorni fa abbiamo parlato dei filtri ND e polarizzatore, oggi voglio approfondire un filtro utile soprattutto al fotografo di paesaggio ma che trova impiego anche nel campo video. Sto parlando dei filtri GND, acronimo per Graduated Neutral Filter, anche chiamati “filtri graduati” in italiano. Premetto che nonostante esistano alcune varianti di filtri graduati a vite, questi hanno grosse limitazioni, per questo l’articolo tratterà solo filtri a lastra, capirete tra poco il perché.

A cosa serve un filtro GND

Il filtro GND cerca di risolvere un problema molto importante nella fotografia di paesaggio e non solo: l’estensione della gamma dinamica della scena che supera di gran lunga quella del nostro sensore. Per comprendere la gamma dinamica potete leggere questo articolo, anche se parla dell’istogramma potete trovare informazioni utili ed è sempre bene ripassare. Il fenomeno in questione si presenta, nella pratica, quando non riusciamo ad esporre correttamente tutto il frame. Porzioni della foto sono troppo scure da risultare illeggibili o troppo chiare da risultare una macchia uniforme bianca.

bruciatura Bruciatura del ColoreCorretta Esposizione

Attenzione: Non è detto che una foto “bruciata” debba essere completamente bianca in alcune parti oppure una sottoesposta completamente nera. Spesso basta poco per perdere i dettagli in una zona, l’esempio qui sopra mostra bene come l’arancione diventa giallo perdendo sfumature e dettagli. Anche questa è una bruciatura. Nelle zone scure possiamo perdere dettagli ed incrementare molto il rumore se cerchiamo di recuperare le ombre, spesso rendendo la foto troppo “disturbata” in quelle aree.

Nell stragrande maggioranza dei casi è il cielo ad essere troppo chiaro, mentre la porzione sottostante risulta troppo scura. Il filtro GND, o digradante, è per metà “scuro” (come un filtro ND) e per metà trasparente con la parte centrale che sfuma, grazie a queste caratteristiche possiamo posizionarlo in modo tale da diminuire la luminosità del cielo. A seconda del tipo di transizione abbiamo fino a quattro tipi di filtri GND diversi.

Quali sono i filtri GND

I filtri GND possono essere: Hard, Soft, Reverse e, il meno conosciuto, Blender. L’Hard e Soft sono i più comuni, il primo passa in modo più netto dalla parte scura a quella trasparente, mentre il secondo più gradualmente. Il Reverse è un tipo di filtro che ha la zona più scura al centro, per poi digradare verso l’altro (senza mai diventare trasparente), ed è subito trasparente verso il basso. Infine i “Blender”, questi filtri non hanno una vera e proprio linea di demarcazione tra scuro e trasparente, ma digradano su praticamente tutta la superficie. L’immagine riassuntiva sottostante risulterà molto esplicativa.

GND-tutti

Il filtro Hard può essere utilizzato sia quando abbiamo un orizzonte libero da ostacoli che con focali più spinte, in questo modo possiamo demarcare bene la zona scura da quella trasparente anche zoomando. Quelli Soft sono utili con grandangoli spinti o quando la luce è più soffusa e l’orizzonte coperto. Il Reverse viene tipicamente utilizzato con orizzonti liberi e il sole molto basso, una situazione tipica è al mare con cielo coperto tranne la linea dell’orizzonte. Il Blender (“miscelatore”) è poco utilizzato, ma può tornare utile quando la differenza di luminosità è relativamente bassa e senza una netta distinzione tra le due zone, oggi è quasi in disuso. Tutti i filtri sono disponibili con diverse capacità di bloccare la luce, i più comuni sono 1-2-3 stop (chiamati anche 0.3, 0.6 e 0.9 catalogandoli secondo la densità) ma possiamo trovare anche i 4 stop (1.2). Quando parleremo dei consigli per gli acquisti entrerò nel dettaglio di tutte le varianti disponibili.

Come utilizzare i filtri sul campo

Montiamo l’anello adattatore sul nostro obiettivo e poi agganciamo l’holder sullo stesso, a seconda della configurazione scelta avremo 3 slot per i filtri a lastra oppure 2 più l’anello per avvitare il polarizzatore da 105mm. Come primo passo scegliamo l’intensità che ci serve data la luce in quel momento, inizialmente potete effettuare due scatti di prova, uno esposto per il cielo e uno per il primo piano, confrontando la differenza di luminosità (se il cielo è esposto a f/11 e la terra a f/5.6 abbiamo 2 stop di differenza, similmente se utilizziamo i tempi: 1/200 e 1/50, per esempio). La scelta potrebbe ricadere tra 2 e 3 stop, in base alla mia esperienza sono questi i valori più utilizzati.

Tip: Con il tempo saprete quando usare 3 stop o 2 oppure 4. All’inizio provate, osservate l’istogramma per capire se avete bruciato delle luci (attivate anche l’allerta alte luci sulla fotocamera) e riprovate con una tripletta tempi/diaframma/iso diversa o un filtro più scuro.

Attenzione: I filtri non fanno miracoli, non potrete scattare in controluce pieno sperando di avere il primo piano ben esposto. Scegliere la giusta angolazione, il momento del giorno e studiare la posizione del sole sono sempre fattori chiave nella fotografia di paesaggio e non solo. Fate in modo di trovarvi sempre nella situazione più vantaggiosa possibile, poi aiutatevi con i filtri per rendere il tutto più bilanciato e con un maggior margine per la post-produzione.

Dopo aver deciso l’intensità, scegliamo il tipo di transizione, Soft con montagne sullo sfondo e Hard con orizzonte libero, come al mare, diranno molti. Non condivido (in parte). Ovviamente abbiamo più probabilità di utilizzare un Soft quando l’orizzonte ha contorni molto frastagliati che al mare, per evitare di avere un taglio netto più scuro sulle montagne. Però non è detto che un Hard non sia la scelta più giusta anche in montagna, la variabile fondamentale che dovete considerare è la luce, non solo l’ambiente che vi circonda.

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In questo esempio, secondo il ragionamento di molti, si dovrebbe utilizzare un filtro Soft visto l’orizzonte molto irregolare. Invece è il filtro Hard a dare i risultati migliori, perché posizionato lungo la linea della luce. Qui è stato utilizzato un filtro GND Hard da 2 stop (0.6), la gamma dinamica della Nikon D800 (che utilizzo) è molto elevata e permette di sottoesporre un po’ per poi recuperare in post produzione, nel caso in cui 2 o 3 stop di filtro GND non siano sufficienti. Questa regola è ovviamente valida per tutte le fotocamere, a patto di conoscere i limiti della vostra e il margine di recupero delle ombre che avete. Il pregio dei filtri a lastra, soprattutto con i GND, è che possiamo scegliere a piacimento la posizione del filtro, sia orizzontalmente sia ruotando, questo è fondamentale per l’utilizzo dei filtri graduati.

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Ho scelto questo esempio per mostrare come possiamo utilizzare un filtro graduato soft anche nel caso di orizzonte completamente libero, dove un hard sarebbe preferibile “a senso”. Perché ho scelto un soft (2 stop)? Il cielo non era molto più chiaro del primo piano e l’acqua rifletteva molto, utilizzando un filtro Hard avrei ottenuto uno stacco molto netto tra il cielo e il riflesso sottostante. Invece con un filtro soft ha ridotto la luminosità del cielo ma allo stesso tempo ha reso graduale il passaggio sul mare. Le rocce non sono state volutamente influenzate dal filtro, in quanto parte più scura della scena.

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L’ultimo esempio riguarda l’utilizzo dei filtri reverse, oggi il loro utilizzo è marginale grazie al miglioramento della gamma dinamica dei sensori è possibile sottoesporre per evitare la bruciatura e poi intervenire selettivamente con maschere e pennello di Lightroom. In questo caso il sole basso sull’orizzonte ha reso l’utilizzo del reverse quasi ottimale, la parte più chiara era nella zona bassa subito prima dell’orizzonte. In post produzione è stato comunque necessario schiarire leggermente la parte sinistra del cielo che risultava troppo scura dopo l’applicazione del filtro, però le luci sono state preservate.

Guida all’acquisto

Che filtri GND mi servono? Spesso questa è la domanda ricorrente, è ovviamente molto costoso avere filtri da 1 a 3 stop sia Hard che Soft, più un Reverse e un Blender, per un totale di 8 filtri più un paio di ND e il polarizzatore. Sono un grande investimento (e occupano anche molto spazio!), meglio limitarsi. I reverse e i blender potete anche tralasciarli, soprattutto gli ultimi, se avete il sole a centro frame molto basso sull’orizzonte usate un Hard e posizionatelo con molta precisione, facendo combaciare la sfumatura subito sotto l’orizzonte così che il sole si trovi nella parte già scura. Impostate un po’ di sottoesposizione se necessario, meglio recuperare delle ombre che avere luci bruciate irrecuperabili.

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Qui era importante preservare le luci arancio dell’alba, ma un Reverse non sarebbe stato utile, in quanto avrebbe scurito troppo la costa sulla sinistra. Alla fine un Hard è risultato sufficiente per preservare le luci e la costa è stata recuperata con una maschera/pennello in post produzione molto velocemente.

Spesso la combinazione 0.3 + 0.6 (1 e 2 stop) viene indicata come la migliore, ma dobbiamo considerare che se utilizziamo un holder con 2 slot più polarizzatore e vogliamo usare un ND in combinazione con il GND possiamo limitarci ad un solo filtro graduato. Quindi il mio consiglio è di puntare su 2 e 3 stop. L’ideale sarebbe iniziare con 2 e 3 stop sia hard che soft, ma capisco che un investimento iniziale di 4 filtri può risultare un po’ elevato. In questo caso potete prendere un 2 stop soft e sia 2 che 3 stop hard. Mi trovo ad usare più spesso il filtro hard, ma è una semplice esperienza personale, nel caso vi troviate ad utilizzare di più il soft potete sempre rimediare in un secondo momento ed avere un kit praticamente completo di 4 filtri.

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Il sistema Holder Lee è ormai superato da quelli con polarizzatore integrato, di cui NiSi Filters è leader.

Lee Filters, Formatt-Hitech Filters e NiSi Filters hanno la migliore e maggiore gamma di filtri. La Lee offre GND soft e hard da 1-2-3 stop (0.3, 0.6 e 0.9), sono in resina e di qualità soddisfacente, hanno una dominante ma relativamente contenuta e la resina non ha la migliore trasmissione di luce sul mercato. Questo porta ad alcuni problemi di uniformità. La Formatt offre anche reverse e blender, in 3 diverse densità. La gamma Formatt è molto frammentata, non mi sento di consigliare i GND in resina, mentre i Firecrest sono disponibili solo soft anche se con intensità fino a 5 stop. Sono disponibili in catalogo anche GND hard in vetro, ma non è facile reperire informazioni riguardo la qualità del vetro e dei coating e sono molto più costosi dei Lee. La NiSi Filters, invece, offre una gamma molto razionale: Soft, Medium, Hard e Reverse. Il materiale utilizzato è vetro ottico di alta qualità per applicazioni fotografiche di precisione su tutti i filtri della gamma, quindi non si può sbagliare. NiSi è anche l’unica che offre trattamento nano-coating, coating anti-riflesso e IR. La fedeltà colore e la resa sono ottimi, infatti il vetro utilizzato è lo stesso dei migliori obiettivi fotografici. La gamma è molto ampia, i loro filtri GND sono disponibili con larghezza 100, 150 e addirittura 180mm con gradazioni anche di 5 stop per il soft (su 100mm) e reverse e medium anche da 150mm, veramente una gamma incredibile. In conclusione mi sento di consigliare caldamente i GND NiSi, di gran lunga i migliori come qualità, il prezzo di poco superiore è ampiamente giustificato dalla qualità. Se il budget proprio non ce lo permette possiamo ripiegare sui Lee, ma è sconsigliabile utilizzare filtri in resina di fronte a lenti in vetro, altrimenti la qualità della foto sarà pari a quella del peggior elemento nel nostro sistema di scatto, cioè del filtro in resina.

Alessio Andreani

Special Editor - Sono nato a Loreto, nelle Marche. La fotografia occupa gran parte del mio tempo, sia per lavoro che per passione, due aspetti che a volte coincidono. Vivo a Milano. Pagina Facebook

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