Consigli per la composizione nella fotografia di paesaggio marino – Parte 1

Non credo che in fotografia ci siano regole assolute, ma è certo che alcune composizioni funzionano meglio di altre. Perché? Probabilmente a causa del risultato dell’evoluzione di milioni di anni, come riconosciamo un volto umano anche nelle cose comuni grazie ad alcuni semplici tratti caratteristici (provare per credere), allo stesso modo alcune immagini risultano più piacevoli da guardare di altre. Ecco alcuni suggerimenti che potete tenere a mente per la fotografia paesaggistica e non solo.

Iniziate a seguire le regole

Prima di rompere le regole, provate a seguirle. Iniziate con la famosa Regola dei Terzi: dividete l’immagine in 9 parti uguali tracciando due linee orizzontali e due verticali alla stessa distanza tra loro. Posizionate gli elementi importanti della composizione lungo queste linee o nella loro intersezione, il risultato sarà una foto più bilanciata e piacevole da osservare. In un tipico scatto marino potete posizionare la linea dell’orizzonte su una linea orizzontale e un elemento d’interesse, come un faro, sull’intersezione.

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Commento: nonostante la Regola dei Terzi sia a volte disprezza poiché considerata “banale” è molto utile e potente per comporre scatti sia semplici che complessi. Si tratta di uno strumento da tenere sempre in considerazione anche come parte di composizioni più complesse.

Scegliete il soggetto principale

Se seguite la regola dei terzi sarà molto difficile che mettiate l’orizzonte al centro. Bene così, a meno che non abbiate un riflesso perfetto o altre situazioni particolari. Se consideriamo lo spazio diviso in terzi, dobbiamo decidere se il soggetto principale sarà il cielo o il mare, destinandogli quindi i 2/3 dell’immagine.

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Commento: questa è una diretta e ovvia conseguenza della regola dei terzi, dovete fare una scelta che non è sempre facile. Nello scatto qui sopra il cielo è fantastico, molti sarebbero tentati di trovare un compromesso e magari comporre con l’orizzonte al centro o poco sotto/sopra. Però, a mio avviso, la foto non avrebbe lo stesso impatto e non sarebbe altrettanto piacevole osservarla. Inoltre qui le rocce in primo piano sono molto più interessanti.

Controllate l’orizzonte

Non c’è nulla di più fastidioso di un orizzonte che pende. Utilizzate la livella della fotocamera o per pochi euro compratene una da posizionare sulla slitta a caldo (quella con la bolla per intenderci). Perché? Anche se potete sempre correggere in post produzione perderete porzioni dell’immagine, potenzialmente importanti se la foto deve essere corretta molto. Non è tutto: ricordate che in un’immagine con l’orizzonte storto questo diventerà il soggetto dello scatto, distogliendo lo sguardo dal resto.

Commento: questo particolare è molto semplice e al tempo stesso importante. Anche se usate la livella, passate qualche minuto per correggere la pendenza al mm. Ovviamente, se per qualche ragione la vostra foto di paesaggio funziona con l’orizzonte storto, tanto meglio. Se non è quello il caso, raddrizzate!

Scegliete la lunghezza focale con attenzione

A volte potreste credere che una certa lunghezza focale sia perfetta per quello scatto. Provate a cambiare, se utilizzate 24mm (su Full Frame), provate 18 o 21, non fossilizzatevi. Ricordate che in post-produzione potete croppare uno scatto a 21mm per avere un campo di visuale pari al 24mm, ma non è possibile l’opposto. In questo scatto i 21mm erano perfetti e mi hanno permesso d’includere le piante nell’angolo in basso a destra.

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Commento: avere almeno 2-3 lenti (se fisse) anche molto ravvicinate tra loro (come 18-21-24 in questo caso) può sembrare uno spreco. Secondo il mio parere ogni scatto ha la sua focale, ogni focale può includere oppure escludere un elemento importante o di disturbo per la composizione. Pochi mm possono fare la differenza quando siamo molto vicini al terreno e con grandangoli spinti, per non parlare delle proporzioni che anche tra 18 e 24 si fanno ben notare. Scegliete con cura la focale.

Usate le linee guida

Una foto è come un libro, per riuscire a goderne a pieno dovete poterlo leggere da cima a fondo. Per far si che la vostra foto sia leggibile potete utilizzare linee e curve che guidano l’occhio in un percorso attraverso lo scatto. Potete utilizzare una strada o la linea della scogliera, ma tenete a mente che dovete evitare d’interrompere quel percorso, perché sarà come saltare un capitolo di un libro e perdereste il senso della della storia che state leggendo. Oltretutto evitate quelle linee guida che non conducono dove volete, di solito sono quelle che portano fuori dal frame o verso elementi “di disturbo”. L’attenzione deve rimanere all’interno della foto, o comunque sotto il vostro controllo. Qui ho usato la strada per portare l’occhio di chi guarda verso il faro, l’elemento principale.

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Commento: usare le linee guida è un concetto chiave, riuscire a creare una foto facilmente leggibile è fondamentale sia nella fotografia paesaggistica sia in generale. A mio avviso è un suggerimento importantissimo, con questo in mente possiamo anche rompere certe regole, perché se il fine è creare un’immagine piacevole e il mezzo è “rompere le regole” allora il fine giustifica sicuramente i mezzi.

La prossima settimana presenteremo la seconda parte di questo articolo (aggiornato con link). Testo e foto originali sono di Francesco Gola, pubblicati su Digital Photography School. Io ho effettuato traduzione, adattamento e commento con la sua autorizzazione.

Vi invito a visitare il mio videocorso, dove mostro la post produzione di una mia foto dall’inizio alla fine. Nel corso mostro il mio workflow completo: dall’importazione fino all’esportazione del file, utilizzando Lightroom, Photoshop e Plug-in esterni.

Alessio Andreani

Special Editor - Sono nato a Loreto, nelle Marche. La fotografia occupa gran parte del mio tempo, sia per lavoro che per passione, due aspetti che a volte coincidono. Vivo a Milano. Pagina Facebook

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