La giornata di oggi si presenta particolarmente calda per le principali rivali di Apple. Ora è il turno di Google, che ha deciso di rendere ufficiali alcune interessanti novità per il mondo Chrome OS. Anzi, una nello specifico. L’azienda di Mountain View già da tempo mostra interesse per dispositivi dalle dimensioni di una chiavetta, come testimonia la Chromecast, che sta ben figurando sin dal suo lancio nel 2013 forte pure di un buon supporto dalle app di terze parti. La nuova sfida è però ben diversa, dal momento che non intende essere un semplice dongle per la ritrasmissione di contenuti multimediali sul televisore bensì un vero PC in miniatura. Questo è lo scopo primario di Chromebit.
Sviluppata in collaborazione con Asus, come si può vedere nell’immagine sopra ha un aspetto piuttosto compatto e anche simpatico, che chiusa potrebbe essere quasi confusa per un evidenziatore. All’interno non troviamo hardware di fascia alta, ma dovrebbe essere comunque sufficiente a garantire una navigazione online tranquilla: il System-on-Chip adottato è un quad-core Rockchip RK3288 con architettura ARM Cortex-A17 e frequenza operativa di 1,8 GHz, mentre la RAM installata ammonta a 2 GB, quantitativo raro da vedersi nella parte entry-level del mercato. Lo spazio di archiviazione, come da tradizione dei prodotti con Chrome OS, è invece ben più limitato, fermandosi a 16 GB. All’estremità principale è posto il connettore HDMI per poter utilizzare Chromebit con qualsiasi TV e darle pure un posizionamento discreto sul retro. Presenti inoltre una micro-USB per l’alimentazione e una porta USB di dimensioni standard per il collegamento di periferiche di input. Indubbiamente sarà più comodo dedicarla a supporti di archiviazione esterni, sfruttando il Bluetooth per tastiera e mouse. Il pacchetto è completato dal Wi-Fi. La stessa componentistica sarà condivisa anche con altri prodotti, inclusi alcuni Chromebook già annunciati sia dalla stessa Asus sia da OEM budget come Haier e Hisense.
Occorrerà un po’ di tempo prima che gli interessati possano mettere le mani su Chromebit, dal momento che uscirà in estate. Non è peraltro nota l’eventuale disponibilità nel Vecchio Continente. Il prezzo sarà molto interessante, attestandosi sotto i $100. Google non pone limiti ai potenziali casi d’uso, passando dal semplice utente comune che intende sfruttare anche per Internet il suo grande televisore del salotto (e non è soddisfatto del browser integrato, qualora si trattasse di una smart TV) fino all’esercizio pubblico che può adoperarla come piccola postazione per far navigare i clienti oppure collegarla a un display per visualizzare in maniera continuativa promozioni.
Fin qui tutto bello, ma come in ogni cosa c’è il rovescio della medaglia. Il principale difetto? Non è Chrome OS, per compiti base come web, fruizione di contenuti multimediali e persino creazione di semplici documenti tramite Google Docs può cavarsela. Il lento ma graduale arrivo di applicazioni provenienti dal mondo Android sta inoltre aiutando ad espandere le potenzialità di un sistema operativo finora rimasto abbastanza limitato. È la natura non-x86, che la rende meno versatile rispetto all’Intel Compute Stick. Vero, costa leggermente di più, ma il sovrapprezzo viene ripagato dal maggiore spazio disponibile, 32 contro 16 GB, e dall’Atom che permette l’utilizzo di qualsiasi sistema operativo, incluso Windows (8.1 è offerto preinstallato) col suo vasto ecosistema di applicazioni desktop. Alla fine sarà ancora una volta il mercato a decidere quale delle proposte prevarrà.