Qualche tempo fa, alcuni utenti inglesi rivoltisi all’ente no-profit Google Action Group, che si occupa di gestire i reclami e le eventuali e successive cause contro Big G, avevano citato l’azienda di Mountain View poiché questa profilava la loro navigazione, raccogliendone i dati: infatti, anche se gli attori avevano impostato Safari al fine di non accettare cookies o comunicare altri dati, la società convenuta, grazie ad alcuni workaround, aggirava le barriere di Safari e procedeva comunque alla raccolta delle informazioni personali.
La causa pilota è stata oggi vinta e questo apre le porte a milioni di azioni legali similari in tutto il Regno Unito, atteso che Google ha violato la privacy di tutti gli utenti Apple che hanno utilizzato Safari su Mac, iPhone, iPod touch e iPad per la navigazione web nel periodo compreso fra l’estate del 2011 e la primavera del 2012.