Il ritorno del MacBook: schermo Retina e sottilissimo

Ieri non eravamo molto convinti sulla possibilità di vedere il nuovo MacBook Air da 12″ Retina, pensando a un evento pressoché tutto consacrato ad Apple Watch. Pochi minuti fa Cook ci ha dato torto, presentando l’attesa e chiacchierata aggiunta alla famiglia Mac. E non reca Air nel nome. Ritorna il MacBook, sebbene in una forma ben diversa dal “bianchino” che nel 2011 terminò la sua vita commerciale. Schermo e design fanno da padroni in un ultraportatile che non lesina in tocchi tecnologici.

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Lo spessore è ridotto al minimo indispensabile, 1,31 cm nel punto più spesso, grazie agli accorgimenti di cui avremo modo di parlare singolarmente nel prosieguo dell’articolo. A beneficiarne vi è anche il peso, di soli 0,9 kg. Il display si conferma come da rumor un’unità da 12″, con risoluzione 2304×1440 e rapporto d’aspetto 16:10; pure in questo caso si è lavorato per contenere il più possibile la profondità, e sebbene non sia quasi privo di cornice come i recenti Dell XPS 13 essa risulta comunque minore rispetto a quella presente negli altri portatili Apple. Il pannello presenta una maggiore apertura per ogni pixel, consentendo secondo i dati dichiarati dall’azienda di garantire la medesima luminosità di Air e Pro risparmiando al contempo il 30% di consumi energetici.

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Tra gli aspetti su cui si è più lavorato c’è sicuramente il duo tastiera/trackpad. Tasti di dimensioni adeguate per la scrittura, anzi a detta di Apple più larghi del 17% rispetto al resto della gamma. Non sono stati però immuni dalla cura dimagrante che ha coinvolto ogni spessore, portando all’adozione di un nuovo meccanismo per garantire una digitazione precisa anche con una corsa a ridotta. Il modello a farfalla sostituisce qui quello comunemente utilizzato a forbice, consentendo l’uso di un unico blocco a favore di un design più sottile e al tempo stesso solido. Contrariamente al “sacrificio” che toccò ai primi Air ultrasottili di fine 2010, stavolta è stata preservata la retroilluminazione, optando anzi per l’utilizzo di un LED per ogni tasto contro la precedente soluzione che prevedeva una singola striscia di LED e un pannello denominato guida per la diffusione della luce emanata da essa su tutta la tastiera.

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Il Force Touch Trackpad è un’evoluzione di quello finora implementato, sviluppato specificatamente per lo spazio ristretto del MacBook (ma inserito anche nel nuovo MacBook 13″ Retina). Rispetto alle soluzioni tradizionali, è dotato di sensori di pressione che consentono di ottenere un click uniforme e facile su tutta la superficie. Sempre i sensori, insieme a quello che Apple chiama Taptic Engine, consentono di associare ad ogni determinata pressione del dito o delle dita una specifica funzionalità software, aumentando così le gestures attuabili. Tra le principali vi sono il click prolungato che permette ad esempio di aggiungere un evento al Calendario partendo da una data in qualsiasi app, la possibilità di accelerare un filmato aumentando gradualmente la pressione oppure modularla per dare più o meno spessore alle annotazioni a mano libera.

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La componentistica interna del MacBook risponde ovviamente alla necessità di contenere dimensioni e consumi. Si tratta del primo portatile di tipo “fanless”, ossia senza ventole, per Apple nonché uno dei pochi sul mercato più generalmente parlando. Il risultato è ottenuto attraverso l’adozione del processore Intel Core M, una nuova famiglia introdotta con l’architettura Broadwell che consente prestazioni sufficienti a un uso medio non superando i 5 W. Una scheda logica compatta lascia quanto più spazio possibile alla batteria, in grado di garantire fino a 9 ore dichiarate di autonomia su singola carica in contesti prevalentemente di navigazione su Internet; esse salgono a 10 se si tratta di riproduzione di film acquistati o noleggiati su iTunes.

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Punto di forza e forse al contempo di debolezza di questo nuovo Mac è l’espansione. Tanti saluti a MagSafe, Thunderbolt e USB standard, rimpiazzate da una singola porta USB-C di tipo reversibile sul lato sinistro. Essa si occupa di alimentazione, collegamento di periferiche, schermi con supporto DisplayPort 1.2 integrato e opzionale HDMI/VGA tramite adattatori. Nonostante sia conforme allo standard USB 3.1, la velocità massima rimane la stessa della 3.0, 5 Gbit/s. Sulla destra solo il jack cuffie. Completano il tutto Wi-Fi 802.11ac, Bluetooth 4.0 e, curioso downgrade probabilmente dovuto allo spessore ridotto, videocamera FaceTime con risoluzione 480p.

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Veniamo ora alle configurazioni di vendita che saranno disponibili a partire dal 10 aprile prossimo, anche in Italia. Tre le tonalità, che ricalcano le medesime disponibili sugli iDevices: grigio siderale, argento e oro. Due le configurazioni predefinite, che in comune hanno 8 GB di RAM LPDDR3 e la grafica integrata Intel HD Graphics 5300. Sul modello base da 1.499€ è presente un Intel Core M da 1,1 GHz con modalità turbo fino a 2,4 insieme a 256 GB di memoria flash, mentre su quello di punta da 1.829€ si passa a una CPU da 1,2 GHz con turbo fino a 2,6 e 512 GB di archiviazione. In via opzionale si potrà scegliere un Core M da 1,3 GHz con modalità turbo fino a 2,9, con un sovrapprezzo ancora da definire. La confezione conterrà un alimentatore da 29W e un cavo USB-C per la ricarica. Sullo Store sono già presenti per la prenotazione vari accessori, come un adattatore multiporta HDMI/USB standard/USB-C aggiuntiva da 89 €, uno analogo anche per prezzo ma con la VGA come uscita video e uno più semplice con la sola USB standard da 19 €.

Un prodotto particolare, che segna il rientro in grande stile del MacBook inteso come modello specifico, tanto a nostro parere da aver quasi offuscato l’Apple Watch che stasera si considerava l’argomento principe. Non è un portatile per tutti, sia ben chiaro. I costi non sono certo irrisori, anche se è bene paragonarlo col già citato Air di fine 2010, con notevoli migliorie tecnologiche per quel periodo e simile posizionamento economico iniziale. Chi vuole potenza bruta non potrà rivolgervisi, essendo il Core M un processore relativamente tranquillo, le cui prove sui più diretti concorrenti con Windows hanno mostrato una propensione a compiti non troppo gravosi. Lo stesso quegli utenti che, come il sottoscritto, non sono amanti degli adattatori e già con l’Air devono adoperarsi in qualche compromesso. Qualcuno potrebbe pure non apprezzare la rimozione dell’illuminazione alla mela posteriore, anche lì probabile scelta a favore del design. Ma per chi vuole un prodotto di notevole qualità, leggerissimo, veloce quanto basta per la produttività quotidiana e pensato soprattutto per il cloud e non pone limiti al portafogli in fase d’acquisto, avrà nel MacBook un piccolo grande compagno di vita.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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