Microsoft BUILD 2015: Visual Studio Code su OS X e le ultime novità per Windows 10

Oltre due ore e mezza di keynote per Microsoft, all’inaugurazione della conferenza BUILD 2015 per sviluppatori. La prima parte è stata espressamente dedicata a loro, con novità importanti soprattutto sul fronte di Visual Studio, il famoso ambiente di sviluppo dell’azienda di Redmond. Dopo aver iniziato già negli ultimi anni a offrire strumenti per la creazione di app multipiattaforma, ora l’editor stesso varca i confini dell’ecosistema Windows proponendo una nuova variante disponibile anche per OS X e Linux. Il nuovo prodotto è chiamato Visual Studio Code.

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Non presenta tutte le funzionalità incluse nella versione completa di Visual Studio, ma non è comunque il suo obiettivo. Code si propone per chi cerca un editor leggero e veloce, espressamente specializzato per la scrittura di codice. Include il supporto per vari linguaggi di programmazione, sia più tradizionali come C++ e Objective-C sia quelli orientati al web come HTML, XML, PHP, CSS e JavaScript. Non vengono comunque fatte mancare funzionalità provenienti dal “fratello maggiore” come IntelliSense per ottenere suggerimenti su come proseguire o completare la porzione di codice in scrittura, ausili per il refactoring (operazioni di ottimizzazione del codice), indicazione visiva delle parentesi tra loro corrispondenti e altro ancora. Il risultato può essere poi compilato per l’esecuzione sulle principali piattaforme, sottoposto a debugging nonché caricato su piattaforme di sviluppo come GitHub.

Per la sua natura, Visual Studio Code è sconsigliato a chi preferisce una programmazione più visuale come la WYSIWYG (What You See Is What You Get), con l’inserimento di elementi grafici all’interno di un’apposita area di modifica. Coloro che invece sono abituati a lavorare con app come TextMate o BBEdit potrebbero essere interessati alla prova. Code è disponibile attualmente sotto forma di anteprima, ma rimarrà gratuito anche a versione definitiva raggiunta. Insieme ad esso fa il suo debutto su OS X e Linux la parte Core della piattaforma di sviluppo .NET.

Il discorso si è poi brevemente spostato su Office. Sono in arrivo nuove API per la creazione di app-estensioni con potenzialità superiori a quelle finora previste nella versione 2013 della suite di produttività su Windows. Stavolta la disponibilità sarà estesa a livello multipiattaforma, comprendendo OS X, iOS e Android. Maggiori dettagli saranno svelati da Microsoft successivamente.

Molto più interessante è la parte relativa al Windows Store. Con l’arrivo di 10 il negozio di applicazioni e contenuti multimediali prevederà nuove opzioni, tra cui la possibilità di addebito diretto sul credito telefonico anche per tablet e PC così come una variante business, con la possibilità per i reparti informatici aziendali di distribuire applicazioni ai dipendenti per il solo uso interno e controllare quelle che possono essere installate sui dispositivi di lavoro. Altre iniziative prevedono il supporto ad abbonamenti in-app, un programma Affiliate e un nuovo SDK per l’introduzione di pubblicità multimediali.

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Per lo Store di Windows 10 si affiancano alle app universali per PC, tablet e smartphone già dimostrate a gennaio altre 4 opzioni. La prima prevede l’utilizzo di web app, in maniera non tanto dissimile da quanto previsto su Chrome/Chrome OS, con le sole aggiunte lato sviluppatore di una tile come icona e del supporto alle notifiche push; dopo la pubblicazione, il resto sarà a cura del sistema operativo. La seconda è il riciclo delle applicazioni tradizionali cosiddette Win32, con la possibilità di installarle rapidamente come quelle moderne e utilizzarle in forma universale. Occorrerà una ricompilazione specifica, ma il lavoro dello sviluppatore sarà anche in questo caso limitato. Adobe ha offerto una dimostrazione con Photoshop Elements e Première Elements, che saranno presenti al debutto del rinnovato Store. La terza e la quarta sono infine il porting diretto delle app provenienti da Android e iOS. Il codice si potrà ricompilare in Visual Studio senza ulteriori modifiche, salvo che non si vogliano effettuare integrazioni con le funzionalità di Windows 10; tempo e sforzi si ridurranno così drasticamente rendendo la presenza sulla piattaforma Microsoft più appetibile. Già oggi è disponibile un gioco che sfrutta queste tecniche: si tratta di Candy Crush Saga, la cui versione per Windows Phone è mutuata da quella iOS. Qualsiasi modalità si scelga, la sicurezza lato utente è garantita dall’adozione di sandbox che limitano il raggio d’azione delle app nel sistema allo stretto necessario per svolgere al meglio i loro compiti. Se ciò consentirà di raggiungere l’obiettivo del miliardo di dispositivi con Windows 10 nei prossimi anni solo il tempo potrà dircelo.

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Le novità odierne hanno coinvolto anche altre parti di Windows 10, abbondantemente approfondito in eventi precedenti. Il menu Start è stato sottoposto ad ulteriori ritocchi grafici, così come Cortana e la schermata di blocco. Forse fin troppo invasiva è la nuova modalità prevista per il suggerimento di provare applicazioni installate ma mai utilizzate o non presenti che potrebbero essere d’interesse all’utente. Più gradita è invece l’integrazione di Cortana con app di terze parti, consentendo l’esecuzione rapida di determinate operazioni col solo utilizzo della voce, senza dover aprire prima il software di riferimento.

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I protagonisti veri di questo segmento del keynote sono stati però due: Project Spartan e Continuum. Il primo, che sarà il browser destinato a sostituire Internet Explorer, ha guadagnato un nome definitivo, Edge. Tra le caratteristiche già note a gennaio vi sono un motore di rendering profondamente riscritto, l’interfaccia più simile a Chrome, la profonda integrazione con Cortana, strumenti per l’annotazione sulle pagine web, una visualizzazione di lettura e il supporto ai PDF. Ad esse si aggiungono ora la pagina Nuova Tab che racchiude sia i siti più frequentati che informazioni provenienti da Cortana e la possibilità di riutilizzare le estensioni di Chrome con alcune lievi modifiche.

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Continuum, la funzionalità per il cambio di interfaccia ottimizzata da desktop a tablet o viceversa, ora prevede un aspetto più simile a quello della versione smartphone. Il lavoro maggiore è stato proprio su quest’ultima, che potrà sfruttare la medesima feature, sebbene con un risultato leggermente diverso dal punto di vista grafico. Grazie al supporto integrato per display esterni, tastiere e mouse Bluetooth sarà possibile sfruttare il proprio telefono quasi come se fosse un PC, con un ambiente a finestre e il menu Start. Grazie alla modalità a doppio schermo si potrà continuare ad utilizzare il terminale anche in modo indipendente, ad esempio per controllare le email sul televisore della propria camera d’albergo mentre moglie e figli si intrattengono con altri contenuti multimediali sullo schermo più piccolo. Non tutti i Lumia potranno però permettersi ciò: la modalità sarà ristretta solo a selezionati dispositivi di fascia alta. Una nuova build di Windows 10 sarà resa disponibile nel corso delle prossime ore, ma non è del tutto chiaro se sarà solo per computer tradizionali oppure anche per gli smartphone.

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L’evento è andato dunque verso la chiusura parlando di HoloLens. Il set di visori Microsoft per la realtà aumentata prosegue il loro percorso verso la commercializzazione, e con l’occasione si sono mostrati i più recenti sviluppi. Non sono mutate le caratteristiche tecniche principali già conosciute da gennaio, che riportiamo qui: si tratta di un vero PC, integrando CPU e GPU insieme a quella che è stata definita la HPU, Holografic Processing Unit. Sfruttando il supporto integrato in Windows 10 per le tecnologie VR, consentirà agli utenti di creare veri e propri ologrammi di qualsiasi cosa, con la possibilità attraverso il software dedicato HoloStudio di trasformarli in progetti reali con stampanti 3D. L’esperienza d’uso olografica si estenderà alle applicazioni stesse, sviluppabili sulla base di quelle disponibili per Windows 10. L’interazione rimarrà simile a quella sui classici display touchscreen, con la “pressione virtuale” delle dita sulle sezioni degli ologrammi, che si tramuteranno in azioni.

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Una volta avviato HoloLens, ci si ritroverà davanti a un menu Start olografico fluttuante, da cui si potrà scegliere l’app da aprire. Sarà possibile creare una sorta di desktop tridimensionale mettendo le tile delle applicazioni preferite su diversi punti dello spazio fisico, come mura o mobili. Ad ogni movimento dell’utente, l’ambiente virtuale seguirà di conseguenza riadattandosi. Saranno previste funzionalità specifiche di comunicazione con altre persone dotate del prodotto. Tra gli obiettivi di Microsoft vi sono tanto situazioni ludiche quanto altre più pratiche come esperienze di studio con ologrammi, come l’anatomia umana che è stata proposta tra le demo. Notevole pure l’integrazione coi cosiddetti dispositivi Internet of Things, basati su piattaforme hardware come il Raspberry Pi 2, per le quali è prevista una versione dedicata di Windows 10.

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Nulla ancora per quel che riguarda prezzi e disponibilità finale; Microsoft ha portato svariate unità HoloLens per la prova da parte degli sviluppatori ma non sono previste in omaggio. I partecipanti dovranno invece “accontentarsi” di portare a casa il portatile convertibile HP Spectre x360, che come altre proposte recenti punta molto sullo stile e sullo spessore ridotto.

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Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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