Un disco salvato con DiskWarrior 5 e la giornata ricomincia a splendere

Capita a tutti una giornata negativa e la mia è iniziata alle 6,30 scoprendo di non avere collegamento internet. A quell’ora i servizi di assistenza dormono, ma ho immaginato immediatamente il motivo. Non si trattava di un guasto tecnico, ma dell’attesa transizione da Telecom a Vodafone fibra. A prescindere dalle ragioni dietro questa mia scelta, mi era stato rassicurato (come sempre fanno i call center) che il passaggio sarebbe stato indolore. Dopotutto io ci lavoro sul web e l’assenza di connettività è una limitazione pesante. Comunque alla fine il disservizio c’è stato e se sono qui a scrivere e solo grazie alla connessione mobile dello smartphone. In attesa che il problema si risolvesse ho iniziato a montare il nuovo modem/router vicino all’iMac 21,5″ che uso come postazione d’emergenza e server multimediale ed attivando lo schermo ho visto la seconda brutta notizia della giornata: un disco esterno non funziona più. Il motivo mi è del tutto oscuro, ma il messaggio parla chiaro e quell’unità può essere usata in modalità sola lettura giusto per darmi il tempo di fare un backup del contenuto. Il file system Mac OS esteso ha perso la dote di “journaled” e Utiliy Disco rileva degli errori che avvisa di non poter riparare. Per qualche ragione mi viene in mente il detto “gli amici si vedono solo nel momento del bisogno” e penso che valga la stessa cosa per i software. Così mi metto a cercare le licenze che ho memorizzato in 1Password di tutte le utiliy che riparano dischi acquistate nel corso del tempo. La prima che provo, perché ne ho un ricordo positivo, è Tech Tool Pro versione 6 (ora c’è la 7) la quale mi avvisa di non essere stata testata su Yosemite. Poco male, penso io, dopotutto deve avere a che fare solo con un disco e il suo file system, roba che non è certo cambiata negli ultimi anni. Anche lui mi conferma la presenza di un errore sul mio WD Elements da 2TB (il primo di due che uso sull’iMac) e provo a ripararlo. La procedura parte, un’animazione mi fa capire che qualcosa sta succedendo, ma dopo circa un minuto vedo apparire un triste responso: si è verificato un errore e il disco non può essere recuperato. Sento una vocina nella mia testa che pensa: “questo lo sapevo, ma non dovevi riparalo tu?”. Non demordo e ritorno a controllare le altre licenze in 1Password, dove trovo quella di DiskWarrior 4 che, tra le altre cose, era già installato. Lo avvio, vedo lo splash screen, mi chiede la password di amministratore e si ferma lì, rimanendo per lungo tempo sull’analisi dei dischi. Penso sia colpa dell’unità difettosa e aspetto una decina di minuti, poi lo chiudo forzatamente con ⌘⌥Esc, riavvio il computer e ci riprovo. Stesso risultato. Con lo smartphone vedo che è stato rilasciato DiskWarrior 5 e, siccome non mi ricordo di altre utility migliori, decido di acquistare l’upgrade ($59,95). Costa quasi quanto un disco nuovo, ma se funziona come deve avrò il vantaggio di recuperare tutti i miei dati presenti e futuri. Condivido la connessione dell’iPad Air 2 e lo scarico, roba di pochi secondi perché non è un software pesante (meno di 20MB). Lo installo e si sostituisce da solo alla versione precedente, incrocio le dita e lo avvio. La maschera è diversa, non c’è più lo splash screen, e dopo l’inserimento della password l’applicazione si avvia senza problemi. Evidentemente la versione 4 aveva difficoltà con Yosemite. Ho speso circa 60€ ma finalmente ho una buona notizia. Anche DiskWarrior conferma lo stato critico del disco, però già mi sembra più ottimista proponendo di riparare l’unità per “migliorarne l’efficienza e riparare eventuali danni”. Perfetto, è proprio quello che mi serve.

diskwarrior5

Clicco su “Rebuild” e seguo i vari passaggi della procedura. Sono 10 in tutto e si susseguono piuttosto rapidamente. Nel frattempo, però, stavo già controllando su Amazon il prezzo di un HDD sostitutivo della stessa capienza, trovando un interessante Samsung da 2TB USB 3 a 79€. Non che avessi tutta questa voglia di spendere altri soldi, ma volevo iniziare a considerare anche l’ipotesi peggiore. Alzo lo sguardo dall’iPhone e improvvisamente noto una nuova schermata, dove campeggiano delle minacciose scritte in rosso (che ovviamente sono le prime che leggo). Mi rassereno subito perché una delle due è solo il nome del disco e l’altra ha un’aria soddisfatta nel comunicarmi che “i valori errati nelle informazioni del volume sono stati riparati”. Stento un po’ a crederci, meglio non essere troppo ottimisti penso, ma leggendo con attenzione il tutto capisco che mi basta premere il pulsante Replace in basso per sostituire la nuova (e riparata) struttura del disco con quella vecchia (e danneggiata).

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Inizio a sentirmi più positivo perché l’operazione prosegue senza intoppi e, quando mi riappare la schermata principale del software, un popup mi conferma che le directory sono state ricostruite. Sotto di questo noto che la barra che indica la salute del disco non è più di un temibile rosso, ma di un rassicurante verde speranza. Esulto, ma a bassa voce, e vado a controllare in Utility Disco.

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L’unità ha ripreso il File System normale di “Mac OS esteso (journaled)”, ma visto che voglio essere proprio sicuro della sua efficienza effettuo una “Verifica del disco”. Controllo volume, catalogo, gerarchia, attributi, tutto scorre regolarmente fino all’atteso messaggio: “il volume WD2TB-1 è OK”.

utility-disco

Visto che DiskWarrior indicava sul secondo disco, WD2TB-2, uno stato di salute in giallo, ho eseguito la ricostruzione anche di questo. Meglio andare sul sicuro. Alla fine riavvio il Mac e constato che non appare più l’avviso che l’unità è danneggiata, infatti posso leggere e scrivere senza problemi. Insomma, l’ho scampata. Inoltre la salute sembra perfetta, per cui non ho ragione di temere problemi futuri.

Conclusione

Lo so, non è stata una recensione tradizionale, ma alla fine ho pensato: in quale migliore occasione si può parlare dell’efficienza di un software come DiskWarrior se non nel momento in cui se ne ha davvero bisogno? Per Utility Disco l’unità era spacciata e Tech Tool Pro 6 la pensava allo stesso modo. DiskWarrior 5 ha risolto il problema come fosse robetta da poco, facendo un po’ passare per fessi gli altri due. La versione completa costa ben $119.95, quindi non è una spesa che si fa a cuor sereno. Non è uno di quei software che compri in prospettiva, ma piuttosto uno che ti trovi a cercare in condizioni di emergenza. Ed è proprio in quei momenti, quando sei un passo dal perdere GB di preziosi dati, che hai bisogno di lui. Proprio come un supereroe è arrivato nel momento del bisogno e ha scongiurato una minaccia che rischiava di crearmi non pochi problemi. Visto che a me è servito solo l’upgrade ho risparmiato una ventina di euro rispetto l’acquisto di un nuovo disco da 2TB, oltre al tempo e al fastidio di dover fare tutto il travaso (sempre che l’unità avesse retto per altri 3/4gg in quelle condizioni). Ovviamente l’acquisto della licenza completa è più impegnativa, quindi la valutazione va fatta caso per caso. Se si riescono ancora a leggere i dati può convenire l’acquisto di un nuovo disco sostitutivo in cui spostare tutto il contenuto, in caso contrario DiskWarrior può essere una vera salvezza. Ormai c’è la tendenza ad utilizzare il cloud, quindi i documenti li abbiamo sempre in sicurezza. Per le cose più impegnative, come video, foto, progetti lavorativi, il salvataggio locale è ancora molto utilizzato ed è quasi una necessità. Per i file del lavoro utilizzo sistemi ridondanti con backup giornalieri su unità separate, mentre per quelli personali ammetto di essere un po’ più pigro. Tuttavia in una situazione d’emergenza ci si può accorgere di non poter perdere neanche quelli a cuor leggero. Se siete capitati su questa pagina per un problema analogo, le mie conclusioni su questo software sono ottime e non posso che consigliarlo. Inoltre ho utilizzato solo la funzione di recupero della struttura del disco ma DiskWarrior recupera anche file danneggiati e verifica l’hardware delle unità. Insomma, un must-have in situazioni critiche.

PRO
Veloce ed efficiente
Fa quello che promette
Utile in situazioni di emergenza ma anche per mantenere “arzilli” i vecchi dischi

CONTRO
Costoso

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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