Recensione: Audio-Technica ATH-M50x, cuffie Over-Ear di alta qualità

Se state cercando un paio di cuffie Over-Ear dalle ottime prestazioni e che non richiedano di spendere un capitale, potreste aver trovato il modello perfetto nelle Audio-Technica ATH-M50x. Consideratele come l’antitesi delle Beats Studio visto che sono l’esatto opposto in ogni campo: il marchio non è commerciale, il design non è alla moda, costano poco e, soprattutto, suonano davvero molto bene.

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La lettera M nel nome chiarisce la vocazione professionale di queste cuffie, nate per essere utilizzate come Monitor negli studi di registrazione. Di solito ciò si traduce in un prezzo importante, mentre le M50x sono particolarmente economiche. Per questa ragione ero pronto ad accettare molti compromessi, ed effettivamente ci sono aspetti migliorabili, ma la qualità dell’audio è nettamente al di sopra delle aspettative.

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Iniziamo ad analizzare brevemente la dotazione di serie, che include una sacca morbida per il trasporto e ben 3 cavi intercambiabili. Questi si collegano al padiglione sinistro con un jack da 2,5mm con aggancio proprietario, che consente di bloccarli con una leggera rotazione oraria. Ci sono due cavi lisci, uno di 1,2m e l’altro di 3m, ed un terzo a spirale molto lungo, inoltre c’è un adattatore 3,5/6,3mm ideale per usare le cuffie con amplificatori. Il fatto che non ci sia un cavo con controlli e microfono è perfettamente in linea con la natura del prodotto, il quale non nasce per essere utilizzato con lo smartphone, tuttavia le M50x si comportano molto bene anche in questo ambito e quindi la mancanza può farsi sentire.

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Ho già accennato al fatto che queste cuffie non sfoggiano un design alla moda o particolarmente originale, al contrario puntano tutto sulla professionalità e sobrietà. La costruzione è quasi interamente in plastica, ma la struttura portante dell’archetto è in metallo. Sono davvero robuste e ben costruite e danno l’idea di essere particolarmente durature. I due padiglioni ruotano di 90° sia a sinistra che a destra, così da poter trovare facilmente una posizione naturale e, volendo, se ne può escludere uno dei due. Una cosa che non mi aspettavo in cuffie da studio è la possibilità di ripiegarle, diventando abbastanza compatte e facili da trasportare. Peccato che non ci sia una bella custodia ma una semplice sacca morbida.

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Sul fronte dell’ergonomia ho letto per lo più pareri positivi, ma personalmente le trovo migliorabili. Per quanto i padiglioni siano molti ampi, l’ovale interno è di soli 4 x 5,5 cm: la larghezza non è un problema, mentre l’altezza è insufficiente per le mie orecchie e i lobi vengono schiacciati dai cuscinetti. Questi sono abbastanza morbidi, ma non di memory foam, quindi la pressione un po’ si avverte. Inoltre le cuffie hanno una presa molto salda sulla testa, per cui non si spostano (che è una caratteristica positiva), ma possono risultare un po’ costringenti. Altra cosa che non mi è piaciuta è che l’imbottitura al centro dell’archetto è molto sottile e quindi ne avverto la presenza sopra la testa. Insomma, per la mia personale conformazione non posso dire che la M50x siano molto comode, però non ho trovato riscontro di questa mia sensazione in altre persone, per cui ritengo di essere un caso isolato. Come con ogni cuffia l’ergonomia dipende molto dalla propria testa, quindi vi consiglio di non lasciarvi scoraggiare dalla mia esperienza perché a voi potrebbero calzare perfettamente. Sul fronte del peso i circa 280 grammi sono ben distribuiti e non si avvertono anche nelle lunghe sessioni d’ascolto.

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Parlando di cuffie Over-Ear con padiglioni chiusi, l’isolamento acustico meccanico è già piuttosto efficiente, pur non raggiungendo i risultati di un sistema attivo come quello delle Bose QC25 (recensione). Anche a basso volume i rumori esterni filtrano poco in cuffia, mentre dall’esterno possono sentire la nostra musica solo a volume sostenuto. I driver al neodimio sono da 45 mm, la risposta in frequenza di 15-28000 Hz, l’impedenza di 38 ohm e la sensibilità di 99 dB. Viste queste caratteristiche, le M50x non richiedono necessariamente degli amplificatori professionali ma rendono benissimo anche con un semplice smartphone. Ovviamente le prestazioni possono variare notevolmente a seconda della qualità della sorgente, ma la firma sonora non viene alterata sostanzialmente.

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Durante il periodo di prova le ho testate su smartphone, al computer tramite il DAC DragonFly (recensione) ed anche come monitor per la chitarra elettrica. In ognuno di questi ambiti le M50x mi hanno stupito, con un sound molto ricco ed un senso spaziale davvero ottimo per delle cuffie chiuse. Ho apprezzato molto la separazione di medi ed alti, che sono riprodotti in modo preciso e distinguibile, senza mai risultare impastati anche a basso volume. Ecco, se si utilizza lo smartphone come sorgente il volume massimo non è proprio fortissimo, ma pur non essendo nate per questo scopo non deludono affatto. Utilizzate con un amplificatore tirano fuori una dinamica coinvolgente, ma il punto di forza rimane la fedeltà della riproduzione, come ci aspetterebbe da cuffie monitor.

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Sul fronte dei bassi Audio-Technica ha centrato un equilibro particolarmente riuscito, a metà tra un equalizzazione piatta ed una in cui questi risultino troppo accentuati. L’ho trovato un approccio molto valido, perché non snatura i brani ma al tempo stesso consente di avere dei bassi profondi e ben riprodotti. Le frequenze medie emergono in modo naturale, appaiono dettagliate e al tempo stesso ben amalgamate nella scena. Gli alti sono cristallini, ma mantengono una timbrica calda anche ad alto volume, non risultando mai spiacevoli e stancanti. Se escludiamo le persone che ricercano volutamente dei bassi enfatizzati, ad esempio per la musica house, tutti gli altri troveranno nelle M50x un sound eccellente, che rende giustizia ad ogni genere musicale. Inoltre risultano effettivamente indicate per essere utilizzate come monitor grazie ad una riproduzione abbastanza fedele.

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Conclusione

Come ho già detto nel corso della recensione, ci sono aspetti migliorabili in queste cuffie e uno di questi è l’ergonomia che, per la mia specifica conformazione testa/orecchie, risulta un po’ stancante nelle lunghe sessioni. Il design non è particolarmente accattivante ma rispecchia in pieno lo stile “pro” delle Audio-Technica ATH-M50x, così come la costruzione, solida e curata nei vari snodi. Nascono come cuffie monitor da studio, ma rendono bene anche con lo smartphone o il computer, per cui risultano pratiche in ogni circostanza. Questo è sicuramente uno dei punti di forza, ma sarebbero state ancora più duttili con un cavo dotato di controlli e microfono, anche a costo di doverlo acquistare separatamente. La cosa che più colpisce di queste cuffie è il prezzo, perché sentendole suonare ci si aspetterebbe una spesa di almeno 200/250€, invece costano molto meno e, al momento, si possono acquistare su Amazon a soli 137€ spedizione inclusa. Di solito ci chiediamo se la spesa sia controbilanciata dalla qualità, mentre nel caso delle M50x non resta che domandarsi come mai costino così poco. Confrontandole con le Sennheiser Momentum 2 Over-Ear (recensione) trovo che queste ultime abbiano una maggiore dinamica ed una resa ancora più ricca, lineare e bilanciata, ma costano anche più del doppio. Le M50x offrono probabilmente la migliore qualità audio nella loro fascia di prezzo e competono senza problemi anche con modelli che costano 100€ di più. Davvero un ottimo risultato per Audio-Technica e sicuramente una cuffia da tenere in considerazione per chi ricerca elevata qualità a costi contenuti.

PRO
Struttura robusta
Padiglioni Over-Ear con buon isolamento acustico
Ricca dotazione di cavi
Suono caldo, preciso ed equilibrato
Richiudibili e facili da trasportare
Adatte sia ad amplificatori che a smartphone
Prezzo molto conveniente

CONTRO
Ergonomia migliorabile
Prevalenza di plastica

DA CONSIDERARE
Un cavo con controlli e microfono sarebbe stato gradito
Design fin troppo sobrio

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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