Recensione: Xiaomi Mi Band, efficace fitness tracker a buon mercato

Fra i vari competitor nel settore della tecnologia si sono aggiunti, ormai a pieno titolo, due produttori cinesi che stanno pian piano conquistando fette di mercato sempre più ampie: Huawei e Xiaomi. Mentre la prima ha una tradizione nel campo delle telecomunicazioni ben più radicata (pur partendo come produttore di sistemi integrati per aziende ed operatori telefonici, si è allargata al mercato consumer con ottimi prodotti quali il P8 e il suo smartwatch), la seconda ha saputo realizzare dispositivi di qualità e dal design “europeo” a prezzi decisamente contenuti. Oltre agli smartphone, Xiaomi produce televisori, action cam e dispositivi per il monitoraggio della propria forma fisica, fra i quali si colloca il fitness tracker Mi Band.

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Il Mi Band si presenta come un piccolo e discreto bracciale composto da due pezzi: un cinturino intercambiabile in gomma e un sensore che si occupa del monitoraggio dei dati. Mentre è possibile scegliere il colore del cinturino fra una vasta gamma, il sensore è sempre lo stesso: di color argento opaco nella parte superiore, lucido lungo il bordo e nero opaco sul fondo, dove è presente il logo dell’azienda. Su uno dei lati curvi del rilevatore sono presenti i connettori che premettono di inserirlo nel particolare caricabatterie USB, fornito nella tradizionale confezione minimalista in cartone che contraddistingue i prodotti Xiaomi. Il cinturino si chiude saldamente al polso tramite un sistema di aggancio che ricorda molto da vicino quello adottato successivamente anche da Apple per i loop di Apple Watch Sport, ma con il tempo tende a perdere la sua opacità e a rovinarsi nelle zone che ospitano il sensore. Tuttavia, è possibile acquistare i cinturini sostitutivi per pochi euro sui siti specializzati o su Amazon.

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Per poter utilizzare il Mi Band, è necessario prima scaricare sul proprio cellulare l’app Mi Fit che, peraltro, può gestire anche la nuova bilancia Smart Scale. Dopo aver creato un account Xiaomi (operazione, per la verità, non proprio immediata), è possibile abbinare tramite Bluetooth il MiBand al proprio smartphone. L’app verificherà la presenza di eventuali aggiornamenti software per il rilevatore e procederà a installare la versione più recente. Eseguito il paring e la configurazione, si può indossare il Mi Band e dimenticarsi della sua esistenza: la batteria dura tantissimo e il bracciale è discreto, tanto da poter essere utilizzato con qualsiasi tipo di abbigliamento. Inoltre, per poter sfruttare la funzione di rilevamento della qualità del sonno, dovremo portarlo al polso anche mentre dormiamo. Comunque lo si può fare con estrema tranquillità dal momento che il Mi Band necessita della connessione bluetooth solo per sincronizzare i dati con l’app Mi Fit. Una connessione continua è necessaria solo se si intende usare il bracciale anche per avvertirci dell’arrivo di nuove telefonate: quando qualcuno ci chiamerà, il Mi Band inizierà a vibrare e i tre LED presenti sulla sua superficie si illumineranno di blu. Il bracciale avrà lo stesso comportamento anche quando raggiungeremo l’obiettivo di passi giornaliero che è stato prefissato con l’app companion. I LED, invece, diventeranno rossi quando la batteria arriverà sotto il 3%. Xiaomi assicura l’impermeabilità del sensore sotto la doccia, ma non in piscina.

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Il rilevamento dei passi si è dimostrato molto affidabile, anche rispetto a quello del chip M8 di iPhone 6 Plus: mentre questo, infatti, se attaccato ad un braccio di supporto al parabrezza in auto tende a rilevare dei passi ogni buca o dissesto stradale, il Mi Band non ha mai rilevato “passi falsi”. La durata della batteria è pressoché eterna, consuma meno dell’1% al giorno, e la ricarica avviene tramite il cavo USB incluso nella confezione. Questo presenta un connettore proprietario e non sembra sia venduto separatamente, per cui è meglio usarlo con estrema cautela: se si dovesse rompere o smarrire, temo si debba riacquistare un nuovo Mi Band. L’app per iOS purtroppo non è ottimizzata per gli schermi di iPhone 6 e 6 Plus, in compenso include tutte le funzionalità della controparte per Android, con in più la possibilità di sincronizzare i dati con Salute. Qualche smanettone è riuscito a modificare l’APK dell’app Android, permettendo al Mi Band di vibrare ed illuminarsi alla ricezione di notifiche, ma questa non registra i dati su Google Fit. Mi Fit, inoltre, pur non essendo completa come le controparti per Jawbone Up e simili, mostra dei comodi grafici ad istogramma riepilogativi delle giornate trascorse assieme al Mi Band, calcolando i passi compiuti, le distanze percorse, le calorie bruciate e, qualora usciamo per fare jogging, anche il tempo trascorso correndo e il relativo consumo calorico. Quando, invece, andiamo a letto, il Mi Band è in grado di capire da solo il momento esatto in cui ci addormentiamo, quali sono le fasi di sonno leggero e di sonno pesante e quando, invece, ci svegliamo durante la notte, distinguendo le diverse fasi in base ai colori. Anche in questo caso è presente un istogramma riepilogativo della qualità del sonno.

Conclusioni

Il Mi Band di Xiaomi si presenta come un’ottima alternativa low cost ai bracciali per il fitness più blasonati e costa solo 20€. La precisione del rilevamento dei passi supera quella del chip M8, mentre il tracciamento del sonno non richiede l’uso di app che costringono ad un monitoraggio continuo via bluetooth o che, peggio, invitano a usare il cellulare acceso ed in carica sotto il cuscino. L’app companion è un po’ limitata, ma il rapporto qualità/prezzo elevatissimo fa sorvolare su alcune carenze. L’acquisto, quindi, è più che consigliato per tutti coloro i quali non necessitano di particolari statistiche e cercano un buon rilevatore per la propria attività fisica e il sonno.

PRO
+ Prezzo contenuto
+ Precisione nel rilevamento del sonno e della attività fisica
+ Batteria pressoché infinita
+ Compatibile con iOS e Android

CONTRO
| I braccali si deteriorano facilmente
| App non molto completa rispetto alla concorrenza

DA CONSIDERARE
| Non è possibile ricaricarlo con cavi standard

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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