A volte, in rete, si trovano store strane, quasi al limite del paradossale: se, per alcune, un lettore di media accortezza può accorgersi della loro falsità, per altre, invece, ci si può stupire per la loro veridicità. In quest'ultima casistica rientra la storia del Nokia Moonraker, il primo e ultimo smartwatch di Nokia che non ha mai visto la luce, nonostante la fase di progettazione fosse ormai terminata: invero, all'atto dell'acquisizione di Nokia Mobile, Microsoft decise di cancellarne lo sviluppo e il lancio per fare spazio alla sua smartband.
Le immagini che potete ammirare nel post, infatti, erano state realizzate a scopi promozionali dalla società finlandese: si può apprezzare un design del quadrante molto simile a quello di Apple Watch ed anche una Modern UI di Windows Mobile rivisitata e ottimizzata per il piccolo schermo dell'orologio e che assomiglia vagamente a quella di watchOS: tutte le principali app erano già state ottimizzate, consentendo agli utenti di poter accedere con facilità alla messaggistica, alle email, alla rubrica e al servizio Nokia Mix Radio, precursore di Apple Music e piccolo rivale di Spotify. Come tutti i concorrenti del settore, Moonraker avrebbe potuto gestire le notifiche delle app installate sul proprio smartphone e avrebbe potuto essere usato come vivavoce da polso.
Il lavoro di Nokia, inoltre, si era spinto sino alla realizzazione di cinturini colorati e intercambiabili con un sistema simile all'inserimento di uno smartphone in una custodia. Ovviamente, gli ingegneri europei avevano ben previsto l'integrazione di alcuni sensori per l'attività fisica, escluso quello per il rilevamento dei battiti cardiaci: proprio per questo motivo, preoccupata da un possibile cannibalismo interno fra prodotti, Microsoft decise di abbandonare il progetto per salvaguardare la smartband. Se non lo avesse fatto, molto probabilmente, i possessori di terminali Lumia avrebbero potuto godere di un ottimo dispositivo indossabile, molto più utile di un semplice fitness tracker e in netto anticipo sugli utenti Apple: ma, si sa, la lungimiranza non è di casa in quel di Redmond.