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Poco fa abbiamo avviato la nostra copertura dell’evento Google odierno parlando dei Chromecast e del tablet Pixel C. Ora è il momento di passare all’argomento principale, ovvero i Nexus. Come previsto dai rumors, la gamma si sdoppia con proposte distinte non solo per le dimensioni dello schermo. Al di là di alcuni elementi comuni fondamentali, i Nexus 5X e 6P presentano identità piuttosto distinte.

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Il primo è un ritorno al formato leggermente più compatto che ha fatto la fortuna del programma Nexus fino allo scorso anno. Dopo quella che potremmo definire una pausa di riflessione, Google ha deciso di affidarsi nuovamente a LG per lo sviluppo del Nexus 5X. L’aspetto è abbastanza pulito, soprattutto nel frontale. Il display è una convenzionale unità LCD da 5,2″, con risoluzione 1920×1080 e protetto dal Gorilla Glass 3 di Corning. La scocca posteriore è in policarbonato e insieme ai marchi ospita fotocamera e sensore per il rilevamento delle impronte digitali. Guardando all’interno troviamo un System-on-Chip Qualcomm Snapdragon 808 a 6 core con frequenza di 1,8 GHz, GPU Adreno 418 e 2 GB di memoria RAM; questa combinazione rappresenta il passaggio ai 64-bit anche per la linea Nexus. La connettività è completa grazie al supporto di tutte le principali bande 4G globali così come delle reti Wi-Fi nel più recente standard 802.11ac, mantenendo ovviamente la retrocompatibilità coi precedenti. Per migliorare ulteriormente le prestazioni senza fili il Nexus 5X sfrutta la tecnologia MIMO, sia a 2,4 che a 5 GHz.

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Per le comunicazioni a corto raggio, inclusi i pagamenti, sono presenti Bluetooth 4.2 e NFC. Non delude nemmeno il set di sensori interni, che comprende il frequente duo accelerometro/giroscopio nonché un barometro, sensore Hall e rilevatori di prossimità e luce ambientale. Completa la lista il cosiddetto Android Sensor Hub, che approfondiremo più avanti. La navigazione satellitare è affidata a GPS e GLONASS, con bussola digitale. Il comparto energetico è affidato a una batteria non rimovibile da 2.700 mAh, che non prevede la ricarica wireless ma supporta comunque quella rapida via cavo; i dati ufficiali parlano di quasi 4 ore d’uso guadagnate collegando il dispositivo alla presa di corrente per soli 10 minuti. Via la microUSB, largo al nuovo standard USB-C, che sta gradualmente prendendo piede nel mercato grazie alle velocità offerte e alla reversibilità dei cavi come già accade per la porta proprietaria Lightning di Apple. L’utilizzo della nano-SIM permetterà una facile transizione da altri prodotti di fascia alta, in cui questo standard si sta diffondendo sempre più.

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Il Nexus 6P vede invece la firma di Huawei, offrendo così una successione diretta pure al poco fortunato modello di Motorola introdotto nel 2014. Qui la costruzione è decisamente più curata, trovandoci davanti a una scocca in alluminio anodizzato. Nella parte anteriore spicca il generoso schermo AMOLED da 5,7″, con risoluzione 2560×1440; questa volta la protezione è demandata al più recente Gorilla Glass 4. Il comparto audio, visibile sempre frontalmente, prevede due altoparlanti stereo, insieme a tre microfoni. Uno di essi ci rimanda al retro, in cui troviamo oltre al sensore di impronte digitali la particolare striscia lucida superiore che contiene la fotocamera e le principali antenne. Il SoC qui adottato è l’octa-core Snapdragon 810 operante a 2 GHz, coadiuvato dal chip grafico Adreno 430 e da ben 3 GB di RAM. Medesime capacità di rete del 5X, con 4G e Wi-Fi 802.11ac a doppia banda dotato di supporto MIMO.

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Confermati anche NFC e Bluetooth 4.2, così come i numerosi sensori. A maggiori dimensioni corrisponde batteria di capacità maggiore, che arriva a 3.450 mAh; nemmeno in questo caso è fattibile la ricarica wireless, ma col filo in 10 minuti si ottengono altre 7 ore di utilizzo. Adoperate pure qui, infine, USB-C e nano-SIM.

Avrete notato che alcune delle caratteristiche principali non sono state menzionate nelle descrizioni soprastanti oppure è stato fatto in modo molto sommario. Si tratta di tre componenti tecnicamente in tutto e per tutto comuni tra i due modelli, pertanto è possibile trattarli in una sezione unica. Iniziamo dal comparto fotografico: i nuovi Nexus dispongono di un sensore posteriore Sony da 12,3 Megapixel, con una grandezza per singolo pixel di 1,55 µm consentendo di aumentare la quantità di luce ambientale catturata al prezzo però di una risoluzione inferiore dell’immagine finale. Quest’attenzione è stata molto enfatizzata dall’azienda di Mountain View durante l’evento, includendo anche un confronto diretto con l’iPhone 6s (via 9to5Mac):

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Breve analisi tecnica di Maurizio:

Vista così sembrerebbe che il 6P abbia maggiore gamma dinamica, perché il cielo non è bruciato, tuttavia la foto risulta evidentemente sottoesposta rispetto quella del 6s (si vede perché il viso è più scuro), quindi non è sufficiente a determinare se abbia una resa migliore. Ci dice solo che l’iPhone 6s in quel caso ha preferito dare visibilità al volto, mentre il Nexus 6P ha preferito un’immagine più scura salvaguardando le alte luci. Per sapere chi dei due si comporta effettivamente meglio, si dovrà confrontare una foto con la stessa esposizione.

L’apertura del sensore è f/2.0, mentre per l’autofocus ci si affida all’utilizzo di un laser infrarossi per aumentarne l’affidabilità; il flash è a doppio LED. Confermata l’assenza della stabilizzazione ottica d’immagine, affidando dunque questa operazione al solo software. La registrazione video avviene a 4K. La modalità Smart Burst, prevista solo nel Nexus 6P, crea brevissime animazioni durante gli scatti, rispondendo dunque all’analoga funzionalità Live Photos prevista dal nuovo Melafonino.

Il secondo elemento comune è il sensore per le impronte digitali, denominato Nexus Imprint. Come altri rilevatori simili, incluso il Touch ID di Apple, può essere utilizzato come metodo biometrico sia di autenticazione al dispositivo sia di autorizzazione ai pagamenti grazie alla maggiore sicurezza offerta rispetto a soluzioni convenzionali come PIN e password. Google dichiara una velocità di rilevamento di 600 millisecondi massimi, destinata a migliorare uso dopo uso. Potrà essere utilizzato tanto dal sistema Android quanto dalle app di terze parti.

Il terzo ed ultimo elemento è Android Sensor Hub. Si può definire il corrispettivo Nexus dei coprocessori M presenti nei dispositivi sviluppati a Cupertino. Le funzionalità di questo chip dedicato prevedono il coordinamento dei vari sensori integrati nel terminale, nonché il rilevamento di determinate attività o movimenti. Il Sensor Hub inoltre si occupa della gestione delle notifiche in modalità a basso consumo, sollevando il processore principale dal compito, con la visualizzazione in bianco e nero finché non si decide di attivare il display per l’eventuale sblocco (immagine via Engadget).

androidsensorhub

Veniamo ora alle note dolenti, quelle commerciali. Sembrano essere davvero lontani i tempi in cui la gamma Nexus si distingueva per il rapporto qualità/prezzo. In Italia il Nexus 5X partirà da 479 € per la versione da 16 GB, mentre ne occorrono 529 € per quella da 32 GB; il Nexus 6P va ben oltre, iniziando da 699 € per avere 32 GB e salendo prima a 749 € per 64 GB e infine a 849 € per 128 GB (via TuttoAndroid). Queste capacità non sono espandibili tramite schede di memoria. Sul piano delle colorazioni, il Nexus 5X prevede le tonalità carbonio, quarzo e ghiaccio, col 6P che invece permette di scegliere tra alluminio, grafite e ghiaccio; solo per il mercato giapponese, almeno per ora, è prevista anche l’opzione oro. Il nostro paese, com’era prevedibile, non risulta nella lista iniziale per i preordini ma molto probabilmente non mancherà l’appuntamento del 19 ottobre che The Verge dichiara coinvolgere 40 nazioni. Nel frattempo è possibile registrarsi sul Google Store per essere avvisati via email al momento della disponibilità. Nella confezione saranno presenti un voucher di 50 € da spendere sul Play Store e un altro per tre mesi di prova del servizio Play Music.

Non sappiamo se arriverà pure da noi, ma nel caso lo citiamo anche solo per dovere di cronaca, il programma di assistenza Nexus Protect. Le finalità non si discostano dalla AppleCare+, offrendo due anni di garanzia diretta da Google, protezione contro i danni accidentali e sostituzione entro il giorno successivo all’apertura della richiesta d’intervento. Per il Nexus 5X vanno aggiunti $69 al prezzo di acquisto, che diventano $89 nel caso del 6P.

In conclusione, menzioniamo la conferma di Android Marshmallow in arrivo dal prossimo 5 ottobre per tutti i dispositivi supportati: Nexus 5, 6, 7 (2013), 9 e Nexus Player. Sul fronte software segnaliamo il nuovo piano famiglia di Play Music che consente per $14,99 al mese di condividere un singolo abbonamento tra un massimo di 6 account, mentre Google Foto ottiene tre funzionalità: il supporto a Chromecast, la possibilità di assegnare nomi personalizzati alle persone presenti in una foto e opzioni per la creazione di album condivisi con specifici contatti. Le prime due arriveranno già nei prossimi giorni, mentre la terza sarà implementata entro l’anno.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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