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Settembre non è ancora finito, né a livello temporale né a livello di eventi: dopo Apple, è di nuovo il turno di Google. Dopo essersi concentrata principalmente su Marshmallow nei mesi estivi è pronta a presentare la sua gamma hardware di punta per il mondo Android, rinnovando la sfida con l’iPhone 6s ma preparandosi pure alla nuova offensiva della terza forza, ovvero Microsoft che fra poco più di una settimana dovrebbe introdurre i Lumia 950 e 950 XL con Windows 10 Mobile. Al contrario dell’ultimo roundup, dedicato al keynote Apple e in cui la costruzione in stile Siri era espressamente voluta, qui ritorneremo a un formato più tradizionale. Vediamo cosa ci attende per i nuovi Nexus e non solo.

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Nexus 5X e Nexus 6P

Lo si può dire senza essere accusati di fare partigianeria pro-Apple (da parte mia sono quasi tre anni e mezzo che ho uno smartphone ed è altrettanto tempo che uso Android): il Nexus 6 non si è certo distinto per l’accoglienza calorosa da parte di stampa e grande pubblico. Non che fosse un terminale scarso, tutt’altro, la collaborazione tra Google e l’ex-controllata Motorola ha prodotto un signor dispositivo. Ma andava a sostituire un modello apprezzatissimo, il Nexus 5, e soprattutto lo faceva in modo non ottimale, dato che a Mountain View hanno rimpiazzato uno smartphone con un phablet, di dimensioni e utenza ben diverse. Di fronte a tale situazione molti tra coloro che avevano un prodotto delle precedenti generazioni ha preferito tenerselo oppure passare altrove sempre rimanendo nel mondo Android. Il cerchio fu chiuso da un salato prezzo iniziale che rompeva uno dei cavalli di battaglia della serie Nexus, ossia top di gamma accessibili. Una situazione che nel complesso Google sembra aver sottovalutato parecchio.

Quest’anno sembrano intenzionati a non ricommettere gli stessi errori, con l’arrivo contemporaneo di Nexus 5X e 6P al fine di soddisfare tutti i gusti. Cambiano i partner e per il più piccolo si ritorna a LG, che bene si era distinta proprio col Nexus 5 e ancor prima col 4; il secondo invece è stato sviluppato insieme a Huawei. La differenza non sarà solo per dimensioni e prezzo: si tratta di due dispositivi che quasi non sembrano imparentati tra loro.

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Iniziamo proprio dal 5X. L’aspetto appare piuttosto pulito, forse persino troppo, almeno per i miei gusti. Benché non vi siano indicazioni sui materiali adottati, si tende a escludere il metallo come predominante. Sulla parte anteriore dovremmo trovare un display da 5,2″ con risoluzione 1080p, altoparlanti stereo alle rispettive estremità e nella parte superiore la fotocamera frontale da 5 Megapixel. Guardando invece al retro sono previsti un sensore da 12,3 Megapixel (rialzato rispetto al resto) con dimensione di 1,55 µm per singolo pixel al fine di catturare maggiore luce, doppio flash LED e una piccola area non visibile nell’immagine sopra dedicata all’autofocus laser; non è previsto un sistema di stabilizzazione ottica, affidando il compito al solo software. La registrazione video avverrebbe fino a 4K. Conclude il tutto un rilevatore di impronte digitali. Al lato destro ci si attende i soliti tasti fisici per accensione/sblocco e volume, mentre inferiormente Google e LG avrebbero scelto di collocare una porta USB-C, dando così maggiore impulso a questo standard.

Guardando all’interno, se il documento fresco di pubblicazione si rivelasse domani autentico nei fatti ci troveremmo di fronte a un System-on-Chip di Qualcomm, lo Snapdragon 808 a 64-bit e dotato di 6 core, affiancato da 2 GB di memoria RAM; specifiche base di tutto rispetto che, se Marshmallow farà il suo dovere nell’offrire un’esperienza d’uso ottimale, lo renderanno perfettamente in grado di giocarsela testa a testa con l’iPhone 6s sul fronte delle prestazioni. Dovrebbe supportare tutte le principali bande LTE nonché lo standard Wi-Fi 802.11ac. Ci sentiamo di dare già per confermata la coppia NFC+Bluetooth 4.1, indispensabili per sfruttare le tecnologie integrate in Android per pagamenti e trasferimento dati a brevi distanze. La batteria non rimovibile sarebbe da 2.700 mAh, il che dovrebbe garantire una buona autonomia ma nemmeno si pone ai record del settore per capacità. È destinato a rimanere deluso chi si attendeva la ricarica wireless, caratteristica destinata a perdersi rispetto ai predecessori; al suo posto Google appare spingere sui tempi più rapidi permessi dalla USB-C e sulle tecnologie integrate in Marshmallow per migliorare l’efficienza energetica.

Il Nexus 5P è previsto in tre colorazioni, nero, bianco e blu ghiaccio. Due invece le varianti per lo spazio di archiviazione, 16 e 32 GB, non espandibili. Parlando di prezzi, ci riavvicineremo a quelli cui ci aveva abituato il Nexus 5: si parla infatti di $379,99 per il taglio base, che qui in Italia probabilmente si arrotonderanno di poco verso l’alto. A proposito del nostro paese, non sarebbe nella lista di quelli previsti per i preordini, che prevede Regno Unito e Irlanda come nazioni più vicine. La speranza è che questo allungamento dei tempi si traduca in qualche settimana e non di più, come nel caso di Apple.

nexus6p

Anche il Nexus 6P gode di indiscrezioni piuttosto precise, grazie a una serie di diapositive trapelate. Le somiglianze estetiche col modello LG si avvertirebbero solo nel frontale, dove troveremmo lo schermo AMOLED da 5,7″ con risoluzione WQHD e protetto da Gorilla Glass 4, gli altoparlanti stereo e infine una fotocamera anteriore da 8 Megapixel con dimensione di 1,4 µm per singolo pixel. Dietro è tutt’altra storia, con una costruzione in metallo e una curiosa parte nera superiore a racchiudere un sensore da 12,3 Megapixel e il flash a triplo LED. Approfondendo questa fotocamera posteriore, rivediamo di nuovo la dimensione di 1,55 µm per singolo pixel, l’autofocus laser e, dettaglio non presente né trapelato per il 5X, apertura f/2.0. Nemmeno in questo caso si prevede la stabilizzazione ottica, mentre si confermerebbe la registrazione 4K. In comune col cugino minore la presenza del lettore di impronte digitali e la porta USB-C.

All’interno le aspettative convergono su un dispositivo ancor più carrozzato dell’altro, dotato di Qualcomm Snapdragon 810 octa-core e 3 GB di RAM, pronto alla battaglia tanto con iPhone 6S Plus quanto col Galaxy S6 Edge+. Di sicuro non mancheranno LTE, Wi-Fi 802.11ac, NFC e Bluetooth 4.1, mentre tornando al condizionale la batteria dovrebbe essere da 3.450 mAh, non rimovibile e priva di supporto alla ricarica wireless. 4 le colorazioni previste: bianco, nero, alluminio e oro, quest’ultimo almeno all’inizio esclusiva del mercato giapponese. Buoni se confermati i tagli di archiviazione, da 32, 64 e 128 GB, non espandibili. A livello di prezzi, quello base partirà da $499,99. Come già discusso per il 5X, salvo sorprese dell’ultimo minuto l’Italia non vedrà già domani aprirsi i preordini.

Per concludere la parte relativa ai Nexus segnaliamo quella che potrebbe rivelarsi la versione Google della AppleCare+. Riguardo Nexus Protect non vi sono molti dettagli, ma è lecito attendersi dietro pagamento un’estensione della garanzia oltre i termini minimi legali con priorità riguardo assistenza e sostituzione del dispositivo dove necessaria.

Tablet Pixel C

Qui arriva una vera sorpresa: il prossimo tablet potrebbe non essere un Nexus. Almeno come marchio. Il Pixel C scovato da AndroidPolice non utilizzerà però Chrome OS, a dispetto del nome che lo ricollegherebbe al portatile dotato di tale sistema. Rimarrà su Android, più adeguato tecnicamente nonché più ricco di applicazioni per esperienze d’uso con touchscreen. Il motivo per cui si sarebbe scelto tale nome risiederebbe nella volontà di differenziarlo dai Nexus come concetto. Questi infatti sono frutto di una cooperazione con altri produttori di dispositivi, mentre nel caso del Pixel è tutta farina del sacco di Google. Un passo importante per l’azienda, che nonostante la dolorosa cessione di Motorola Mobility dello scorso anno continua a investire su prodotti in prima persona.

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Non sono disponibili concept di questo terminale, facendo generici riferimenti a un aspetto simile al Chromebook Pixel tolta la tastiera. Proprio come il notebook dovrebbe mantenere una curata costruzione metallica nonché la piccola striscia luminosa sul retro che indica la durata residua della batteria. Lo schermo sarà da 10,2″, con densità di 308 ppi e luminosità definita super-intensa fino a 500 nits. All’interno è previsto un SoC nVidia Tegra X1 quad-core con 3 GB di memoria RAM LPDDR4. A parte la presenza della USB-C, ulteriori dettagli non sono stati resi noti. Dovrebbe arrivare nel corso di novembre a prezzi ancora da definire, insieme a una tastiera fisica opzionale da collegare al tablet con design a scelta tra alluminio e pelle.

Chromecast

In merito alla nuova generazione del dongle Chromecast, quasi tutto è noto. Abbiamo già avuto modo di parlarne meno di due settimane fa, con AndroidPolice che ha aggiunto pure in questa occasione altri dettagli.

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L’aspetto si presenterà molto diverso rispetto al suo predecessore: tondo e colorato (previsti giallo, nero e rosso corallo), forse anche più grande. Sotto il profilo hardware sembra che il nuovo Chromecast supporterà il più veloce standard Wi-Fi 802.11ac e la risoluzione 4K, concentrando nel software le restanti innovazioni importanti: sarà possibile personalizzare la schermata di benvenuto con un feed di altri contenuti (ad esempio degli album fotografici) e sarà presente una nuova modalità denominata Fast Play che permetterà una connessione molto più veloce fra il dispositivo e il dongle quando si avvierà la riproduzione dei contenuti sul primo. L’app per Android riceverà migliorie volte a favorire la ricerca di contenuti su tutti i servizi cui l’utente è iscritto, Google e non. Il prezzo dovrebbe rimanere a quota 35 € come ora.

Un secondo dispositivo sarà introdotto nella famiglia, denominato Chromecast Audio. Rispetto all’altro, questi si concentrerà espressamente sulla parte sonora, dando la possibilità una volta collegato al dispositivo ricevente di trasformarlo in un altoparlante senza fili, in grado di riprodurre qualsiasi contenuto audio in streaming da prodotti Android o da Chrome. Più Chromecast Audio potranno essere abbinati tra loro al fine di trasmettere il medesimo contenuto in più stanze.

Android Marshmallow

Di Marshmallow abbiamo già avuto modo di parlare nel dettaglio, pertanto non ci soffermeremo più di tanto. Per tutte le novità previste nella versione 6.0 rimandiamo all’articolo di maggio tuttora valido. L’unica cosa attualmente rimasta ignota è relativa al rilascio finale: quando avverrà? In base alle più recenti informazioni, il pacchetto di aggiornamento Over-The-Air sarà disponibile dal 5 ottobre per tutti i dispositivi supportati. La lista comprende Nexus 5, 6, 7 (2013) e 9. Pollice verso invece per i Nexus 4, 7 (2012) e 10 che rimarranno a Lollipop almeno in via ufficiale. Per tutti gli altri dispositivi faranno fede gli appositi annunci dei singoli produttori.

Aggiornamenti per Play Music e Foto

Concludiamo questo riepilogo con due possibilità novità riguardanti due servizi Google. Per Play Music sembra essere arrivato il momento di mettere su famiglia, con l’arrivo di un apposito piano che prevede per $14,99 al mese di condividere un singolo abbonamento tra un massimo di 6 account, pareggiando così l’analoga opzione prevista da Apple Music. Vedremo se con l’occasione faranno chiarezza su YouTube Music Key, il cui lancio in versione definitiva appare previsto per ottobre col nome YouTube Red. Google Foto invece guadagnerà tre funzionalità: il supporto a Chromecast, la possibilità di assegnare nomi personalizzati alle persone presenti in una foto e opzioni per la creazione di album condivisi con specifici contatti.

Questo, sulla carta, è tutto ciò che si prevede per l’evento di domani. Non faremo liveblog, che riserviamo quasi esclusivamente agli eventi Apple, ma seguiremo tutto con la consueta attenzione e non mancheremo di riportare ogni novità su queste pagine. Vi aspettiamo!

All images from AndroidPolice, except new Chromecast from 9to5Google.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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