iPhone 6s, prime recensioni: bene 3D Touch e fotocamera, meno bene batteria e i 16 GB base

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Il 25 settembre si avvicina: da quel giorno i clienti del primo gruppo di nazioni selezionate potranno avere l’iPhone 6s nelle loro mani. Nel frattempo, come da tradizione, alcune testate hanno la possibilità di provare con un po’ di anticipo il nuovo Melafonino fornendo le loro impressioni. Nell’attesa che arrivi la nostra unità dal Regno Unito per iniziare la recensione, abbiamo così modo di dare un’occhiata alle considerazioni provenienti da figure importanti dell’editoria tecnologica internazionale.

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Iniziamo dal design, l’area tipicamente più conservatrice per le generazioni «s». Piuttosto prevedibile, non ha avuto ampio spazio nelle opinioni, con brevi battute quasi di contorno rispetto al resto: per Walt Mossberg su Re/code la differenza apportata dal peso aggiuntivo è davvero minima e dopo la breve sensazione iniziale viene del tutto ignorata. Positività generale per la scelta di utilizzare la lega di alluminio 7000 al fine di non ripetere il Bendgate; simile discorso per il vetro ionizzato, sottoposto a rafforzamenti. L’aggiunta della tonalità oro rosa è gradita ma non percepita come un punto fondamentale. Tutti contenti? Non proprio, con l’uscita dal coro da parte di The Verge, nello stesso gruppo editoriale di Re/code da qualche mese. Per Nilay Patel il peso si avverte eccome, pur non esageratamente, e l’estetica del 6s mutuata dal suo predecessore viene ritenuta la peggiore della storia degli iPhone. Tra gli imputati principali la forma che non favorisce l’impugnatura, la fotocamera sporgente e le linee che contraddistinguono le antenne. Vedremo se con la prossima generazione Apple riuscirà a riconquistarli da questo punto di vista.

Uno dei motivi per cui è stato necessario, per così dire, ingrassare il terminale è 3D Touch. Qui tutti sono concordi nel promuoverlo: per Jim Dalrymple di The Loop è una delle più grandi novità implementate da Apple negli ultimi tempi, rendendo l’esperienza d’uso più efficiente e rapida. The Verge elogia in particolar modo come la combinazione di hardware e software sia avanzata anche su questo aspetto, confermando così uno dei capisaldi dell’azienda. Affinché abbia un grande impatto sulla piattaforma, però, occorrerà attendere che gli sviluppatori di terze parti adeguino le loro app per sfruttare le potenzialità aggiunte. Per Mossberg anche quelle native presentano ulteriori margini di miglioramento, con alcune che ne avrebbero bisogno ma ancora non la supportano e altre il cui comportamento invece presenta delle incongruenze: l’esempio fatto coinvolge Musica e Safari, con la prima che consente attraverso le scelte rapide di tornare alla canzone precedente a quella riprodotta mentre la seconda non permette di fare analoga mossa con le pagine web. Una volta apportati i necessari ritocchi secondo Matthew Panzarino di TechCrunch diventerà una feature fondamentale, ma fino ad allora sarà da considerarsi solo un’opzione, per quanto molto importante.

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Passa l’esame a pieni voti pure la fotocamera da 12 Megapixel, che non fa rivoluzioni rispetto all’iPhone 6 ma nondimeno apporta graditi miglioramenti; molti abbiamo già avuto modo di approfondirli alcuni giorni fa. Dalrymple osserva progressi sensibili nelle condizioni di scarsa luminosità, mentre Patel su The Verge li ha rinvenuti tanto nella gestione di macro e bokeh quanto nella resa generale che non delude mai in pressoché qualsiasi situazione di scatto, al contrario di altri dispositivi. Le Live Photos sono per Joanna Stern del Wall Street Journal qualcosa di irrinunciabile nonostante sia disponibile un’opzione per disattivarne la cattura, mentre TechCrunch guarda a usi molto creativi per il medio-lungo termine e preannuncia due aggiornamenti software in arrivo: il primo è destinato ai Mac, che così potranno ricevere e visualizzare correttamente questi brevi video; il secondo si aggancia a iOS 9.1 con l’inclusione di una modalità automatica che in caso di caduta dell’iPhone blocca la funzionalità evitando l’inutile salvataggio di animazioni del pavimento. Bene il sensore anteriore per i selfie col Retina Flash che sfrutta lo schermo per ottenere un effetto simile a quello di LED dedicati, così come la registrazione video 4K.

In merito alle prestazioni non ci si sofferma molto, lasciando a siti più specializzati come Anandtech il compito di analizzarle dettagliatamente nel corso dei prossimi giorni. La differenza rispetto al 6 è però evidente a tutti, grazie al più veloce SoC A9 e al graditissimo raddoppio della memoria RAM a 2 GB. Mossberg addirittura sostiene che il telefono «grida» per quanto è evidente il salto di performance; Panzarino preferisce un approccio più elegante, rimarcando la grande fluidità nell’uso per cui l’iPhone si è già contraddistinto nel corso delle generazioni. L’affinato Touch ID convince, al netto di qualche buffa difficoltà per Dalrymple che lo ritiene fin troppo rapido e preciso al punto da rendergli necessario cambiare il dito solitamente deputato allo sblocco al fine di prevenire operazioni accidentali. Nessuna difficoltà a lasciare buoni pareri anche per display e connettività.

Finora tanti piccoli e grandi complimenti; possiamo dire di trovarci davanti all’iPhone perfetto? Purtroppo per chi lo sperava niente affatto, pur poche le pecche ci sono. A parte le osservazioni soggettive di The Verge sul design, sono batteria e spazio di archiviazione a non aver convinto su un piano più oggettivo. La prima è definibile senza infamia e senza lode, soprattutto secondo la Stern che si aspettava tutt’altro che la lieve riduzione della capacità occorsa, compensata dagli accorgimenti di iOS 9 e del chip A9 che consentono così di mantenersi in linea col predecessore. Sempre lei, insieme a Patel, si fa portavoce delle critiche sul taglio base da 16 GB, su cui gravano quest’anno pure 4K e Live Photos. La spinta sul cloud in quel di Cupertino non è sufficiente ad alleviare il rammarico sulle strategie commerciali intraprese, col rinnovato auspicio del passaggio a 32 GB come quantità di ingresso. Al di là di queste due pecche, comunque, il 6s convince su tutta la linea, confermando le buone impressioni che finora hanno riservato tutti i modelli rilasciati negli anni dispari, di fatto anche migliori di quelle toccate alle serie non-«s». A questo punto, con tanta curiosità in più non ci resta che attendere il nostro turno, con la promessa di una dettagliata recensione come sempre. L’invito è dunque a rimanere su SaggiaMente perché il meglio deve ancora arrivare.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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