Recensione: Creative Sound Blaster Roar 2, lo speaker ruggisce ancora

L’anno scorso di questi tempi provavo lo speaker Sound Blaster Roar, un prodotto che ha riscosso un grande successo nel mercato e tra i nostri lettori. Lo utilizzo costantemente come cassa per il mio Mac Pro, ma all’occasione lo porto con me per ravvivare una serata all’aperto con musica via Bluetooth. Nella fascia di prezzo al di sotto dei 200€ era difficile trovare qualcosa di meglio e per questo è stato uno dei bestseller della categoria nel 2014. Poche settimane fa Creative ha annunciato il Roar 2, una seconda edizione con diversi miglioramenti, che ho avuto modo di provare durante il mese di agosto.

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Il primo modello era piuttosto riuscito esteticamente, ma la nuova generazione è ancora più elegante e pregiata. Innanzitutto ci sono due colorazioni, bianco e nero, e la dimensione è stata ridotta del 20% mantenendo le stesse specifiche audio (5,1 x 18,8 x 10,9 cm). Anche il peso è leggermente più contenuto (1Kg vs 1,1Kg), ma la sensazione di un prodotto estremamente robusto viene mantenuta grazie all’utilizzo di materiali di qualità ed un assemblaggio perfetto.

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In linea di massima la struttura e i controlli sono analoghi al primo modello, ma ci sono comunque delle piccole variazioni migliorative. Ad esempio, la zona superiore con i pulsanti non è più gommata ma in metallo, restituendo un feeling migliore al tatto e alla pressione. Inoltre questi sono stati leggermente riorganizzati, spostando il pulsante Roar sul retro (ne parleremo più avanti) e invertendo l’allineamento da destra a sinistra.

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Abbiamo il pulsante di accensione, quelli per il volume ed uno destinato a rispondere alle telefonate o attivare l’abbinamento Bluetooth con una pressione prolungata. Sulla destra, invece, un LED rosso di notifica di registrazione, tre LED bianchi per la carica della batteria e il tag NFC. Il collegamento allo smartphone è semplicissimo utilizzando questa tecnologia, ma non ci sono problemi anche con l’iPhone eseguendo l’abbinamento manuale. Quando si accende lo speaker emette un jingle di notifica e una voce segnala anche le fasi di paring, ma non si tratta di un assistente completo come quello visto nel Soundlink Mini II di Bose (recensione). La tecnologia Bluetooth utilizzata è la 3.0, quindi non la più recente 4, ma non ho riscontrato nessuna problematica relativa ad interferenze con LTE o impatto eccessivo nei consumi dello smartphone collegato. Per quanto riguarda la portata siamo nel classico range dei 10 metri (anche qualcosa in più all’aperto), mentre questa distanza si riduce con la presenza di ostacoli, come i muri delle abitazioni.

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Sul retro sono disposti i collegamenti e i controlli aggiuntivi, che sono veramente tanti. Da questa immagine si capisce la flessibilità del Roar 2, che si presta a tantissime diverse applicazioni. Abbiamo ad esempio l’ingresso AUX da 3,5mm per collegarlo a qualsiasi sorgente audio, una porta USB che può essere usata per ricaricare altri dispositivi e lo slot microSD da cui leggere la musica o su cui registrare. Per quanto riguarda l’alimentazione ci sono due diverse possibilità, in quanto la batteria da 6000mAh si ricarica o con l’alimentatore in dotazione oppure tramite la porta microUSB. L’autonomia dichiarata è di 8h, come per il modello precedente, ma si arriva facilmente a 9/10 con un volume non troppo elevato. Siamo comunque di fronte ad una durata media, mentre le dimensioni lascerebbero sperare qualcosa di più. Tramite la porta microUSB si può anche collegare al computer (o alla PS4), che lo riconosce automaticamente come una periferica audio esterna. Dal Mac possiamo selezionarlo come output e input cliccando sull’icona audio nella barra dei menu con il tasto ⌥ premuto. Tramite il solo cavo di collegamento USB lo possiamo utilizzare come cassa per il computer e contemporaneamente alimentarlo. Sempre dal computer è possibile scaricare il classico software di Creative per regolare gli effetti e l’equalizzazione.

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I vari pulsanti sul retro sono organizzati in due gruppi principali: uno per le funzioni di registrazione ed uno per la riproduzione. Possiamo infatti registrare l’audio catturato dal microfono ambientale integrato e memorizzarlo in WAV a 16 kHz sulla microSD, con una qualità accettabile per il parlato. Volendo si può registrare allo stesso modo anche la musica, disattivando il microfono con l’opportuno selettore, ma in questo caso la frequenza di campionamento ed il bitrate saranno insufficienti allo scopo. Questo “limite” era presente anche nel primo Roar, ma credo sia voluto per questioni di copyright, visto che altrimenti si potrebbero facilmente memorizzare su file tutti i brani ascoltati dai vari servizi di streaming (e senza DRM). Il microfono si usa anche per la funzione vivavoce e si comporta meglio del precedente, direi simile ad un buon impianto Bluetooth per auto. Per la riproduzione abbiamo i classici controlli, che agiscono anche durante la lettura dei file audio sulla microSD, che supporta MP3/WAV/WMA fino a 320 kb/s. In questa area ritroviamo due “difetti” già presenti nella prima generazione del Roar, ovvero l’assenza di un display (che per controllare l’esecuzione dei brani da microSD sarebbe stato molto utile) e la posizione dei pulsanti avanti e indietro sul retro. Ad essere sincero quest’ultimo aspetto non intacca la mia esperienza d’uso, perché preferisco controllare la riproduzione dallo smartphone, ma averli in cima – insieme ai tasti volume – sarebbe stato indubbiamente più comodo.

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Il Roar 2 mantiene l’apprezzato doppio amplificatore, uno che comanda il subwoofer, per bassi e medi, e l’altro dedicato ai due canali stereo per le alte frequenze. A differenza del vecchio modello, ai lati troviamo anche due trasmettitori passivi che vibrano con i bassi: belli da vedere, grazie alla particolare finitura, ed impreziositi dal logo Creative. Con una sorgente compatibile vengono sfruttati anche i codec aptX e AAC per migliorare la qualità d’ascolto, grazie ad una maggiore banda e minore compressione audio. Onestamente avevo qualche dubbio che il nuovo modello potesse mantenere la stessa potenza e spazialità con dimensioni ridotte, ma fortunatamente mi sono dovuto ricredere. Anzi, la mia impressione è che il Roar 2 abbia anche guadagnato qualcosa in termini di linearità e definizione. C’è però da dire che il 20% in meno di volume non è poi una grande rivoluzione, nel senso che risulta indubbiamente più maneggevole del precedente ma rimane meno portatile di altri dispositivi analoghi. Tuttavia una maggiore compattezza senza perdere nulla in termini di funzioni e qualità è comunque un buon risultato. In verità c’è qualcosa che è andata persa nell’opera di dimagrimento, ma non credo che nessuno sentirà la mancanza del pulsante ALARM per la segnalazione di emergenze. È stata anche esclusa la funzione per collegare due Roar in parallelo con l’apposito cavo MegaStero, caratteristica potenzialmente interessante ma che non aveva ottenuto grande riscontro pratico.

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Per quanto riguarda l’audio si confermano le ottime doti del primo modello, con una equalizzazione ben bilanciata, bassi ed alti riprodotti fedelmente e medi un po’ arretrati ma non troppo sacrificati. In questo aspetto si differenzia notevolmente da altri prodotti che enfatizzano i bassi, andando a soddisfare maggiormente chi ricerca un ascolto più misurato e lineare. Questo non significa che sia piatto e noioso, perché la dinamica è buona e la sensibilità particolarmente elevata per le dimensione e la fascia di prezzo. In termini di definizione non si possono chiedere miracoli, dopotutto non è un impianto per l’alta fedeltà, tuttavia offre una buona risoluzione su tutto lo spettro, senza presenza di distorsioni e con minima compressione. Con il tasto Roar sul retro si attiva l’omonima funzione, che aumenta la potenza di amplificazione rendendo il suono più ricco e aperto. Questa modalità consuma più batteria ed è bene precisare che si ottiene un volume ancora maggiore quando lo speaker è collegato alla corrente. Una seconda pressione dello stesso pulsante attiva TeraBass, che recupera le frequenze basse quando si ascolta a volume ridotto, così da ottenere un sound pieno e coinvolgente anche a bassi regimi.

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Conclusione

Elencare le innumerevoli doti positive del Creative Sound Blaster Roar 2 non è un’impresa facile, perché vanno dal design alla costruzione, dalla qualità audio alle funzioni.

In poche parole è lo speaker bluetooth più pratico, flessibile e con la migliore resa sonora che possiate trovare nella fascia di prezzo di 200€.

Con la riduzione delle dimensioni ha perfino migliorato il suo bel design e l’eccellente qualità di materiali e finiture, ma continua a non essere il più indicato per le trasferte. Si può portare in una borsa, ma non ha un ingombro particolarmente contenuto. Trovo che sia il prodotto ideale in casa o in ufficio, capace di riempire con la sua voce stanze abbastanza ampie e di coprire anche un discreto spazio aperto (come in giardino). Funziona da vivavoce, può registrare l’audio durante una riunione, riproduce musica dalla microSD, si può usare come cassa per il computer via USB o per qualsiasi altro dispositivo tramite l’ingresso AUX. Si presta ad una infinità di usi e non delude con nessuno di essi, qualsiasi genere musicale preferiate. È a suo agio con il jazz e il metal, perfetto con l’hip-hop e l’elettronica e non sfigura neanche a confronto con la classica. Si parte con un ascolto abbastanza “flat” e poi si può richiedere una spinta in più con la modalità Roar e il TeraBass. Ovviamente si può avere di più in termini di definizione salendo in una fascia di prezzo superiore, ma il Roar 2 mantiene il posizionamento intelligente del precedente modello, con un costo relativamente contenuto a fronte di tanta qualità e doti “smart”. In più è anche migliorato esteticamente e risulta più aggraziato per il ridimensionamento verso il basso del 20%. Con un rapporto qualità/prezzo di questa portata è difficile rimanere indifferenti, specie considerando che attualmente è in sconto sul sito Creative a 179,99€ invece dei 229,99€ del listino al lancio.

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PRO
+ Costruzione molto robusta e precisa, con materiali di elevata qualità
+ Design elegante e ricercato (migliorato dalla prima edizione)
+ Ricchissimo di funzionalità
+ Presenza di NFC per una connessione più rapida
+ Microfono per l’utilizzo in vivavoce
+ Audio non compresso via Bluetooth con codec aptX e AAC
+ Volume elevato e riproduzione fedele
+ Svariate sorgenti audio (Bluetooth, USB, Aux in)
+ Possibilità di controllare effetti ed equalizzazione dal computer
+ Ricarica della batteria anche via USB tramite il computer
+ Possibilità di ricaricare la batteria degli smartphone tramite USB
+ Funzioni TeraBass e ROAR per maggiore potenza, spazialità e volume
+ Registrazione dell’audio Bluetooth o del microfono
+ Possibilità di riprodurre audio MP3/WAV/WMA da microSD
+ Rapporto qualità/prezzo molto elevato

CONTRO
- Durata della batteria migliorabile (viste le dimensioni mi aspettavo di meglio)
- Registrazione audio su microSD di qualità bassa (16KHz)

DA CONSIDERARE
| Ancora un po’ ingombrante per essere usato in mobilità
| Un display avrebbe permesso di sfruttare meglio la riproduzione da microSD

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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