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apple-a9

Fortunatamente la questione dei SoC A9 di iPhone 6s forniti da diversi produttori e con processo produttivo leggermente diverso, non sta facendo scalpore. A differenza degli altri #gate creatisi con il rilascio dei vari iPhone, questa volta abbiamo di fronte una questione decisamente più tecnica e con ripercussioni apparentemente ininfluenti per l’utente finale. Non fa effetto pubblicare un video dicendo “ah, povero te, hai un A9 di tizio invece che caio!”, come poteva invece farlo piegare lo smartphone con le proprie mani. I siti di settore, però, fanno bene a continuare ad approfondire l’argomento, non fosse altro che per alimentare la nostra curiosità e sete di informazioni. Cambierà davvero qualcosa usando un processo produttivo da 16nm come fa TSMC invece del più avanzato 14nm di Samsung? Ci saranno impatti su prestazioni e consumi?

samsung-14nm-vs-tsmc-16nm

Sono tutte domande assolutamente lecite se poste con la giusta finalità. Non ci interessano le critiche facili, per intenderci, ma dal punto di vista tecnico è una questione che ci incuriosisce. Potremmo cavarcela con un “Apple non avrebbe mai usato processori con diversi risultati”, ma, quando possiamo avere delle prove, preferiamo queste alle supposizioni. Inoltre l’uso di diversi fornitori non sempre ha portato a risultati omogenei. Già è difficile che dalla stessa catena di montaggio escano componenti assolutamente identici, figurarsi quando questi sono prodotti da aziende diverse e con differente tecnologia. Basti pensare al caso dei pannelli Retina di LG con problemi di ghosting che hanno afflitto i MacBook Pro per diversi anni.

ChipworksA9

Chipworks, il quale ha certificato per primo la presenza di due diversi A9, non si è ancora pronunciato in merito e questo mi fa pensare che non siano riusciti a trovare delle differenze impattanti per l’utente. Il fatto che uno dei due SoC sia leggermente più grande dell’altro è totalmente ininfluente, mentre sarebbe interessante capire se uno dei due riscalda di più, regge meglio il carico prolungato, vada più veloce o consumi meno batteria. In un paio di giorni queste cose sarebbero dovute saltare fuori, visto che Chipworks ha sia iPhone 6s con A9 di Samsung che di TSMC, ma al momento non hanno detto nulla. È anche possibile che stiano ultimando delle prove più scientifiche possibile, ma in linea di principio direi che possiamo aspettarci una sostanziale parità dei due chip, cosa che sicuramente era negli obiettivi di Apple.

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Qualche giorno fa vi abbiamo parlato di un’app che verificava il codice prodotto per dirci chi era il produttore dell’A9 presente nel nostro iPhone 6s, ma richiedeva l’autorizzazione di uno sviluppatore non identificato per l’installazione. Hiraku Wang ha anche reso noto il codice sorgente, ma volendo essere pignoli non si poteva sapere se fosse esattamente quello compilato nel pacchetto finale. Oggi esiste una soluzione decisamente più sicura per eseguire questo test, che richiede l’uso di Xcode 7. È stata descritta in un articolo da iDownloadBlog e consiste essenzialmente nello scaricare il sorgente di A9 Chip Source realizzato da David Stockley e compilarlo da sé, installandolo tramite Xcode 7 sul proprio iPhone 6s. Eseguendo la procedura ho scoperto che il mio chip è prodotto da TSMC, che secondo l’attuale statistica di CPU Identifier è presente sul 78% dei 6s e sul 45% dei 6s Plus.

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Ovviamente questa informazione non mi cambia la giornata e non modifica affatto la mia percezione sullo smartphone, ma se ci fosse qualcuno con un A9 di Samsung potrebbe effettuare delle comparazioni “fatte in casa” per portare alla luce eventuali differenze. A scopo statistico vi riporto di seguito il test Geekbench 3 che ho appena eseguito sul mio iPhone 6s.

iphone6s-geekbench3

Il seguente video pare dimostrare una leggerissima superiorità dell’A9 di Samsung

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=vQgu9xTspfU]
Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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