Recensione: Ulefone Paris, l’entry level che vorrebbe essere un iPhone

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Le mie prime esperienze nel mondo Android sono state con smartphone entry level, perché volevo tenermi aggiornato su questa piattaforma ma al tempo stesso la ritenevo troppo immatura per meritare la spesa richiesta da un top di gamma. Io continuo a preferire iOS per svariati motivi di natura soggettiva, ma a distanza di anni le cose sono cambiate: Android è diventata un’alternativa concreta anche per chi ricerca stile, qualità ed efficienza. Ci sono delle differenze, inutile negarlo, per cui c’è chi odia l’uno ed ama l’altro, ma la qualità la troviamo su entrambi i fronti. Gli entry level continuano però a destare il mio interesse, sia perché non ne esistono con il logo Apple, sia perché sempre più persone hanno due numeri o la necessità di un “muletto”. Inoltre l’hardware e l’esperienza d’uso che offrono oggi sono già sufficienti per moltissime persone. Voglio dire che se 4 anni fa spendendo 150€ si comprava qualcosa di veramente basic, oggi con la stessa spesa abbiamo uno smartphone che fa essenzialmente tutto quello che deve, e in alcuni casi anche piuttosto bene. Bisogna sicuramente rinunciare a qualcosa, specie se si acquista in occidente, mentre se si è disposti ad un po’ di “sbatti” ha più senso guardare ai cinesi in questa fascia. Lo so cosa state pensando, che alla fine tutti gli smartphone arrivano da lì, ma usiamo questo appellativo per quei prodotti ideati e realizzati in Cina, i quali molto spesso non hanno un canale diretto di importazione in occidente. Huawei, ad esempio, non ha senso inserirlo in questa categoria, perché i suoi smartphone sono evidentemente progettati per il mercato internazionale. Il marchio Ulefone, invece, che alcuni già conoscono per l’apprezzata serie Be Touch, vi rientra perfettamente.

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Caratteristiche principali

Ulefone Paris è l’ultimo entry level della giovane casa cinese ma ha un hardware più che decente. Troviamo un processore Mediatek MT6753 octa-core da 1,3GHz (64 bit), GPU Mali-T720, 2GB di RAM e 16GB di memoria espandibili con microSD. Il display è da 5“ con risoluzione HD, la fotocamera ha 13MP con apertura f/1,8 e quella frontale 5MP. È un dual SIM, con entrambe le schede in formato micro e compatibilità 4G, e supporta anche la banda LTE da 800, quasi sempre assente nei ”cinesi”. Wi-Fi b/g/n single band (non va sulle reti da 5GHz), Bluetooth 4.0, GPS, radio FM e i classici sensori completano il quadro, in cui manca purtroppo NFC. La confezione comprende anche un bel cavo microUSB piatto, dei comodi auricolari in-ear e l’alimentatore con spina italiana.

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Design ed ergonomia

Il design è di chiara ispirazione cupertiniana, tant’è che potrebbe quasi sembrare un iPhone 6 ad un occhio disattento. Non mi sognerei mai di compararne le qualità estetiche e produttive, inoltre la scelta denota sicuramente una mancanza di identità da parte dell’azienda, tuttavia il risultato non dispiace e preferisco questo rispetto al MLais MX Base testato a settembre. La cornice è di metallo, dicono, ma non ne sono così sicuro visto che la calamita non sente “attrazione”, per cui credo che in realtà ci sia solo nella struttura interna. Il frontale è coperto da Gorilla Glass 3 mentre il retro è costituito da una cover di plastica rimovibile.

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Una cosa che non mi piace è il logo del produttore sul retro, sia per estetica che per posizionamento. Fosse stato più piccolo e in orizzontale l’avrei digerito meglio, anche se come lo metti lo metti sempre brutto è. Però devo dire che dalle foto sembrava anche peggio, perché dava l’impressione di essere quasi un adesivo, invece è proprio in rilievo. Altra caduta di stile è sul fronte, perché la pulsantiera soft touch non è centrata verticalmente nello spazio tra il bordo inferiore del display e quello dello smartphone, ma si trova più vicino a quest’ultimo. Oltre ad essere visivamente fastidioso, risulta anche un po’ scomodo arrivarci, perché è più giù di dove te lo aspetti. I soft touch si illuminano quando si usano, ma non si possono avere sempre accesi (caratteristica fin troppo diffusa purtroppo). Inoltre quelli laterali sono dei semplici puntini di dimensioni microscopiche, per cui alla fine li trovi solo perché sai che sono lì, di certo non è facile notarli.

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Positivissime sono invece le considerazioni riguardo l’ergonomia. Lo spessore sulla carta è di 8mm, ma sembra perfino minore per via dei bordi arrotondati e la stondatura della backcover. Inoltre è davvero incredibile il peso, di soli 128g. È leggerissimo, non scivola e si impugna molto comodamente. Indovinata anche la scelta del display da 5″, perché è pochissimo più alto di un iPhone 6 ma la diagonale è più lunga di quasi 8mm; e lo spazio è tutto usabile visto che i tasti sono sulla cornice. Grazie al connubio di tutte queste cose, riesco quasi sempre ad usarlo con una mano. Non arrivo facilmente al bordo più estremo, ma se cambio la presa tenendo il retro solo appoggiato sulle dita, lo smartphone rimane comunque stabile per via di un buon grip e dell’estrema leggerezza. Insomma, si maneggia con grande comodità e l’unico disappunto dal punto di vista ergonomico sono i pulsanti frontali un po’ troppo in basso.

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I tasti sono tutti disposti sul lato destro, in posizione comoda ed intuitiva. Le connessioni invece, ovvero microUSB e porta da 3,5mm, sono entrambe in cima. Vada per l’audio, ma la ricarica con collegamento sopra non mi è mai piaciuta. Non che sia un grosso problema, però la trovo meno pratica. In basso troviamo altoparlante e microfono.

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Display

Lo schermo da 5″ ha una risoluzione di 720 x 1280 (293ppi), che è decisamente accettabile per un entry level. Non l’ho mai avvertita come una limitazione durante il periodo di prova, perché il testo e le interfacce delle app sono molto nitide e si comporta bene anche con foto e video. Si tratta di un pannello IPS full laminated con una qualità ottima per la fascia di prezzo. Ho effettuato un confronto diretto con iPhone 6s dopo un minimo di taratura (da Impostazioni / Display / MiraVision) e la resa è piuttosto simile. Valida anche la luminosità massima, che ci consente di usarlo benissimo all’aperto, mentre guardandolo dai lati si notano variazioni colore, che su iPhone 6s sono invece molto contenute. Ovviamente qui ho confrontato due smartphone in fasce di prezzo diametralmente opposte, ma non è stato un caso. Volevo proprio evidenziare che il Paris è decisamente al di sopra delle aspettative.

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Multimedia

L’audio in chiamata è chiaro e abbastanza forte, mentre il volume in vivavoce è insufficiente. La prima volta che l’ho attivato pensavo non fosse proprio entrato in funzione, tanto per capirci. Sono riuscito ad usarlo dalla scrivania in un ambiente silenzioso, ma non credo di aver mai sentito un vivavoce con un volume così basso. Temevo di trovare la stesso problema con la musica, ma per fortuna in quell’ambito se la cava molto meglio. Il sound è un po’ freddino e certamente non lo definirei preciso o potente, però arriva alla sufficienza. Insomma, si può usare in caso di necessità ma certamente non brilla. In dotazione ci sono dei comodi auricolari in-ear di colore bianco che suonano abbastanza bene e sono necessari anche per sfruttare la radio FM di cui lo smartphone è dotato.

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La fotocamera principale è da 13MP con un’ottima apertura di f/1,8. Il sensore realizzato da OmniVision non sembrerebbe neanche malaccio, però nel complesso è deludente. L’interfaccia è abbastanza semplice, non bellissima, ma sicuramente chiara e coerente. Ci sono diverse impostazioni possibili, compresa la scelta di ISO, bilanciamento del bianco ed esposizione, anche se purtroppo nascoste nel menu. Qui troviamo un paio di sigle criptiche, come ZSD ed EIS, che di certo non aiutano l’utente (la seconda penso sia Electronic Image Stabilization essendo nel settore video).

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Nell’uso ho notato comunque diversi limiti, in particolare la messa a fuoco lenta e non sempre precisa, la valutazione dell’esposizione “ballerina” e con tendenza a bruciare, nonché una pessima lente che rende tutto un po’ sbiadito alla minima infiltrazione di luce. Peccato perché vista la buona apertura si ottengono delle macro gradevoli con sfondo bello sfocato, ma la qualità lascia a desiderare. Tra le funzionalità troviamo l’HDR, gli effetti creativi e la modalità panorama, nonché quella PIP per scattare una foto (o un video) con entrambe le fotocamere contemporaneamente. Tutto questo, però, non è sufficiente a bilanciare una qualità mediocre. Non va meglio nel comparto video (fino al FullHD) e con la fotocamera frontale (5MP 720p) che è solo accettabile. Dopotutto è un entry level molto economico, da qualche parte dovevano pur risparmiare e solitamente è proprio il comparto multimediale il primo ad essere sacrificato. Vi mostro qualche foto in diverse condizioni di scatto, ricordandovi che cliccando le aprirete più grandi direttamente su flickr.

[TEST] Ulefone Paris

Prestazioni

Il processore Mediatek del Paris non è un fulmine, ma essendo un octa-core Cortex-A53 a 64bit da 1,3GHz, consuma poco e riesce a spingere un po’ quando necessario. Nel quotidiano si dimostra sicuramente usabile senza difficoltà, meglio di quanto immaginassi. Il multitasking è rapido, il browsing abbastanza fluido, le app si avviano in un tempo ragionevole e girano senza difficoltà. Dopotutto in multi-core su Geekbench 3 equipara le prestazioni di un Galaxy S5, che era un top di gamma l’anno scorso.

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Sul fronte grafico la Mali-T720 ancora si difende, ma su Real Racing 3 si notano troppi scatti. Ero un po’ demoralizzato quando l’ho provato, ma poi ho visto che succede solo con quel gioco. Già Asphalt 8, ad esempio, scorre molto più fluido con tutti gli effetti attivi e questo vale per tanti altri titoli con cui ho giocato. Diciamo che non è uno smartphone per gamer incalliti, ma può dare più di qualche soddisfazione in relazione alla fascia di prezzo.

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Il Bluetooth e il GPS vanno bene, veloci ed efficienti. Il Wi-Fi 802.11n viaggia sui 2,4GHz e non mi ha creato problemi, tranne una volta in cui si è scollegato senza motivo. La ricezione si è dimostrata sempre ottima in termini di segnale, l’unica cosa molto strana e che non ho mai visto l’icona del 4G con l’operatore Tre (anche in zone dove è presente), mentre funziona regolarmente con TIM e viaggia anche piuttosto spedito. Onestamente non ho ancora capito se il problema dipende dalla mia SIM, da Tre o dal telefono.

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Software

Ho l’Ulefone Paris da un paio di settimane, forse tre, e in questo periodo ha già ricevuto due aggiornamenti. Mi ha fatto piacere vedere che viene ben supportato, anche se onestamente non avevo notato grossi bug e qualche piccola imperfezione che c’era è rimasta. Mi è arrivato con un firmware già adatto a noi, quindi con l’italiano e tutti i servizi di Google. Se escludiamo lo U Launcher, la possibilità di applicare temi e un altro paio di app (comoda quella per il backup), è praticamente un Android stock, basato attualmente sulla versione 5.1. Personalmente ho scaricato subito il launcher di applicazioni Now per completare l’esperienza nativa di Google ed ho cancellato le app che non usavo (che non sono bloccate). Ho messo anche la tastiera di Google, perché quella predefinita era quasi identica ma meno completa (in particolare non c’era lo swipe). Per il resto non ho dovuto far niente e mi sono trovato uno smartphone con un software snello e pulito (a differenza di altri cinesi di cui parleremo nelle prossime settimane).

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Nelle impostazioni le poche aggiunte riguardano la gestione dual SIM (piuttosto ben fatta anche se non prevedere la possibilità di suonerie diverse per i due numeri), la funzione per catturare screenshot con uno swipe a tre dita ed alcune azioni attivabili per rispondere rapidamente ad una telefonata, catturare una foto e cose del genere. Niente di rilevante, insomma. Tra i principali aspetti negativi riscontrati c’è il fatto che il pulsante di sinistra è impostato come “menu”, mentre il multitasking si avvia tenendo premuto quello centrale. Non ho purtroppo trovato un modo per modificare questo comportamento, quindi bisogna un po’ abituarcisi. Con le app di terze parti ho rilevato due problemi: un paio di volte Pocket Casts si è messo a riprodurre l’audio a singhiozzo, richiedendo un riavvio, mentre una volta Instagram non scattava la foto. Per il resto non ho avuto problemi di nessun tipo, con notifiche o altro. Per la posta consiglio Gmail, perché l’app nativa non evidenzia bene i messaggi non letti (sembra mancare il grassetto) e certe volte mi sono trovato messaggi già letti indicati come da leggere, cose che non mi sono successe con il client di Google. Alla fine l’ho utilizzato completamente “stock”, compresi calendari e contatti, per cui mi è sembrato un felice ritorno al buon periodo passato in compagnia con il Nexus 5 l’anno scorso. Una cosa che mi è mancata è il doppio tap per attivare lo schermo, perché non si può fare con il pulsante soft-touch frontale e quindi bisogna premere quello di lato.

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Batteria

Grazie alla cover removibile possiamo sostituire o cambiare facilmente la batteria, anche se in tutta sincerità non saprei dove trovarne una compatibile. La capacità è piuttosto esigua per via delle dimensioni contenute dello smartphone, essendo di 2200 mAh e 8,55Wh. Nelle giornate con uso intenso l’ho scaricato più o meno verso le 19:00, mentre adoperandolo più moderatamente raggiungo la notte con ancora un po’ di carica residua. Tutto questo con luminosità quasi al massimo, 4 caselle email, notifiche di tutte le app, localizzazione attiva, ascoltando almeno 30min di musica/podcast dalle casse, Wi-Fi e Bluetooth sempre accesi. Direi che non se la cava affatto male, non è certo un mostro di autonomia, però non è neanche un aspetto che crea problemi. Insomma, merita la sufficienza.

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Di seguito anche la video recensione.

Conclusione

La cosa che preferisco di Ulefone Paris è l’ergonomia. Ha una dimensione perfetta secondo me: né troppo grande, né troppo piccolo. I materiali impiegati non fanno pensare a nulla di pregiato, però è assemblato in modo solido, non ci scivola dalle mani e non dà l’impressione di potersi rovinare o rigare ovunque lo poggiamo. Inoltre è piuttosto sottile e davvero molto leggero. L’ho trovato comodissimo da maneggiare ed usare giorno dopo giorno. Bisogna un attimo prendere le misure dei tasti un po’ troppo in basso, le prime volte premevo a vuoto, e il fatto che siano mappati in modo non standard è scocciante, anche se a questo mi sono abituato subito visto che provo decine di smartphone e quasi tutte le marche tendono a differenziarsi leggermente. Una volta messo il launcher di Google si ha una esperienza praticamente nativa, non ci sono servizi fastidiosi o bloatware, ma si può disinstallare praticamente tutto quel che non ci serve. A livello di prestazioni non ho rimpianti, magari qualche volta sembra non rispondere immediatamente, ma in generale è fluido e usabilissimo. Il vivavoce è basso, ma onestamente non lo uso quasi mai, per cui l’unico vero punto debole per me è la fotocamera. Davvero non capisco perché si debba puntare su numeri come 13MP e apertura f/1,8 su un entry level, quando poi la resa è questa. Possibile che non si riesca a produrre un modulo anche da 5MP ma con buona qualità? L’iPhone 4 aveva questa risoluzione e faceva foto migliori pur risalendo al 2011. In tutti i casi per 125€ su GearBest si acquista uno smartphone che è un perfetto muletto, un secondo telefono oppure anche uno principale per chi non ha particolari esigenze in campo multimediale.

Visto che me lo stanno chiedendo in molti, nella mia esperienza GearBest è affidabile per la qualità dei prodotti, ma non è certamente Amazon per l’assistenza. Ho ricevuto uno Xiaomi Mi4c in cui sembrava non funzionare il GPS e ho provato a restituirlo, la cosa è possibile ma la tirano per le lunghe cercando altre strade. Alla fine mi hanno proposto un “patteggiamento”, del tipo: lo fai riparare e ti diamo i soldi spesi. Per fortuna ho scoperto che era un problema software ed ho risolto con un update del firmware, facendo il root e tutte quelle robe lì tipiche di Android. Meglio così, perché loro sono lenti a rispondere e rispedire i prodotti in Cina per un reso non è comodo o economico. Tuttavia non lo sconsiglio come sito e lo trovate linkato in questa e altre recensioni perché su 6 ordini fatti è l’unica volta in cui ho riscontrato un “problema”, che poi proprio problema non era alla fine dei conti. In sintesi: se volete un’esperienza d’acquisto rapida e sicurissima, acquistare in Italia è sempre la migliore soluzione. D’altro canto su siti come questo si trovano prodotti difficilmente reperibili alle nostre latitudini, si possono fare discreti affari e, nella maggior parte dei casi, fila tutto liscio.

PRO
+ Leggerissimo e molto ergonomico
+ Dual SIM 4G/LTE (800MHz inclusa)
+ Hardware di buon livello per un entry level
+ 16GB di memoria + espansione microSD
+ Display 5″ IPS con giusta dimensione ed ottima resa
+ Dotazione piuttosto completa
+ Già pronto per il mercato italiano
+ Software snello e senza bloatware non disinstallabile
+ Buona velocità generale per un entry level
+ Ottimo rapporto qualità/prezzo

CONTRO
- Fotocamera solo discreta
- Audio in vivavoce molto basso
- Tasti softtouch non ben centrati

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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