Recensione: il Chromecast 2015 è più bello e più veloce, ma costa uguale

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Marco Bonandini, Davide Comuzzi, Fabio Di Rezze.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Arriva in netto ritardo, perché ho voluto dare priorità alla recensione di Apple TV 4G, ma finalmente mi sono deciso a parlarvi del Chromecast 2 (o 2015, se preferite). Il piccolo ricevitore audio/video realizzato da Google, ha letteralmente spopolato negli ultimi anni e la nuova versione, presentata a fine settembre, ci è sembrata piuttosto interessante. I principi chiave sono sempre gli stessi: prezzo basso, buona qualità video (spesso con streaming diretto dalla sorgente a differenza di AirPlay) ed assenza totale di interfaccia utente, in quanto il telecomando è il nostro smartphone Android o iOS con l’app Chromecast installata.

chromecast-2-confezione

Nella confezione troviamo quindi solo un cavo microUSB/USB ed un alimentatore, oltre ovviamente al dispositivo. Novità rilevanti nel design, completamente riprogettato per trasformarsi da banale ad intrigante. Ora è un disco di poco più di 5cm di diametro e meno di 1cm di spessore, con un cavo HDMI piatto integrato lungo 8cm. Quest’ultimo ha una zona calamitata, che può essere utilizzata per ripiegare il Chromecast sullo stesso ed evitare che rimanga penzoloni dietro il TV. Almeno in teoria; più avanti cercheremo di capire se è effettivamente utile.

chromecast-2-richiuso

Con l’obiettivo di renderlo più giovanile, sono state proposte due nuove colorazioni aggiuntive oltre al classico nero: lime e rosso. Io ho scelto quest’ultimo, che dalle foto sul sito sembrava gradevole, però mi ha un po’ deluso dal vivo perché è una tonalità che non amo, ovvero rosso corallo (guardate quanto è diversa la foto sulla confezione). Comunque alla fine starà dietro il TV, per cui è un dettaglio trascurabile. La cosa che non riuscivo tanto a capire prima di averlo a casa è la dimensione. Dalle prime foto mi era sembrato enorme, durante la presentazione video piccolissimo. In realtà non è nessuna delle due cose, ma risulta comunque più ingombrante del modello precedente.

chromecast-2-vs-1

Una cosa bella del Chromecast è che consuma poco, quindi si può alimentare direttamente da una presa USB del TV. Basterà collegare il cavo HDMI e quello microUSB e il dispositivo si accenderà e spegnerà automaticamente insieme al televisore. Il nuovo form factor, però, nel mio caso non si è rivelato così utile. Con gli schermi grandi va benone, infatti non ho avuto problemi sul 55“, ma con quello da 32” il cavo sporgeva dallo schermo collegandolo il Chromecast nella porta HDMI laterale. Ho dovuto quindi usare una di quelle posteriori, ma anche qui il design si è rivelato poco intelligente. La porta microUSB, infatti, è posizionata proprio verso il retro del televisore, non risultando usabile. Poter poterci collegare l’alimentazione si deve ruotare di 90° il “disco” (nella direzione della porta USB) andando a piegare malamente il cavo piatto, che infatti si è già deformato.

chromecast-2-posizionamento

Alla fine funziona, ma non era meglio mettere la porta microUSB su uno dei due lati? E il cavo HDMI a cosa serve di 8cm? Non sono riuscito a trovare una motivazione plausibile, fosse stato di 5 non avrei avuto quella fastidiosa sporgenza sul “piccolo” TV della camera da letto. In tutti i casi che questo formato non fosse poi così utile quanto invece è “carino”, lo devono anche aver capito in Google e questa slide che hanno mostrato (in cui non viene usata la calamita) forse ce lo poteva far intuire. Comunque, sistemato il tutto alla meno peggio, accendiamo il TV ed andiamo alla ricerca di qualche novità.

chromecast-2-intro

Sicuramente carina la fase introduttiva, che ci illustra le funzionalità del prodotto mentre questo si aggiorna. Al termine dobbiamo avviare l’app Chromecast, su iOS o Android, che riconoscerà il nuovo dispositivo e ci chiederà di configurare l’accesso alla rete. Qui ho avuto una ulteriore delusione relativamente alle due caratteristiche migliorative che mi interessavano di più. Il Chromecast 2 supporta infatti il più veloce Wi-Fi ac, compresa la banda da 5GHz che mancava nella precedente, ed ha un sistema di tre antenne che dovrebbero migliorare notevolmente la qualità di ricezione con segnali a bassa potenza. In pratica si prospettava la soluzione ideale al mio problema, in quanto in camera da letto la rete 802.11ac a 5GHz emessa dalla Time Capsule arriva un po’ debole (perché ha una portata inferiore rispetto quella da 2,4GHz avendo una maggiore frequenza), ma purtroppo lo smartphone la rileva mentre il Chromecast non riesce a collegarcisi e genera un errore.

chromecast-2-problema-rete

Ho provato molte volte, anche con smartphone diversi, ma alla fine ho desistito e l’ho collegata sulla banda da 2,4GHz in standard 802.11n, esattamente come facevo sul vecchio Chromecast. Per questo motivo, tra l’altro, nell’eseguire i vari test sono stato costretto a spostarla avanti e indietro dal TV in salotto, che è proprio a 5m dal router. Qui funziona, ovvio, però il miglioramento promesso non l’ho visto. Dov’è questa magia delle tre antenne (dicevano: potenza segnale quadruplicata in situazioni difficili) quando un banalissimo smartphone riesce ad agganciare una rete che sul Chromecast 2015 dà errore? Andiamo avanti, e godiamoci le novità della piattaforma.

chromecast-2-app

Ho visto delle app nuove, anche dei giochini divertenti da provare, come FitFlap che sfrutta la fotocamera per riprenderci mentre agitiamo le braccia per far volare il nostro personaggio, oppure Just Dance Now, in cui dobbiamo ballare seguendo i passi indicati visualizzati a schermo tenendo lo smartphone in mano. Non è il mio genere, però mi ha strappato un sorriso, perché ci si sfida con altre persone online e si ottiene un punteggio in base alla precisione dei movimenti.

chromecast-2-game

Non usavo da qualche tempo la precedente Chromecast, così ho iniziato a cercare le differenze. In realtà, vi dico, che non ne ho trovate molte. I giochi che ho citato prima funzionano ugualmente (su alcuni ci sarà in più il multiplayer), le maggiori impostazioni per lo screensaver (che fa scegliere diverse sorgenti) ora ci sono anche qui e la duplicazione schermo, che si usa per tutte le app che non supportano nativamente il Chromecast (ovvero la maggior parte), ha gli stessi difetti di overscan e di lentezza che ha sempre avuto.

chromecast-2-overscan

Uno dei pochissimi aspetti migliorativi ritrovati nella nuova generazione – che mantiene sempre la risoluzione FullHD – è che lo streaming video/audio parte più velocemente. Non tanto come mi sarei aspettato vista la funzionalità Fast Play annunciata in fase di presentazione del prodotto, ma pare che questa non sia ancora operativa al 100%, quindi le cose potrebbero migliorare in futuro. Tuttavia qualche piccolo vantaggio c’è già ora, perché un video di YouTube, ad esempio – e prendo un’app di Google per non farle un torto –, parte con un paio di secondi di vantaggio rispetto il vecchio Chromecast e subito a risoluzione buona, mentre nell’altra la qualità sale mano a mano che si procede. Il punto di forza, comunque, è proprio nella riproduzione video, mentre è stato presentato un prodotto del tutto analogo (Chromecast Audio) specificamente pensato per veicolare il suono e che però, a mio avviso, sarebbe dovuto costare qualcosa in meno e non essere proposto allo stesso identico prezzo.

Conclusione

Dopo una sfilza di cose che potreste giustamente avere letto come critiche, raddrizzo subito il tiro ricordando che il Chromecast 2015 costa 39€ (trentanove euro), che non è più cara della precedente ed è comunque migliore dal punto di vista tecnologico ed estetico. Questo, in sostanza, è già sufficiente per dare un giudizio positivo, sopratutto considerando che per il suo prezzo e per come è progettata, è davvero semplice ed efficiente. Da possessore della prima generazione, però, non ho potuto evitare di fare confronti, notando come il salto qualitativo sia poi piuttosto risicato e i vantaggi nel design siano prettamente estetici. Se la si guarda da un’altra prospettiva, però, il fatto che Google abbia esteso la maggior parte delle novità anche alla vecchia generazione è un punto a favore della piattaforma. La questione della rete a 5GHz che non si aggancia mi è dispiaciuta, ma va detto che è dipesa da una mia particolare organizzazione, mentre in un range di 8/10m dal router va meglio. Per concludere: se avete il veccho modello state fermi lì, almeno per ora. Fintanto che non vedremo i miracoli di Fast Play, il vantaggio è davvero minimo. Se non avete mai usato un prodotto simile e non avete un TV “smart”, questa è probabilmente la soluzione più economica esistente. Non è però tutto rose e fiori, perché il supporto c’è ma non è estesissimo (su iOS molto poco in verità) e non a tutti piace l’assenza totale di una UI o di un telecomando, perché si deve sempre armeggiare con lo smartphone per fare qualsiasi cosa. In tutti i casi i “big player” del settore audio/video ormai hanno app compatibili con Chromecast, quindi le funzionalità primarie ci sono.

PRO
+ Economica, economica, economica
+ Design simpatico e colorato
+ Praticamente tascabile, comoda da portare sempre con sè
+ Possibilità di alimentarsi comodamente dalla USB del TV
+ Velocità di streaming migliorata
+ Supporto per Wi-Fi 802.11ac dual band

CONTRO
- La duplicazione schermo è ancora troppo lenta
- La forma e la porta microUSB non sono posizionate sapientemente

DA CONSIDERARE
| Su Android non tutte le app la supportano (su iOS sono piuttosto poche)

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.