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Possiamo affermare che il 2015 sia stato l’anno in cui gli smartphone low-cost sono maturati, arrivando ad offrirci un’esperienza d’uso appagante a fronte di una spesa irrisoria. Questa strada è stata avviata qualche tempo fa da OnePlus, con il suo “flagship killer” OnePlus One a circa 300€. Da allora i produttori, specialmente quelli cinesi, hanno iniziato una sorta di competizione a “chi lo fa più economico”. È ovvio che per vendere uno smartphone ad un prezzo inferiore di 200€ è necessario sacrificare qualche componente e magari investire molto meno – o niente – nello sviluppo software, ma grazie alle nuove e più efficienti versioni di Android ed a componenti hardware a buon mercato, i risultati sono di tutto rispetto. Alcune aziende, poi, hanno avuto la buona idea di distinguere i propri prodotti in base ad alcune specifiche caratteristiche. È il caso di Oukitel K4000, smartphone low cost che punta tutto su resistenza ed autonomia. Il nome è poco noto in Italia, ma la casa cinese ha già realizzato diversi smartphone e persino uno smartwatch.

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Caratteristiche Principali

Oukitel K4000 è uno smartphone entry-level con una configurazione hardware discreta. Troviamo un processore MediaTek MT6735P con quattro core ARM Cortex-A53 a 1GHz (64 bit), GPU Mali-T720 MP2 a 400 MHz dual-core, 2GB di RAM e 16GB di memoria espandibili con microSD. Praticamente come l’Ulefone Paris testato qualche settimana fa. Il display è da 5″ con risoluzione 720 x 1280 e 24 bit di profondità, la fotocamera posteriore ha 13 MP con flash LED, mentre quella anteriore 5 MP, entrambe con apertura f/2.0. È un dual SIM, con schede in formato micro e compatibilità 4G categoria 4 fino a 150 Mbit/s in downlink e 51 Mbit/s in uplink. Supporta tutte le bande LTE nostrane, compresa quella da 800 MHz che non sempre è presente negli smartphone “cinesi”. Il Wi-Fi è b/g/n single-band, quindi senza il supporto alla frequenza da 5 GHz. Bluetooth 4.0 e radio FM completano il quadro. Purtroppo manca NFC, un trend che ha caratterizzato molti modelli del 2015, spesso anche quelli molto più costosi. La confezione è molto classica: cavo microUSB-USB, auricolari in-ear e presa da corrente italiana.

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Design ed ergonomia

Questo design deve piacere. È molto spesso – ben 11 mm – e pesa 208g. Per rendere l’idea, l’iPhone 6S Plus raggiunge i 192g, ma ha un display da 5,5″. È sicuramente un bel mattoncino, però non si può considerare un aspetto negativo perché la solidità è proprio il punto di forza del K4000. Ha la scocca in plastica con cornice in metallo e il vetro che si sovrappone al pannello del display è pesantissimo, ma proprio per questo riesce a resistere a martellate, cadute da media altezza e, in generale, forti sollecitazioni. Io stesso ho provato più volte a sbatterlo sul tavolo, sul muro, con le nocche, e non è rimasto neanche un graffio. Oukitel afferma che il display ha una protezione a 3 livelli anti-graffio 9H (un parametro che indica la durezza, prendetelo come tale), e una cornice interna composta da una lega di zinco e magnesio, che rendono molto più resistente l’intera struttura. Sembra anche che sia certificato IP66 (resistente alle ondate d’acqua e completamente protetto da polvere), ma sul sito ufficiale non è specificato, quindi non è una certezza (ma ho fatto qualche prova con acqua e non ha fatto una piega).

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È facile da maneggiare, ed è anche facile raggiungere tutti i punti dello schermo con una sola mano, mentre si fa un po’ di fatica ad usare i pulsanti soft touch sulla scocca, perché essendo in basso il telefono tende a sbilanciarsi visto il suo peso. Questi non sono retroilluminati, ma sono realizzati con un materiale riflettente e si vedono abbastanza bene anche con pochissima luce. Il grip è ottimo, sia senza custodia – inclusa nella scatola – sia con. Questo smartphone dà sicuramente una sensazione di robustezza che pochi danno, onestamente non si sente proprio il bisogno di mettere la custodia, ed è un bene visto che è già piuttosto spesso senza.

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I tasti fisici – bilanciere del volume e pulsante di accensione – sono tutti posizionati sul lato destro del dispositivo. Per quanto riguarda le connessioni invece, la porta microUSB si trova sul lato inferiore, mentre il jack da 3.5 mm su quello superiore. In alto c’è anche una strana disgiuntura simile a quella presente su iPhone 4 e 4S, ma riempita da un inserto in plastica. Probabilmente per migliorare la ricezione dell’antenna, ma è una scelta estetica che personalmente non condivido. In basso troviamo altoparlante e microfono.

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Display

Lo schermo da 5” ha una risoluzione 720 x 1080 pixel (294 ppi) che è nella media per uno smartphone in questa fascia di prezzo. Le immagini, le icone e le interfacce delle app sono nitide, ma se ci si avvicina molto al pannello si possono distinguere i pixel. È un’inezia, non lo si farà mai nel quotidiano, tuttavia è chiaro che si tratta di un pannello solo discreto. La luminosità massima è buona, consente una facile lettura all’aperto anche in condizioni di forte luce solare, e la gamma cromatica viene alterata pochissimo guardando il display dai lati, anzi, è perfettamente riprodotta. Tuttavia la tonalità di nero non è assoluta o profonda e il bianco è piuttosto spento, sembra quasi color panna. Questo è quello che è risultato dai test AnTuTu sul display, ma in realtà la sensazione complessiva è abbastanza buona, giusto nella visualizzazione di foto e video si evidenzia una resa non ottimale.

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Multimedia

L’audio in chiamata è chiaro e piuttosto forte, come anche quello in vivavoce. Naturalmente la posizione dello speaker – in basso sulla scocca posteriore – non aiuta quando si poggia il dispositivo su una superficie fonoassorbente. Tuttavia il suono rimane abbastanza alto ed è piuttosto convincente anche con gli auricolari. È possibile impostare la modalità alta qualità con le cuffie bluetooth, ma la sua efficacia si avverte solo quando il volume è al massimo.

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La fotocamera posteriore da 13MP ha un’ottima apertura f/2.0, ma all’atto pratico si comporta in modo pessimo. In diurna il focus è di circa 1 secondo e i controlli dell’esposizione, pur essendo manuali, non permettono comunque di ottenere buoni risultati nello scatto. Le foto in notturna potrebbero essere comparate a quelle di un iPhone 4: non ho ancora capito in che situazioni viene attivato il flash auto, che comunque non risolve il problema della scarsa luminosità nell’immagine. I video sono discreti, l’autofocus continuo è molto vistoso nei passaggi e i cambi di esposizione sono fin troppo marcati. Insomma, l’effetto finale non è affatto buono, anche se la risoluzione è Full HD, e il formato di registrazione è il 3GPP, ormai obsoleto.

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Le foto ed i video con la fotocamera anteriore sono davvero pessimi in ogni senso. È inutile affrontare l’argomento “in notturna”, si vede a malapena il soggetto della foto. Basti affermare che la qualità è appena sufficiente per delle videochiamate. Ma solo di giorno o al chiuso con tanta luce ambientale. Di seguito una piccolissima gallery con qualche foto d’esempio.

[TEST] Oukitel K4000

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Prestazioni

Android gira piuttosto fluido su questo K4000. “Piuttosto” perché, specialmente durante lo slide per la chiusura delle app in background, si notano alcuni rallentamenti, e non semplici lag. A livello di prestazioni i risultati ottenuti con Geekbench 3 sono comparabili a quelli di un Nexus 4, se non di poco inferiori. Gli altri test – con AnTuTu e GFXBench GL – danno risultati discreti, in linea con tutti gli altri smartphone low-cost.

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Software

Appena ho tolto il K4000 dalla scatola, e dopo averlo configurato per la prima volta, è subito apparso il pop-up che mi avvisava della disponibilità di un nuovo aggiornamento firmware. Succede spesso con questi smartphone: vengono rilasciati periodicamente piccoli update che sistemano qualche bug qua e là. Il firmware installato è praticamente Android stock con qualche app in più, lingua italiana e tutti i servizi di Google. Il launcher è del tutto anonimo, infatti l’ho subito sostituito con quello di Big G. Tra le app preinstallate c’è la radio FM, un client email che è una brutta copia di Gmail, un calendario senza infamia e senza lode e TouchLetters. Questa è l’unica app degna di nota, più simile ad un hub di impostazioni.

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Tramite TouchLetters possiamo accedere a queste aree:

  • Smart WakeUp abilita le funzioni già presenti su molti Huawei top di gamma, ovvero il riconoscimento delle lettere a schermo spento per avviare azioni predefinite: ad esempio, disegnando una C si può lanciare l’app predefinita per le chiamate.
  • Air Shuffle, invece, è un sistema che permette di compiere diverse azioni (per esempio, lo scorrimento delle foto nella galleria), con un movimento della mano. Sebbene non sia molto utile, bisogna dire che funziona nel 90% dei casi.
  • Infine Screenon gesture permette di impostare il doppio tap per bloccare lo schermo e la cattura dello screenshot con lo scorrimento di tre dita dall’alto verso il basso.

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Batteria

Dura tanto. È più o meno questo il riassunto, nonché la peculiarità principale dello smartphone unita all’estrema resistenza. Durante una normale giornata, in cui l’ho utilizzato principalmente per la messaggistica istantanea, Evernote, 20-30 minuti su YouTube, 30-40 minuti di chiamate VoIP con Skype e WhatsApp, sono arrivato alla sera alle 20 con circa il 50% di carica residua.

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È davvero difficile scaricare completamente la batteria da ben 4000mAh in una sola giornata. Si può tranquillamente arrivare fino a 5 ore di schermo sempre acceso senza risparmio energetico, con il fetch dei dati in background ed il GPS ad alta precisione attivo. In questi ultimi giorni poi, Oukitel ha anche rilasciato un ulteriore aggiornamento del firmware che introduce la modalità di super risparmio energetico, la quale promette di aumentare ulteriormente l’autonomia. Questa modalità si attiva con un’app dedicata e trasforma l’interfaccia dello smartphone in scala di grigi, mantenendo solo poche app di sistema attive (Telefono, Messaggi, Contatti e Orologio), senza navigazione o notifiche.

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Conclusione

Se mi dovessero chiedere “compreresti Oukitel K4000?”, io risponderei facilmente con un no. Non lo userei né come primo, né come secondo telefono, perché non rientro nel target cui il dispositivo è indirizzato. Oggi la tendenza sembra essere quella di preferire smartphone sottilissimi ed eleganti, con batterie risicate e così leggeri che si rischia di piegarli mettendoli in tasca. L’Oukitel K4000 è esattamente all’opposto ed è perfetto per chi cerca massima robustezza ed un’autonomia praticamente infinita. Sicuramente si tratta di una minoranza, ma sentiamo frequentemente dire dagli utenti che preferirebbero qualche mm in più di spessore per avere una batteria più capiente. Ecco, per queste persone può essere davvero una buona scelta. Mettendo da parte le funzionalità foto/video, per cui non è chiaramente votato, nell’uso quotidiano con browsing, social networking, chiamate, navigazione GPS e messaggistica, fa benissimo il suo dovere. Io non rientro nella casistica, perché uso lo smartphone – un iPhone 6s Plus – praticamente per tutto. Dalle foto (anche quelle che vedete nella recensione) fino alla gestione remota del computer, passando per tante email, note, appuntamenti, ecc.. Tuttavia non nascondo di aver apprezzato il senso di sicurezza che dà l’Oukitel K4000. L’ho adoperato appositamente con totale noncuranza e mi è caduto anche da 1m di altezza capovolgendosi molte volte, il tutto senza riportare alcun danno né alla scocca né allo schermo. Per $119.99 su Geekbuying (con spedizione gratuita per l’Italia), è certamente un prodotto da considerare per chi apprezza le sue peculiarità uniche. Su questa pagina trovate anche i dettagli sulla garanzia offerta dal sito, che ringraziamo per averci inviato l’esemplare in prova.

PRO
+ Robusto ed incredibilmente resistente
+ Grande autonomia
+ Funziona su tutte le frequenze radio LTE
+ Altoparlanti potenti
+ Audio bluetooth in alta qualità
+ Memoria espandibile
+ Dual SIM
+ OS snello e pronto per il mercato italiano
+ Dotazione completa di auricolari
+ Radio FM

CONTRO
- Spesso e pesante (ma è la ragione della robustezza)
- Design approssimativo
- Fotocamera principale solo sufficiente
- Fotocamera anteriore pessima con poca luce
- Qualche affinamento software è necessario nel multitasking

Giacomo Barbieri

Classe '94, frequento la Facoltà di Ingegneria Informatica di Roma Tre, ma più passo il tempo a scrivere codice più voglio scrivere testi. Grande appassionato di app e divoratore di tecnologia. ho partecipato a molte convention sull'informatica fra cui Codemotion, .NET Campus e Social Media Week, e ancora non mi basta.

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