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Fra i produttori di smartphone Android, non si può non riconoscere ad LG esperienza ed importanza: l’azienda coreana, infatti, è stata fra le prime a credere nel potenziale del sistema operativo mobile di Google, tanto da preferirlo a soluzioni proprietarie o a Windows Phone (di cui persistono ancora alcuni modelli). Il successo del produttore è iniziato con la serie G che ha conosciuto, sino ad oggi, quattro incarnazioni che si sono rivelate sempre migliori delle precedenti. Se si pensa di aver toccato l’apice con il G2 e poi il G3, è opportuno provare il G4: design e potenza sono quasi perfettamente bilanciati fra loro. È stato presentato quasi un anno fa e iniziano già a susseguirsi dei rumor sul successivo G5, ma avendo io acquistato per uso personale ed usato per diversi mesi, vorrei comunque proporvi una recensione (con il tocco di Maurizio lato fotografico). Può sembrare anacronistico vista l’età del prodotto, ma le sue qualità rimangono validissime ancora oggi, così come gli elementi che lo rendono “unico”.

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Caratteristiche principali

LG non ha di certo lesinato nella scelta dei componenti hardware del G4, dotandolo di 3 GB di RAM (direi necessari vista la dotazione software), 32 GB di memoria interna (espandibili con schede microSD fino a 2 TB teorici), fotocamera anteriore grandangolare da 8 MP e principale da 16 MP con stabilizzazione ottica d’immagine OIS 2.0 su 3 assi, messa a fuoco laser, flash LED RGB con sensore per lo spettro colori, scatto in manuale e registrazione in RAW. All’interno del G4 batte un cuore Qualcomm Snapdragon 808, che garantisce un’ottima fluidità generale, senza alcun rallentamento di sorta, nemmeno durante lo switch fra le app o, come vedremo più avanti, durante il loro uso affiancato.

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Completa il core principale la GPU Adreno 418, mentre per la connettività troviamo un connettore microUSB, un jack audio da 3.5”, il chip NFC per abbinare altri dispositivi al volo, il Bluetooth 4.1, il supporto al Wi-Fi 802.11ac, il GPS, radio FM, tutti i vari sensori e una batteria da 3.000 mAh (stessa capacità di G2 e G3).

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Design ed ergonomia

La struttura di LG G4 è in policarbonato di colore nero lucido, resistente agli urti e bella da vedersi. Il display frontale, un Quad HD da 5.5”, fa bella mostra di sé contornato dai sottili bordi, morbidi e leggermente curvi agli angoli. Tutto il dispositivo è leggermente curvo, ma in misura davvero minima da non risultare rilevante né dal punto di vista estetico che di ergonomia. La vera meraviglia, però, è il retro: oltre alle classiche cover bombate dei tre colori di cupertinania memoria (nero, argento e oro), sono disponibili anche delle varianti in vera pelle. Per il mio acquisto ho preferito il modello con la cover in pelle nera (ma all’interno della confezione è presente anche quella in plastica oro/champagne), trovandola più elegante e in sintonia con il mio stile rispetto a quelle marrone o rossa, comunque molto belle. La cover in plastica, invece, l’ho usata solo a mare, onde evitare di rovinare quella in pelle. Nonostante una caduta sugli scogli, il cellulare non ha riportato il benché minimo graffio, rivelandosi quindi molto robusto e ben costruito.

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Chi ritenesse il G4 troppo spesso a causa della cover posteriore curvilinea, dovrà ricredersi impugnandolo: la leggera convessità, unita ad una altezza minore rispetto a quella di iPhone 6s Plus (complice anche la mancanza dei tasti fisici o a sfioramento sulla parte anteriore), contribuisce a rendere più che ergonomico il dispositivo. Inoltre il grip dato dalla pelle è eccellente e non si avrà mai la sensazione che scivoli via dalle mani. La scelta di Google di piazzare il pulsante “indietro” nella barra inferiore di Android contribuisce a facilitarne l’utilizzo con una sola mano, anche se in questo modo non si potrà raggiungere la parte alta dello schermo e purtroppo manca un sistema software di supporto (come il Reachability di iOS 9 o i tanti presenti nel mondo Android).

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Infine, il particolare design agevola il raggiungimento del bilanciere del volume e del tasto di blocco / accensione, posizionati in verticale subito sotto la fotocamera posteriore. Dopo un primo disorientamento (perché la memoria motoria ci porterà probabilmente a cercarli sul lato destro o sinistro del G4), non si può non apprezzarne la collocazione, anche in funzione della possibilità di scattare al volo una foto a dispositivo bloccato, premendo per tre volte il tasto di riduzione del volume, o, ancora, acquisire uno screenshot con un triplo clic su quello per alzarlo.

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Display

Lo schermo di LG G4 è quanto di meglio possa aver mai provato nel mondo degli smartphone, essendo un IPS “Quantum Display” con risoluzione QHD pari a 2.560 × 1.440 pixel ed una densità di 538ppi. Possono sembrare numeri esagerati per uno schermo da 5.5”, ma vi posso garantire che la differenza rispetto al Retina HD dell’iPhone 6s Plus o ad altri schermi Full HD si nota a colpo d’occhio: le immagini, infatti, risultano nitidissime, chiare e non affaticano gli occhi. Stessa cosa per i testi, anche se per notare il reale vantaggio del QHD ci si deve concentrare sui testi più piccoli. Inoltre i colori sono brillanti e vengono riprodotte perfettamente anche le sfumature più impercettibili. Peraltro, la lettura di testi (anche lunghe email) risulta agevole e comoda, tanto da avere quasi l’impressione di usare uno schermo e-ink. Ottima la visibilità alla luce del sole, con un sensore di luminosità efficiente, e piuttosto buoni i neri, anche se non a livelli dei Super AMOLED. Purtroppo mancano opzioni di taratura dei colori, che però appaiono ben bilanciati, mai spenti o troppo squillanti nella configurazione predefinita. LG dice che rispetto al già ottimo pannello del G3 la riproduzione colore è migliorata del 20%, la luminosità del 25%, il contrasto del 50% e i consumi del 7%. Infine, la reattività del touch è perfetta e i comandi vengono riconosciuti al primo tocco, come ci si aspetta da un dispositivo top di gamma.

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Multimedia

LG ha saputo cogliere ciò che vi era di buono nel G3 anche nel settore multimediale, andando perfino a migliorarlo. Fin dalla presentazione è stato dato ampio spazio alle feature di contorno al comparto fotografico. Ad esempio: l’app Galleria sviluppata da LG è stata totalmente riscritta per sfruttare la potenza di elaborazione del dispositivo, risultando fluida nella consultazione e nello scrolling delle miniature delle foto scattate. Non ho mai assistito a “scatti” o a blocchi nella consultazione delle splendide immagini che è possibile catturare con il G4. Inoltre LG ha implementato “Ricordi”, una catalogazione intelligente delle foto che, similmente a quanto già fa Zoe di HTC, le organizza in base al luogo (grazie al rilevamento dei dati GPS) ed all’orario.

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Il player musicale, invece, non ha goduto della stessa attenzione: è scarno ed è dotato solo delle funzioni standard. In tutti i casi ormai usiamo più o meno tutti servizi di streaming, tra Spotify, Apple Music e Deezer, sono davvero in pochi quelli che adoperano i “vecchi file”. La resa del suono dallo speaker posteriore è forte e decisa, inoltre la curvatura del dorso non lo fa offuscare anche se poggiato sulla scrivania. Questa è la posizione più comoda per sentire musica o podcast, perché si avrà sotto mano anche il controllo volume, ma purtroppo si perde la visualizzazione dello schermo. Il top lo si raggiunge con l’uso degli auricolari in-ear presenti nella confezione, con i quali gli effetti sonori risultano cristallini e al tempo stesso caldi ed avvolgenti. Spesso preferisco usarli anche con l’iPhone 6s Plus al posto degli EarPods di Apple.

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Nei suoi top di gamma LG ha sempre dimostrato un’ottima competenza nel comparto fotografico. Il G4 non fa eccezione e la sfilza di tecnologie utilizzate è davvero lunghissima. Il sensore da 16MP è da 1/2,6″, l’obiettivo grandangolare da 28mm equivalenti ha un’apertura di f/1,8 ed è dotato di una stabilizzazione ottica OIS 2.0. Questa lavora su 3 assi ed ha una maggiore escursione delle lenti per compensare meglio i movimenti. Ma non finisce qui, perché abbiamo l’autofocus laser, un sensore per lo spettro colore, l’immancabile video 4K e la possibilità di scattare completamente in manuale, salvando anche il file RAW in formato DNG, quindi “digeribile” dalla maggior parte dei software di post-produzione (Lightroom/Photoshop in primis). Tutte queste cose, però, non significano maggiori complicazioni. L’app fotocamera, velocissima ad avviarsi, ha infatti una modalità completamente semplificata (scatta tappando su un punto qualsiasi dello schermo), una base con qualche controllo in più (flash, modi, formato, autoscatto e varie altre opzioni) e infine quella avanzata.

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Quest’ultima è il vero fiore all’occhiello, risultando quanto di più completo si sia mai visto in uno smartphone. Non solo: è anche la più ergonomica. Sembra proprio essere stata realizzata da fotografi per fotografi. In alto abbiamo informazioni importantissime, come un piccolo istogramma della luminosità, il bilanciamento del bianco attuale, l’icona che segnala il tipo di fuoco attivo, la compensazione di esposizione, l’iso, il tempo e l’apertura (unico parametro fisso per questioni fisiche).

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A sinistra abbiamo le stesse opzioni del modo base, mai in più possiamo selezionare il formato di salvataggio: io ho scelto RAW+JPG. In basso c’è tutta l’area operativa, con icone che se bianche indicano che l’impostazione è lasciata in automatico, mentre quando sono evidenziate in azzurro vuol dire che abbiamo “bloccato” manualmente il parametro. Nell’immagine superiore vedete come si cambia uno di questi, ad esempio il bilanciamento del bianco, in modo semplice e con anteprima in tempo reale. In sostanza abbiamo info complete e settaggi pratici: esattamente quello che serve. Se vi state chiedendo perché perdere tempo a fare foto in manuale con uno smartphone, beh, non avete tutti i torti. In un precedente articolo, però, avevamo mostrato che in mano ad un fotografo e con un buon soggetto, si riesce ad avere un’ottimo livello di intervento creativo. Ma non è solo questo, perché anche lasciando scegliere al G4 l’esposizione, il file RAW può fare la differenza più di quanto si immagini. Più o memo tutti avranno notato che scattando controsole lo sfondo risulta “bruciato” affinché il soggetto in primo piano non risulti troppo scuro. Con un JPG questo problema è insormontabile, mentre partendo dal file grezzo possiamo avere le informazioni complete catturate dal sensore (quindi anche più dettaglio) ed ottimizzare lo sviluppo recuperando maggiore gamma dinamica. Vi faccio un esempio concreto: a sinistra vedete il JPG a destra la stessa immagine post-prodotta con Lightroom.

Tutta la zona di cielo completamente bruciata dalla sviluppo nativo, è stato possibile recuperarla al computer. Parliamo di oltre 2 stop di esposizione, quindi anche un valore piuttosto importante. C’è un solo difetto riscontrato, ovvero che nelle aree totalmente sovraesposte si nota una striatura. Non intacca tutto il recupero, ma solo le zone estremamente fuori gamma. In tutti i casi la differenza di resa tra JPG e DNG è drammaticamente a favore di quest’ultimo.

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A parte le questioni di lana caprina, che su uno smartphone possono essere persino stucchevoli, la cosa bella del G4 è che scatta ottime foto anche completamente in automatico. Ha un AF rapidissimo e che funziona anche da molto vicino, un bilanciamento del bianco spettacolare, tanto dettaglio ed una stabilizzazione che ci fa scattare a mano libera anche a 1/10. Ovvio che la dimensione del sensore sarà sempre un limite per la resa ad alti ISO, ma se consideriamo la qualità del sensore, dell’obiettivo e dell’AF, unite alla praticità dell’app ed alla possibilità di ottenere il RAW, probabilmente è lo smartphone più efficiente su piazza dal punto di vista fotografico. E anche la fotocamera frontale da 8 MP con apertura f/2.0 si è rivelata decisamente sopra la media. Di seguito qualche scatto in JPG non elaborato, giusto per vedere che la qualità c’è tutta anche senza andare a lavorare in manuale o sul RAW.

[TEST] LG G4

Anche lato video le prestazioni sono molto buone, con un 4K che rende davvero bene. Tuttavia è consigliabile registrare in FullHD, che offre risultati comunque molto validi, occupa meno e sfrutta una stabilizzazione digitale aggiunta a quella ottica.

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Prestazioni

Lo Snapdragon 808 si è rivelato un’ottima scelta, perché rende il dispositivo fluido e scattante senza mai andare in affaticamento o riscaldare (vedi problemi dell’810). Certamente gioca un ruolo determinante la buona ottimizzazione software di LG, ma resta di fatto che nell’utilizzo tutto scorre senza intoppi, dal multitasking alle attività più spinte. Guardando ai soli numeri si deve constatare che rimane al di sotto di prodotti come il Galaxy S6, ma se ci si dimentica di quelli e si valuta solo l’esperienza d’uso, allora non c’è nulla di cui lamentarsi. Per quanto riguarda il comparto gaming la Adreno 418 non è male, ma il display Quad HD è piuttosto impegnativo da gestire, quindi i benchmark non le rendono giustizia. In tutti i casi la resa grafica è spettacolare con questo schermo e non ho avuto problemi con nessun gioco: il frame rate non è elevatissimo ma è molto godibile anche con titoli impegnativi come Real Racing 3.

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Ho avuto modo di testare LG G4 sia con una scheda TIM che con una Vodafone, abilitate alla navigazione in 4G. In entrambi i casi, la qualità delle telefonate è stata ottima e, tranne in rarissime situazioni – dovute per lo più al cattivo segnale dell’operatore in luoghi naturali o in locali dalle pareti molto spesse – non ho mai riscontrato né cadute di linea né comunicazioni disturbate. Altro punto a favore di LG G4 è la connessione Wi-Fi con supporto 802.11ac e alla frequenza a 5 Ghz: anche se in studio mi trovo in una stanza molto distante dallo switch wireless della mia ala e le pareti divisorie sono molto spesse, il dispositivo non ha mai tentennato un secondo e ha sempre mantenuto un’ottima qualità e velocità di connessione. Anche il Bluetooth 4.1 è più che soffisfacente: nonostante lo abbia provato solo in abbinamento al sitema di controllo della mia auto, si è rivelato veloce e pronto alla connessione ed, inoltre, con l’uso del vivavoce non ho mai riscontrato alcun effetto di voce metallica (come, raramente, mi accade con iPhone). Infine, il GPS è veloce e preciso: aggancia subito il segnale dei satelliti e, all’uscita delle lunghe gallerie, lo recupera subito. Ho ovviamente utilizzato i servizi di localizzazione su molte app e il consumo di batteria non è mi è sembrato eccessivo.

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Software

Può sembrar strano affrontare l’argomento software sul G4, visto che il sistema operativo Android è piuttosto fedele a quello stock di Google e quindi possiede molte caratteristiche in comune con quelli della concorrenza. Bisogna segnalare che è già disponibile da fine 2015 l’update a Marshmallow, anche se non è possibile installarlo da terminale e bisogna ricorrere al computer tramite l’app di sincronizzazione nativa LG Bridge (c’è anche per Mac). Con il nuovo OS non cambia moltissimo, ma ci sono tutte le migliorie di Android 6, tranne la possibilità di usare la microSD come memoria principale. Tuttavia, a causa dei noti problemi di eccessivo drenaggio della batteria, preferisco attendere la disponibilità dell’update ufficiale di LG a Marshmellow via OTA piuttosto che installare sul mio esemplare le ROM già disponibili online.

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LG ha scelto di mantenere colori e temi in linea con il Material Design, senza stravolgerne la UI con l’introduzione di LG UX 4.0. Il lavoro fatto dal team software è comunque molto rilevante, in quanto vi sono tantissime funzionalità aggiunte e possibilità di personalizzazione del dispositivo. Ad esempio è possibile modificare la barra inferiore spostando i pulsanti indietro, home e multitasking o aggiungendone altri due a nostra scelta, quali, ad esempio, quello del centro notifiche, quello dedicato all’app QucikNote+ o quello per aprire due app affiancate, sfruttando così l’ampio schermo per effettuare più operazioni contemporaneamente.

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L’opzione, però, non è disponibile per tutti i software, ma solo per alcuni supportati direttamente da LG, quali YouTube, Chrome, QuickNote+, il browser base di Android (che non è Chrome), Google Fogli, Google Note e l’app Mail. La produttività, quindi, può godere di un miglioramento solo per chi usa il G4 come un sostituto del proprio computer da ufficio e, peraltro, specialmente per chi usa esclusivamente file di testo. È infatti difficile, se non impossibile, usare comodamente Google Fogli su metà display, nemmeno se all’app viene concessa un’area più ampia rispetto quella che le si affianca. Lo spazio da assegnare non è infatti prestabilito, ma può essere modificato a piacimento semplicemente muovendo lo slider divisorio verso il basso o verso l’alto.

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LG UX 4.0 introduce diverse migliorie in Android come lo Smart Notice, un centro notifiche intelligente e migliorato che, sin dalla schermata di blocco del dispositivo, fornirà indicazioni meteo o di traffico per non farci uscire di casa o dall’ufficio impreparati a ciò che potrebbe accadere. Inoltre nel centro notifiche sono presenti molti più toggle, come i basilari torcia, modalità aereo, Wi-Fi e Bluetooth, ma anche NFC, localizzazione, dati, QuickNote+ (praticamente onnipresente in qualsiasi tipo di personalizzazione), ecc…

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Se, invece, scorriamo la schermata principale da sinistra verso destra, accederemo allo Smart Bulletin, una serie di widget appositamente creati da LG che ci accompagneranno nella scoperta di alcune funzioni del terminale e che apprenderanno le nostre abitudini per fornirci utili indicazioni. Chi, invece, volesse affidarsi al classico Google Now, potrà farlo accedendo direttamente con uno swipe dal basso verso l’alto, così come già accade da Android 4.4 Kitkat.

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Un’altra funzionalità che personalmente ho apprezzato è lo sblocco del terminale tramite knock code, presente sin dal G2: è infatti possibile scegliere di sbloccare lo schermo con una combinazione di tocchi sul display, in luogo del classico codice numerico o del trascinamento del dito fra i nove punti a schermo. In assenza del sensore di impronte digitali, questo è probabilmente lo strumento più pratico che si possa scegliere.

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Batteria

Mantenendo la stessa capacità della batteria del G3 ed aumentando le prestazioni, era ovvio andare in contro ad una riduzione dell’autonomia. Il lavoro di ottimizzazione è stato comunque molto buono e con un utilizzo medio (tante telefonate, navigazione web, social network, messaggeria, connessioni attive, uso di fotocamera ed un po’ di gioco) si riesce a raggiungere tranquillamente la fine della giornata, anche con il Bluetooth connesso a dispositivi indossabili o alla macchina. Di certo il supporto per la tecnologia Quick Charge 2.0 è un ulteriore freccia nell’arco del G4, visto che, utilizzando un caricabatteria compatibile, è possibile raggiungere il 60% in soli 30 minuti. A sorpresa (negativa) manca la ricarica ad induzione, anche se a livello hardware è supportata e infatti si può ottenere acquistando la custodia Quick Circle. In alternativa ci sono dei kit aggiuntivi “fai da te” che pare funzionino anche con la cover in pelle.


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Conclusione

Se siete in procinto di acquistare un nuovo smartphone Android, dirigete tranquillamente la vostra attenzione su LG G4: anche se non è più giovanissimo è un terminale potente, elegante e funzionale, con uno schermo incredibile e cornici così sottili da non sembrare un 5,5″. Uno dei suoi punti di forza sta anche nella tenuta della quotazione, perché LG ha la buona abitudine di proporre un prezzo di vendita corretto fin da principio e quindi non si assiste ad un dimezzamento del valore come invece succede con i top di gamma Samsung. Si può infatti acquistare per meno di 390€ con cover in pelle, oppure anche a qualcosa in meno scegliendolo con cover di plastica (ma onestamente lo sconsiglio). Inoltre è particolarmente rilevante il comparto fotografico, che permette di ottenere risultati davvero ottimi. Sarà come avere una compatta sempre in tasca, pronta all’uso e capace persino di scattare in manuale e con esportazione in RAW/DNG. Probabilmente la useranno quasi tutti in automatico, ma anche così la qualità è decisamente sopra la media e si posiziona a pari livello con i migliori top di gamma in commercio (vedi Nexus 6P, Galaxy S6 Edge Plus, ecc..). L’autonomia è un altro aspetto importante, perché non deluderà anche chi deve usare il dispositivo intensamente per lavoro. In conclusione è uno smartphone convincente sotto ogni punto di vista, con una esperienza d’uso appagante e pochi aspetti negativi.

PRO
+ Bel design e originale cover in pelle
+ Display strepitoso per qualità e risoluzione
+ Buona costruzione e piuttosto compatto per un 5,5″
+ Ottimo comparto fotocamera
+ Audio convincente
+ Buoni auricolari in dotazione
+ Prestazioni di tutto rispetto
+ Memoria espandibile con microSD
+ Autonomia più che buona e ricarica Quick Charge 2.0
+ Software snello, personalizzabile e ben ottimizzato
+ Prezzo corretto

CONTRO
- Mancanza della ricarica wireless nativa
- Il retro curvo lo fa dondolare quando si usa dalla scrivania
- Il sensore d’impronte digitali sarebbe stato gradito
- Manca un ausilio software per l’uso ad una mano

DA CONSIDERARE
| La collocazione dei pulsanti richiede abitudine

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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